Motori, Il gruppo Fiat perderà 10.000 dollari per ogni “500″ elettrica prodotta

Di Giuseppe Luongo – Negli ultimi tempi l’opinione pubblica è in fermento per l’arrivo delle prime vetture elettriche di serie, queste auto vengono acclamate come il futuro della mobilità personale (e non solo) a basso impatto ambientale (non si può dire impatto zero perché la corrente viene pur sempre generata impianti spesso non proprio moderni o ecologici). Nonostante ciò esiste il rischio che questi mezzi vadano a creare una cura peggiore della malattia che vogliono risolvere a causa dell’aumento, in futuro, dell’energia che le centrali elettriche dovranno generare. Uno degli uomini che si potrebbero definire non proprio favorevoli alle auto elettriche è Sergio Marchionne, non per le ragioni sopracitate ma perché, a suo dire, ogni 500 elettrica prodotta farà perdere alla Fiat 10.000$ nonostante il prezzo non basso a cui l’utilitaria italiana prodotta a Toluca (in Messico) sarà venduta: 45.000$, pari a circa 31.600€, come dichiarato dallo stesso manager italo-canadese:

“Con la 500, che la Chrysler inizierà a vendere l’anno prossimo, perderemo 10.000$ per ogni unità prodotta nonostante un prezzo di vendita che sarà tre volte quello del modello a benzina”.

Sorge spontaneo chiedersi perché Mr. Marchionne sia comunque intenzionato a portarne avanti il progetto anziché aspettare che la tecnologia migliori e diventi più accessibile in termini di costi, la risposta sta negli accordi presi con il Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama che prevedono il rilancio delle industrie americane facenti riferimento a Chrysler (ora controllata da Fiat) anche in chiave “ecologica” e nel 2011 questa parola fa rima con auto elettrica. In ultima analisi non bisogna dimenticare che Obama ha promesso un altro 10% della azioni di Chrysler a titolo gratuito a Marchionne se entro fine anno rispetterà gli accordi sottoscritti e dato che quest’ultimo mira al 51% delle azioni del gruppo statunitense (del quale per ora ne possiede il 25%) si può dire che il gioco valga la candela.