Il mio primo maggio delle conferme di Maria Ronca

Riceviamo e pubblichiamo: Ma è possibile arrivare sempre dopo. Fenomeni che evidenziano ancora una volta, la sordità e il mutismo su questioni sociali che devono partire sempre in ritardo.
Sono anni che propongo una serie di incontri “Genitori alla riscossa”, “Genitori verso figli”, “Scuola e genitori in prima linea contro il bullismo e qualsiasi forma di discriminazione”, in provincia di Avellino e non solo, donando tempo e energie senza mai un riscontro reale.
Poi, arrivano i soldi da altre parti e tutti propongono l’ovvio, solo perché non è partorito da qualche mente eccelsa, nulla si muove.
Ma la vita va così, qualcuno dirà.
No, non deve andare sempre così, per chi lavora e si dà da fare.
Che schifo, il mio lavoro se lo aggiudicano al bando e il volontario contributo una premessa per chi si abboffa sempre.
Sociologa a gratis non va bene perché il mio valore non serve non dovrebbe contare.
Che schifo.
Ma non è certo per mia incuria che a molti va bene così.
Dobbiamo sempre “faticare”, come del resto da tutta una vita, in una situazione pandemica iniziata, prima della comparsa del virus. Donna in ombra, come la professionista che non conta mai, perché in possesso di tanta volontà, ma con una laurea debole.
Non per questo mi sono fermata, non per questo mi piango addosso.
Anzi, cammino, cammino a testa alta, lontano dalle critiche distruttive che non mancano mai, che mi hanno fortificata.
Non ci sono porte sbarrate che mi fermino negli intenti.
In prima linea. Operativa pronta a partire.
Pronto intervento contro il bullismo, contro la violenza di genere, contro la violenza in tutte le sue forme, contro ogni abuso. Ho gli strumenti, ho competenza.
Azioni di sensibilizzazione e di  promozione per le scuole di ogni ordine e grado, il mio lavoro per creare la consapevolezza responsabile che la violenza si combatte insieme.
Maria Ronca