Martedi 11 gennaio ore 15 a Casal Di Principe un gruppo di allevatori inizia lo sciopero della fame

Riceviamo e pubblichiamo: Martedi 11 gennaio ore 15 un gruppo di allevatori inizia lo sciopero della fame, per conto delle associazioni costituenti il Coordinamento Unitario e a nome degli allevatori in mobilitazione per difendere il patrimonio bufalino dall’irresponsabile e inutile mattanza e dalla speculazione finanziaria.
Lo sciopero della fame è uno dei passaggi con cui  si avvia una nuova fase della mobilitazione messa in campo dal Coordinamento Unitario per la Difesa del Patrimonio Bufalino e ha tre obiettivi principali:
– Sostenere le richieste del movimento degli allevatori che da tempo propone la discontinuità con il fallimentare piano messo in atto negli ultimi anni per sostituire l’irresponsabile e inutile mattanza con un piano fondato sulla prevenzione e la vaccinazione
– Lanciare una campagna nazionale e internazionale che racconti la verità su quanto sta avvadendo a Caserta e in tutta l’area DOP della mozzarella di Bufala raccontando a tutti i cittadini le ragioni degli allevatori e dei trasformatori artigianali schierati a difendere il territorio, il lavoro, le aziende, la salute dei cittadini e il benessere degli animali
– Ottenere al Governo Nazionale ed alla Regione Campania l’apertura di un confronto sulle proposte che i movimenti degli allevatori hanno messo in campo nel tempo fin qui rimaste inascoltate per tutelare un settore così strategico per l’intero agroalimentare del mezzogiorno e di tutto il Paese decisivo per il Made in Italy
Lo sciopero della fame si avvia in uno dei luoghi simbolo della battaglia contro la camorra e per la legalità del Casertano, al Centro Don Milani di Casal di Principe (c/o la Nuova Cucina Organizzata in Via Giacosa, 25) per poi spostarsi nei prossimi giorni in altri siti e nel territorio dell’area, con l’obiettivo di coinvolgere la comunità locale e le istituzioni di territorio superando ogni divisione politica.
Due sono le prime persone che (ad oltranza) entreranno in sciopero, fortemente determinate a condurlo fino a quando agli allevatori dell’area della mozzarella di bufala dop non saranno date garanzie che si mettono in campo quelle risposte che finora non sono arrivate.
Alle due persone che concretamente si impegnano lo sciopero della fame si aggiungeranno quotidianamente gruppi di allevatori e di altri soggetti che si aggiungeranno all’iniziativa e verrà attrezzato un gruppo tecnico di coordinamento e supporto formato da volontari e operatori di diverse associazioni mentre è previsto un fitto calendario di incontri e iniziative di mobilitazione.
“L’azione che si avvia domani” fanno sapere dal Coordinamento Unitario per Difesa del Patrimonio Bufalino “è svolta a nome di tutti gli allevatori in mobilitazione e chiama al sostegno ed a raccolta quanti, territorialmente e nazionalmente, condividono lo sforzo di quanti (agricoltori e allevatori prima di tutto) si stanno battendo per difendere la terra, le mandrie, la dignità di chi produce il cibo. Questa iniziativa è solo la prima di una fase nuova del nostro impegno che punta ad allargare, estendere e rafforzare l’iniziativa inascoltata.”
“La nostra iniziativa non è una semplice protesta, non solo un grido di dolore per allarmare tutti i cittadini del rischio mortale che stiamo tutti correndo ma punta ad ottenere dalle istituzioni il cambio di direzione per come è stata gestita la questione dell’allevamento bufalino e ad ottenere un confronto vero sulle proposte che gli allevatori in mobilitazione nei mesi scorsi hanno avanzato”
Per questo, fanno sapere dal Coordinamento, il Coordinamento Unitario per la Difesa del Patrimonio Bufalino ha accettato l’invito dell’Assessore Regionale all’Agricoltura della Campania, On. Antonio Caputo, a tenere un incontro che avverrà mercoledi 11 gennaio alle 17 presso l’Assessorato all’Agricoltura a Napoli.
“Lo consideriamo un gesto importante e utile a costruire il  consenso e il  coinvolgimento prima di tutto di quanti sono chiamati a gestire in prima persona le azioni necessarie. L’apertura del confronto con gli allevatori in mobilitazione è un primo gesto utile;  andremo al confronto senza rinunciare a porre nessuna delle questioni che noi consideriamo strategiche convinti che adesso è il tempo della chiarezza e dell’assunzione di responsabilità.”