Parola a capitan Bruno. Lettera aperta del numero uno atripaldese al termine della stagione

In ogni partita casalinga della Sidigas Atripalda il condottiero 39enne (ma l’animo e lo sprint di un ragazzino) capitan Marcello Bruno ha curato una rubrica nella fanzina di gara; stavolta ha salutato i tifosi con una lettera aperta pubblicata sul sito ufficiale www.pallavoloatripalda.com che riproniamo integralmente: Come ogni bella favola che si rispetti (ma questa non è una favola) voleva il suo bel lieto fine e così è stato, il 7 maggio 2011 si è scritto una bella pagina di storia e di sportività della pallavolo irpina. La Sidigas del presidente Capaldo e di Mister Marolda hanno coronato un sogno lungo 8 mesi, fondato sul duro lavoro, sulla costanza e sulla caparbietà di 12 guerrieri. Il compimento di questo indimenticabile successo non poteva avvenire in un contesto migliore, la palestra comunale di Avellino piena in ogni ordine di posto, dove i colori bianco blu e bianco rossi delle tifoserie rivali la facevano da padrona in un pomeriggio dove lealtà, sportività e civiltà sono state le costanti di un match dall’alto contenuto emotivo e tecnico. Le prime due della classe hanno dimostrato tutto il loro valore, sia in termini di collettivo che di individualità, esprimendo una pallavolo a tratti spettacolare. La pallavolo Molfetta di mister Lorizio con i suoi ragazzi hanno provato fino all’ultimo a vendere cara la pelle e portare a casa quei tre punti decisi verso la gloria, ma sotto di due set ad uno la Pallavolo Atripalda, come spesso è accaduto durante questa stagione, con uno scatto d’orgoglio e con una intensità agonistica tipica delle grandi squadre ha giocato un quarto e decisivo set ai limiti della perfezione, liberando al termine, un esplosione di gioia ed emozioni che rimarranno indelebili nella mente e nel cuore di tutti. È stata così scritta la storia in un piccolo e ridente paesino irpino, Atripalda appunto e di una giovane società costituita da dirigenti e atleti “operai”, che hanno fatto del lavoro, dell’umiltà, della tenacia il loro cavallo di battaglia, al cospetto di tanti che spesso hanno denigrato, sottovalutato e criticato questa realtà, ricordando e sottolineando a tutti che le vittorie più belle sono state ottenute sì nel catino di via San Giacomo, ma i successi più importanti e determinanti di questa stagione sono stati costruiti lontano dalle mura amiche, sfatando in conclusione l’idea di essere una squadra “casalinga”. È arrivato dunque il momento, in qualità di capitano orgoglioso di un gruppo di “valorosi”, di ringraziare TUTTI (la lista sarebbe troppo lunga ed a questa età rischierei di fare torto a qualcuno dimenticandolo dall’elenco), per questa stagione che rimarrà una tra le più avvincenti ed emozionanti a cui io abbia mai partecipato.