Italo Cafasso, 40 anni e oltre di poesia per l’Irpinia

Un talento autentico quello di Italo Cafasso per la scrittura, riconosciuto da editori e discografici ma anche dal pubblico principale destinatario dei suoi testi ampiamente apprezzati nel corso dei decenni.
Come sostiene lo stesso Cafasso tale vocazione nasce per caso e diventa col tempo prima una grande passione poi una grossa fortuna. Nato negli anni 40’ ad Altavilla (Av)  fin da piccolo compone poesie e canzoni e da giovanissimo le fa cantare ai suoi coetanei. Emigrante gira l’Italia e l’Europa soffermandosi in Belgio, Svizzera e Germania e proprio dall’estero ha inizio la sua prolifica attività di paroliere proponendo i suoi testi a concorsi, gruppi musicali, case editrici, trasmissioni radio-televisive e perfino all’ambitissimo festival di Sanremo. Se però il festival lo snobba il pubblico è stato sicuramente piu’ generoso e  con 50.000 copie vendute una sua canzone ottiene il disco d’oro. Titolo del brano “ E’ grande questo amore’’ portata al successo da Enrico Musiani conosciuto specialmente quale interprete di Lauretta , Piccolo Fiore e Una spina e una rosa. Altri importanti riconoscimenti sono il  primo posto al concorso ‘’ Il Paroliere 1965 ’’ di Canicatti (Ap) e la partecipazione al “ Festivalissimo del sud’’ presentato nel 76’ da Pippo Baudo. Da qui una serie di importanti collaborazioni con Tony Dallara, Raffaella Carra, Betty Curtis, il gia ‘ citato Enrico Musiani, Avion Travel e tanti altri.
Nel 78’ compone il suo primo inno per la squadra del cuore, l’Avellino, titolo “ Forza lupi’’, un vero portafortuna poiché, dopo cinque anni in serie B, la squadra di Paolo Carosi vince il campionato e per dieci stagioni figura fra le protagoniste della massima serie. Seguiranno poi “Lupi alè” e la recente “Lupi olè’’ cantata da Mario Sgambati senza dimenticare pero’ anche un inno per il Milan ai tempi di Rivera, per il Bologna di Bulgarelli e nel 2008 per la Scandone Air alla vigilia delle Final Eight . Ma anche commoventi testi religiosi dedicati al martire altavillano S. Alberico Criscitelli, a San Pio da Pietrelcina, a Madre Teresa di Calcutta e a Giovanni Paolo II in occasione della sua scomparsa.
“La sua vena poetica piace soprattutto perché sorge liberamente dal cuore e si manifesta in voce di entusiasmo, di stupore e di dolcezza per le cose che lo circondano”. – secondo il critico Carmelo Testa –  “ Egli riesce a trarre poesia dalle circostanze piu’ varie della vita. dagli episodi più strani, dai fatti e dalle tradizioni  dei tempi andati, offrendo un tangibile contributo alla storia ed al folk della sua terra”. E solo in questi termini si può spiegare il suo estro e la vitalità dei suoi testi.
Ultimo cd inciso “La taverna di Donna Rosa’’ una gradevole ballata nel segno del folklore irpino e con i tipici strumenti della tradizione locale come la celebre tammorra. Recenti infine le collaborazioni coi maestri Elio Bascetta e Giulio Peluso e con l’orchestra spettacolo “Souvenirs”.
Nel 2010 il Premio “Armando Gill’’ come poeta e paroliere consegnato dal presidente del Coni Giuseppe nell’omonima manifestazione in onore del primo cantautore italiano.
Generoso Vella