Nasce “Detti, proverbi e modi di dire cilentani”: su Facebook e Instagram la cultura del Cilento rivive fra parole e illustrazioni

Il Cilento, terra di confine dove le culture si incontrano (e si scontrano), miscelandosi tra loro per dare vita a un unicum tanto identitario, negli usi e nei costumi, quanto frastagliato nella miriade di dialetti, simili ma differenti fra loro, di centro urbano in centro urbano.
Eppure, nonostante le differenze e le divergenze, il Cilento condivide tutta una serie di detti, proverbi e modi di dire che, nonostante cambino dal punto di vista lessicale, di luogo in luogo, mantengono e comunicano le stesse ideologie, la stessa visione di un mondo rurale che continua a vivere all’interno di quella cultura ancora oggi.
“Quannu ‘a fimmina vo’ fila’ fila puru cu nu sprocculu”
Da un’idea di Giuseppe Galato, originario di Licusati, e dalla passione per la riscoperta degli usi e dei costumi del Cilento, nasce “Detti, Proverbi e Modi di Dire Cilentani”, un contenitore dove poter analizzare, per l’appunto, i modi di dire di questa “terra di mezzo”, cercando di risalire anche all’origine del significato, capire come sono nati e come si sono sviluppati:
«Quello che vorrei fare, con “Detti, Proverbi e Modi di Dire Cilentani”, è l’andare a sottolineare il significato di questi detti (spesso riportati in maniera erronea) e cercare di risalire anche all’origine di essi, capire come e da cosa sono nati. Il fascino dei detti e dei modi di dire sta nel fatto che, in poche parole e con l’utilizzo della metafora, si riesce a riassumere una situazione, un comportamento, un determinato fatto, in maniera creativa. Potremmo definirla quasi una forma d’arte che, di conseguenza, si trasforma in tradizione popolare, divenendo bagaglio culturale condiviso di un’intera popolazione».
“Cum’u casu ngopp’i maccaruni”
Su “Detti, Proverbi e Modi di Dire Cilentani”ai detti si accompagna una traduzione e, come già detto, una spiegazione del significato e della nascita del detto; inoltre, ogni modo di dire è accompagnato da un’illustrazione realizzata ad hoc dall’artista Elisa Montone, originaria di Santa Maria di Castellabate:
«La collaborazione tra me e Giuseppe è nata con l’esigenza di tradurre la spiegazione delle espressioni cilentane in illustrazioni e disegni cercando di ingrandire l’esperienza del lettore che diventa pertanto anche osservatore. Sono cresciuta con la mia bisnonna e perciò da piccola conoscevo e parlavo il dialetto cilentano molto antico, mio padre è un grande appassionato delle nostre tradizioni e per tutti questi motivi ho sempre custodito dentro di me le mie origini ed è anche per questo che ho subito trovato il progetto stimolante e divertente. Inoltre, mi è servito per imparare ad utilizzare il disegno digitale che per il fine mi è sembrato più opportuno».