Salvador Dalì: Il Surrealismo protagonista di un’originale retrospettiva

Di Laura Serluca – “L’uomo, l’artista “ è il titolo della mostra che celebrerà fino al 30 Giugno 2012 presso il Complesso del Vittoriano di Roma la genialità del maestro catalano Salvador Dalì. Dopo l’esposizione negli anni scorsi delle opere di Giotto e Van Gogh, la primavera museale italiana si propone quest’anno di evidenziare in maniera del tutto originale gli aspetti-chiave dell’attività artistica di uno degli interpreti più affascinanti del Surrealismo. Dalì supera l’osservazione e la riproduzione realistica degli oggetti e si esprime rifiutando la rigidità degli schemi che impone la razionalità. L’arte ha, per sua natura, gli stessi meccanismi del sogno. E’ attraverso la fantasia dunque che egli crea dei luoghi nei quali capovolgersi e ridursi in libertà ondulata. Il percorso espositivo, forte del contributo della Fundació Gala-Salvador Dalí oltre a voler evidenziare le molteplici sfaccettature di un personaggio distante da una quotidianità comune, definisce anche il rapporto dell’artista spagnolo con l’Italia, aspetto tutt’ora trascurato negli studi e nelle mostre daliniane. Attraverso l’esposizione di documenti, fotografie, disegni, filmati, lettere, progetti ed altro materiale inedito sarà possibile seguirlo nei suoi viaggi in Italia e rivivere la curiosità che animava i suoi incontri come per esempio quello con Anna Magnani e con Luchino Visconti. Pittore, disegnatore, scrittore, appassionato di scienza, catalizzatore delle correnti di Avanguardie, illustratore, orafo, cineasta e scenografo, Salvador Dalì già negli anni Trenta aveva intuito l’importanza della cultura di massa, anticipando di gran lunga l’atteggiamento di Andy Warhol, il fare di sé stesso l’oggetto stesso di una stravagante ed interminabile opera d’arte. La sua personalità eccentrica, bizzarra e visionaria fluisce impetuosa riversandosi nei suoi capolavori. Le forme spigolose del suo carattere agitano i colori di una vita tutt’altro che asciutta. Non ci sono più argini tra l’uomo e l’artista. Non c’è spazio per la ruggine.