Padova e Avellino, pari e patta all’Euganeo: una battaglia di nervi e cuore finisce 2-2

È una serata di equilibrio e determinazione quella andata in scena allo Stadio Euganeo, dove Padova e Avellino si dividono i punti in un 2-2 che racconta molto più della semplice somma dei gol. Una sfida intensa, tirata, giocata più sul filo della testa che su quello dell’estetica, ma che ha saputo regalare emozioni e momenti di vero agonismo.

La partita si accende già nei primi minuti, con i padroni di casa che sembrano voler mettere le cose in chiaro fin da subito. Al 9’, Sgarbi incorna perfettamente un corner ben battuto e sblocca la gara. Il raddoppio arriva venti minuti dopo, quando Buonaiuto, ispirato da Varas, colpisce con freddezza sotto la traversa e fa esplodere l’Euganeo. Sembra un copione già scritto, ma l’Avellino non ci sta a recitare il ruolo di vittima designata.

La reazione irpina è immediata e determinata. Al 31’, Biasci accorcia le distanze finalizzando un’azione ben orchestrata da Kumi e Lescano. Passano appena tredici minuti e lo stesso Lescano, alla sua prima da titolare in stagione, sigla il pari con un tocco chirurgico su assist di Missori. Un pareggio meritato, costruito con intelligenza e spirito di sacrificio.

Nel secondo tempo i ritmi restano alti, ma le difese tengono, e il risultato non cambia. Entrambe le squadre provano a trovare il colpo del KO, senza però riuscirci. Alcune occasioni sfiorano il gol decisivo, ma il match si spegne sul 2-2, lasciando spazio a riflessioni più profonde.

Le parole dei protagonisti
A fine gara, Facundo Lescano, tra i migliori in campo, esprime soddisfazione per il risultato e per la sua prestazione personale: “Era importante farsi trovare pronti. Oggi è arrivato il primo gol in Serie B, un passo importante dopo anni di duro lavoro nelle categorie inferiori. Ma più di tutto conta il punto portato a casa”. Sul piano collettivo, l’attaccante argentino sottolinea: “Abbiamo reagito da squadra vera, senza perdere la testa. Questo è un gruppo che lavora tanto, in silenzio, e lo sta dimostrando ogni settimana”. Raffaele Biancolino, allenatore dell’Avellino, si dice moderatamente soddisfatto: “C’è un pizzico di rammarico perché potevamo anche vincerla, ma la squadra ha mostrato maturità. Non era facile rimontare due gol in trasferta. Alcune disattenzioni ci hanno penalizzato, ma la crescita del gruppo è evidente”. Il tecnico si sofferma anche sulla mentalità: “Siamo alla sesta giornata e stiamo iniziando a capire bene cosa chiede la categoria. Otto marcatori diversi sono un segnale chiaro della partecipazione collettiva. Il carattere non si insegna, e questo gruppo ne ha da vendere”.

Il bilancio
Alla fine, Padova e Avellino escono dal campo con un punto ciascuno e tante conferme. I veneti hanno mostrato forza e intensità nei primi trenta minuti, ma non sono riusciti a gestire il doppio vantaggio. L’Avellino, dal canto suo, ha dato prova di avere nervi saldi, idee chiare e un’identità sempre più definita. Il pareggio, in fondo, è lo specchio fedele di una partita vera, dura, combattuta. Non una serata per i poeti del pallone, ma per chi il calcio lo vive come mestiere, come sfida quotidiana. E proprio per questo, anche più autentica.

Antonio Guarino