Politiche giovanili, Furore (M5S): “Dall’EU opportunità di formazione e lavoro. Basta con l’associazione Sud e assistenzialismo, i ragazzi vogliono mettersi in gioco”

Riceviamo e pubblichiamo: Il fondo Erasmus Plus aumentato del 22 per cento che permette l’interscambio culturale per tutte le associazioni sportive giovanili e quella dei giovani artisti; Europa creativa con i laboratori culturali per i ragazzi che vivono nei quartieri più difficili del Sud, e poi i programmi turistici e quelli strettamente collegati alla Pubblica Amministrazione.  Sono sono alcuni dei programmi a gestione diretta finanziati direttamente dalla Commissione Europea illustrati dall’Europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Mario Furore, nel corso del convegno “Giovani, istituzioni e Europa: risorse e opportunità per il Sud”, da lui promosso, presso il Museo Archeologico di Pontecagnano. L’euro deputato, impegnato in varie tappe in tutta la Penisola per una campagna di formazione e informazione su quelle che sono le opportunità che derivano dall’Unione Europea, nel corso dell’incontro ha voluto ascoltare anche le istanze presentate proprio dalle associazioni giovanili. “I nostri ragazzi – commenta l’Europarlamentare Furore –  vanno ascoltati perché questo è l’unico modo per capire realmente quali sono le difficoltà che incontrano sia nei percorsi formativi che nell’inserimento lavorativo. Una buona politica giovanile non si può mettere in campo senza toccare con mano le esigenze reali legate anche ai territori in cui vivono, soprattutto nelle cosiddette aree interne da dove bisogna ripartire. I giovani del Sud non vogliono assistenzialismo, vogliono avere l’opportunità di formarsi al pari dei loro colleghi europei e lavorare; mettersi in gioco. Devono essere al centro dell’agenda politica, bisogna superare un gap, ma con i fatti anche attraverso una visione ampia di Europa. Nella Conferenza per il futuro dell’Ue le delegazioni giovanili, ad esempio, hanno potuto dire la loro e partecipare a un grande processo di cambiamento. I programmi finanziati dalla Commissione Europea – continua Furore – non sono fini a se stessi, ma danno la possibilità ai ragazzi di reinventarsi, avere nuovi spunti, anche attraverso nuove figure professionali come potrebbe essere l’euro progettista. Oppure i progetti per le politiche ambientali in grado di creare figure professionali che ruotano intorno alla sostenibilità economica. Sostanzialmente, si creano progetti che a loro volta creano occupazione: è un circolo virtuoso che in questo settennato non possiamo in alcun modo farci sfuggire. Politiche giovanili, ambiente e innovazione tecnologica sono i tre assi su cui dobbiamo lavorare”, conclude.