Limone: “Avellino Calcio? Non drammatizziamo e costruiamo il futuro. Vibonese nel mirino”

Riceviamo e pubblichiamo il pensiero del giornalista e tifoso dell’Avellino Emilio Limone. L’eloquenza di uno striscione racchiude in sé uno stato d’animo collettivo.Vergogna” è stata l’accoglienza su tela riservata ai biancoverdi, di ritorno dalla disastrosa trasferta di Bari. In effetti, la debacle del “San Nicola” non conosce attenuanti e tutto ciò che bisognerà evitare d’ora in poi, per raddrizzare il campionato, lo abbiamo messo in atto proprio sul campo pugliese. E non è solo questione di risultato: se l’Avellino ci avesse messo un minimo di grinta, anziché anticipare di qualche giorno i regali di Natale ai tifosi baresi, probabilmente anche una sconfitta comunque probabile, ancorché sonora, sarebbe stata maggiormente accettata. Detto ciò, lasciandoci alle spalle il poker subìto domenica, è già ora di guardare avanti ed evitare drammi eccessivi. Probabilmente cambiando mentalità anche con la sciarpetta al collo. Ciò che in Irpinia manca più di tutto, negli ultimi anni, è l’umiltà di comprendere che il blasone non vince i campionati. Anzi, siamo la concreta dimostrazione che più si ostenta un importante passato, che bisognerebbe iniziare a definire remoto, più gli insuccessi scalfiscono l’umore della piazza e precludono le possibilità di programmare con serenità. Neanche due ripartenze dai dilettanti, nel giro di un decennio, ci hanno insegnato a tenere i piedi per terra e vivere gradualmente una speranza di rinascita. Infatti c’è fretta di dominare, in barba alla programmazione che, sia ben chiaro, comporta anche il rischio di errori da cui trarre spunto per migliorare. Senza dimenticare che quest’anno, così come la scorsa stagione, non siamo certamente l’unica big del girone. Sin dall’insediamento al vertice della società irpina, il presidente D’Agostino ha messo in chiaro che il primato assoluto non era un obiettivo a breve termine, pur non disdegnando grandi impegni anche economici per costruire una rosa comunque competitiva, promettendo innanzitutto serietà, dedizione, rispetto per i tifosi ed amore per il patrimonio sportivo che l’U.S. Avellino rappresenta per l’intera provincia. Sicuramente, finora nessuno può mettere in dubbio buona fede ed impegno del patron. Non guasterebbe neanche un pizzico di fiducia e pazienza in più. Effettivamente, guardando la classifica, il terzo posto è solo a tre distanze e da qui alla fine del campionato tutto può accadere. In meglio o in peggio, ce lo dimostrerà il campo e ci saranno tempo e modo per tirare le somme. Recenti dichiarazioni del presidente, riportate dalla stampa prima della trasferta barese, già avevano fatto intendere la volontà di tornare sul mercato, per puntellare il gruppo laddove se ne ravvisi l’esigenza. Sarà importante capire quale sarà la direzione seguita dalla dirigenza, se proseguire la politica dei giovani o cedere alla tentazione di un pezzo da novanta; soprattutto sarà fondamentale individuare le carenze su cui intervenire, con rigorosa oculatezza. Si parla di mercato invernale ma anche questo argomento, in realtà, non è un immediato appuntamento nell’agenda biancoverde: tra poche ore, infatti, al “Partenio Lombardi” sarà di scena la Vibonese, per l’ultimo incontro di questo agrodolce 2020. I calabresi non sono da sottovalutare: i tre recenti pareggi con Teramo, Bari e Palermo e l’ottima prova giunta nonostante la sconfitta interna contro la capolista Ternana dimostrano che gli uomini di Braglia dovranno scendere in campo scevri da distrazioni e cali emotivi. Soprattutto in difesa, per evitare i black-out che tanto ci hanno infastidito domenica. Quanto all’attacco, ciò che sulla carta è una macchina da guerra dovrà concretizzare con continuità ogni chiara potenzialità. Partendo dall’uomo sicuramente più in forma del reparto avanzato, quel Bernardotto che contro i rossoblù vivrà anche l’emozione della sfida da ex. Chissà, magari coronandola con un dispetto ai vecchi compagni di squadra.