Lanciato in anteprima esclusiva su SentireAscoltare, “Il regalo della cornacchia” è il nuovo videoclip psichedelico del cantautore Antunzmask realizzato da un collettivo di quattro studenti di Roma

Dopo il singolo “Valentina”, e ad anticipare l’uscita del suo prossimo album (“Metamorfopsia”), un nuovo brano segna il percorso del cantautore psichedelicoAntunzmask: “Il regalo della cornacchia”.
In uscita per Fuffa Recordz, “Il regalo della cornacchia” ci presenta, ancora una volta, un Antunzmask dalla veste spoglia; dopo le sperimentazioni stoner del precedente album omonino, un ritorno alle sonorità del suo primo lavoro in studio, “Zero programmi in questione”: voci, chitarra classica, chitarra elettrica in slide, phaser a fare da contorno e a dare colore; tutto, naturalmente, suonato dal solo Antunzmask, in perfetto stile lo-fi, come da sempre il cantautore ha abituato i suoi ascoltatori.
«Ho deciso di ripartire dal classico canone “chitarra e voce”: in un periodo che sta diventando sempre di più tecnologicamente avanzato, anche in ambito musicale, molti artisti e gruppi rispecchiano l’entità di un futuro virtuale, meccanico, digitalizzato. Ed è una cosa buona, da sempre, l’evolversi della musica, al passo coi tempi, specialmente in Italia; però, io, invece preferisco sempre il vibrare delle corde e le saturazioni dell’amplificatore. Sarà che sono una frana con la tecnologia: il computer, il telefono… tutto. Il mio tipo di “evoluzione” può riassumersi in un detto pugliese: “Tutt’ li causi mài divàglia vòn, l’acqù massuch’ e lu saul’ mabagn” (trad.: “Tutte le cose mie diverse vanno, l’acqua mi asciuga e il sole mi bagna”)».
Il brano è accompagnato da un video altrettanto psichedelico: immagini e colori “acidi”, in animazione, si sposano con le note del brano, per sottolinearne le influenze stilistiche.
«Il video è stato realizzato da un collettivo di quattro studenti, giovanissimi, che ho conosciuto a Roma: Oscar Renni, Adina Enache, Maria Zilli e Sara Priorelli. La scelta delle animazioni è stata fatta veramente a scatola chiusa. Una canzone così “animata” necessitava appunto di un video del genere!».