La carovana della Sbk fa tappa nel vecchio continente, al Motorland Aragon

La carovana della Sbk fa tappa nel vecchio continente, al Motorland Aragon. Tom Sykes e la sua Ninja fanno bottino pieno, con la ventesima Superpole in carriera e una doppietta autorevole. Il campione del mondo in carica dimostra che il numero 1 stampato sulla sua carena non è un gentile omaggio, ma frutto del giusto mix tra talento umano e competitività tecnica. Nella prima manche è condottiero solitario, mentre nella seconda il compagno di squadra Loris Baz e Marco Melandri l’hanno impensierito non poco. Per Tom la tappa spagnola significa primato in classifica e la consapevolezza negli avversari che il pilota da battere è ancora di più lui. Altra doppietta per la Kawasaki con i due secondi posti del giovane talentuoso Baz. Il francesone pare aver acquisito quella maturità che gli ha permesso di tenere sotto controllo l’irruenza tipica di chi ha la sua età. In gara due, quando Melandri l’ha superato, è stato lì a puntare il suo collo proprio come fa un’aquila in attesa dell’errore della preda. Risultato che proietta Baz al secondo posto in classifica generale. La Kawasaki è tornata a far vedere i sorci verdi a tutti. Il carniere di Sylvain Guintoli è composto di una sesta e una quarta piazza, che lo portano al terzo posto in campionato. Il bottino aragonese di Marco Melandri è misero, in quanto il terzo posto della seconda manche non cancella l’amaro dell’undicesimo piazzamento colto dopo lo sventolio della prima bandiera a scacchi. Nulla è compromesso per Macio, ma l’affiatamento con la tanto desiderata Aprilia (quella che a suo dire permise a Max Biaggi di fare la differenza nei suoi riguardi) ancora non decolla. L’Aprilia è una signora moto, ma i suoi cavalieri ancora non sono in grado di dimostrarlo. Bene la Honda solo con Jonathan Rea: podio e quinto posto per il britannico numero 65. L’inglese dell’ala dorata numerato 91, invece, non è andato oltre un nono ed un ottavo posto. La Honda Sbk è lontana parente dalla cugina MotoGp. Agrodolce le prove dei ducatisti. Davide Giugliano in gara uno getta alle ortiche un buon piazzamento per la rossa, e al termine della seconda manche è settimo. Chaz Davies, invece, fa il percorso inverso: un buon quarto posto dopo il primo start, una scivolata dopo il secondo. Va ricordato, però, che quella di Aragon per la Ducati era una trasferta insidiosa, perché paga ancora pegno come velocità di punta. Il gap, però, si è ridotto sensibilmente e ad Assen il podio potrebbe essere un pensiero stupendo. Due brutte partenze rallentano l’azione di Eugene Laverty. Il nordirlandese, a suon di sorpassi, recupera, recupera, recupera e taglia i traguardi quinto e sesto. A mio avviso la Suzuki sarà per tutti una brutta cliente nel proseguimento di stagione. Buono il debutto della Bimota; i suoi piloti non hanno (causa regolamento) conquistato punti, ma hanno conquistato l’ammirazione degli appassionati. Coinvolgente la telecronaca con Max Biaggi superlativo nell’analisi tecnica. Una domanda: Max se guidasse quella moto, farebbe meglio di quel pilota? Per me sì, per voi?