Le leggi non rispondono a criteri razionali ma agli interessi delle multinazionali

riceviamo e pubblichiamo – Su ACS pesa la richiesta di fallimento e in queste condizioni quindi non è possibile che diventi il gestore unico e inoltre come ABC non risponde ai quesiti richiesti in quanto non sono aziende private. E solo in presenza del gestore unico si ha l’accesso ai fondi del PNRR. Era stato proposto lo sdoppiamento di ACS creando un’azienda irpina e una sannita in modo che GESESA che è una SpA privata contenente ACEA e SUEZ potesse prendere il controllo così privatizzando il tutto, ma anche Gesesa ha i suoi problemi oltre a quelli dei processi a suo carico per  l’inquinamento dei fiumi con sequestro di dodici depuratori tra Benevento – Ponte delle Tavole, Capodimonte e Pontecorvo – Telese Terme , Frasso Telesino, Melizzano, Forchia, Castelpoto, Morcone, Ponte e Sant’Agata dei Goti. Nel mirino degli inquirenti, amministratori, dirigenti e tecnici comunali, amministratori, dirigenti e dipendenti della Gesesa, titolari e operai di società, titolari e addetti di laboratori di analisi, tecnici Arpac. l’udienza preliminare avrà luogo il 23 gennaio del prossimo anno. E sull’affidamento alla Gesesa, da parte del Comune di Benevento, della gestione del Servizio idrico integrato.

Il contratto di GESESA col comune di Benevento adesso è scaduto e non può avere un affidamento senza gara che l’EIC a suo tempo non ha indetto, tranne che il comune di Benevento non trovi qualche escamotage che raggiri la legge.  A causa di questa situazione i finanziamenti del PNRR sono perduti. Intanto come ha affermato il prof Aquino le reti si trovano in condizioni indicibili, il 70% dell’acqua va persa. Con la crisi idrica il prof Aquino dice che ACS ce la può fare a non interrompere il servizio, ma deve riparare le reti risparmiando così anche sul sollevamento in un momento in cui l’energia elettrica ha un costo altissimo e investendo sulla depurazione.

La riforma del settore idrico contenuta nel Ricovery Plan e la legge sulla concorrenza puntano ad un sostanziale obbligo alla privatizzazione. Fanno intendere che è l’Europa che ce lo chiede, ma in verità ma non c’è nessuna disciplina europea che costringa gli stati membri a liberalizzare e privatizzare.

Se la politica fosse razionale dovrebbe pensare solo alle questioni pratiche e all’efficacia dei provvedimenti e invece possono accedere ai fondi del PNRR solo le aziende moderne e per moderne si intende aziende industriali che significa aziende private. Nella gestione industriale c’è il profitto, proprio quello che il referendum del 2011 aveva eliminato in quanto non si deve trarre profitto da un elemento indispensabile per la vita. E siamo sempre là. Adesso stanno provvedendo a privatizzare la gestione dell’invaso di Campolattaro. Le multinazionali stanno già mettendo le loro mani sull’invaso di quest’acqua che per l’uso domestico deve essere depurata e che ancora non viene depurata.

Invece di affrontare i problemi veri che sono la dispersione del 70% dell’acqua e il risparmio di energia elettrica, il solo obbiettivo dei nostri politici, quelli che fanno le leggi, è privatizzare ( purtroppo anche il M 5 S che ha perso la sua prima stella, quella della gestione pubblica dell’acqua). Se chi gestisce la Cosa Pubblica avesse a cuore il benessere dei cittadini e dell’ambiente senza sfruttamento eccessivo delle fonti che non sono inesauribili, allora avrebbero pensato come primo obbiettivo di riparare le reti senza fare delle leggi che lo rendessero impossibile, ma i fondi del PNRR si danno solo a quelli che sono ubbidienti e privatizzano. Tutti i governi dopo il Referendum hanno cercato di imporre la privatizzazione, ma questo è il peggiore. Un governo ideologico che odia la razionalità e l’efficienza. Tutto è sacrificato all’altare del liberismo cancellando la democrazia perché in questo modo la volontà della maggioranza dei cittadini viene violata. Forse Draghi pensa che i cittadini siano stupidi e che solo lui e la sua squadra capiscano tutto. Lui capisce tutto quello che fa gli interessi delle multinazionali e delle banche. Chiedo ai cittadini: Ma noi ci meritiamo politici così? Se pensate che tutto questo non sia giusto, non votate per gli imbonitori. Abbiamo bisogno di politici seri e onesti che abbiano a cuore l’ambiente da cui dipende la nostra stessa sopravvivenza.

Giuseppina Buscaino Referente Coordinamento campano acqua pubblica

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