Giovedì 18 Maggio inaugurazione della mostra “Cognizioni Misteriche tra Napoli e Parigi”

Giovedì 18 Maggio 2017, alle ore 18.00, sarà inaugurata la mostra “Cognizioni Misteriche tra Napoli e Parigi”, con opere recenti dell’artista francese Tatiana Chafcouloff e dell’artista napoletana Maria Pia Daidone, a cura di Maurizio Vitiello, all’INSTITUT FRANÇAIS NAPOLI, Via Francesco Crispi, 86 (80121), +39 081669665, +39 081668415 (fax), secretariat@france-napoli.it  – www.institutfrancais-napoli.com .
Periodo: 18.05 – 03.06.2017; orario: lunedì – venerdì: ore 09.00 – 20.00; sabato: ore 08:30 – 19:00.
 
Questa mostra è un sincero contributo a far riemergere il fascino, i segreti, i misteri, le rispondenze alchemiche delle due città e del sangue dei suoi martiri, ma non solo.
Emblematiche sovrapposizioni rientrano nella coscienza e creano attese.
La conoscenza suprema è data dai versanti più disparati della cultura e nell’aggregazione visiva delle chiese e dei monasteri un circuito “altro” carica e calibra potenzialità di ricerca del sublime.
Tatiana Chafcouloff e Maria Pia Daidone, su piste parallele e con diverse tecniche operative, con le proprie opere propongono respiri simbolici e rilievi misterici, anche poco conosciuti per rilevarli dall’oblio 
Tatiana Chafcouloff e Maria Pia Daidone hanno lavorato a più stretto contatto definendo delle similitudini con la sola opera comune “San Gennaro e Saint Denis: analogie”, lavoro di ampio respiro e di elevata caratura segnica e metaforica.
Le artiste come “cercatrici d’anima” riescono a rendere l’“esprit” del tempo passato, del proprio tempo e/o ad anticipare quello futuro.
Un “fil rouge” attraversa Napoli e Parigi, città universali, che i “globetrotter della civiltà” amano visitare.
Emerge oggi l’identità “glocal” per chi opera per la tutela e la valorizzazione di identità, tradizioni e realtà locali, pur all’interno dell’orizzonte della globalizzazione.
Ritrovare l’identità è un corso che può avvenire anche per vie misteriche e per vie simboliche.
Oggi, Napoli e Parigi possono essere osservate e valutate dal “flâneur”, termine reso famoso dal poeta francese decadentista Charles Pierre Baudelaire, che indica il gentiluomo che s’aggira per le vie cittadine, provando emozioni nell’osservare il paesaggio.
Walter Benjamin adottò questo concetto dell’osservatore urbano sia come strumento analitico che come stile di vita e se ne avvale come un prodotto della vita moderna e della rivoluzione industriale.