A “I Giovedì letterari da Guida” l’”amore” in napoletano di Giuseppe Capone

SALERNO – “Penzanno e screvenno” il giovane poeta maiorese Giuseppe Capone ci offre come dono per San Valentino, festa dell’Amore, la sua prima raccolta di versi, pubblicata da Terra del Sole edizioni, con una presentazione presso Imagine’s Book, ex Libreria Guida, a Salerno, Giovedì 13 Febbraio ore 18.30, in collaborazione  con ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo.
Poesie che racchiudono tutti gli elementi di quella napoletanità alla quale le generazioni precedenti a quella del Capone si sono abbeverate e frescamente dissetate: l’amore appassionato, le tradizioni popolari, la vita del quartiere e dei vicoli, i bozzetti di vita quotidiana, il sorriso “malincomico”.
“Pur nel suo piccolo, quella di Giuseppe Capone è una piccola, ma significativa e meritoria crociata. Nel nome della lingua napoletana. E della cultura identitaria del suo popolo.” – sottolinea nella prefazione a “Penzanno e screvenno” il professor Franco Bruno Vitolo – “Capone ha trentaquattro anni ed è cresciuto nell’era della tecnologia, del linguaggio globalizzato e del dialetto emarginato o ignorato. Ma egli si “incaponisce” e va controcorrente: estraendo dal pozzo dell’anima il meglio della sua sensibilità umana, si muove alla scoperta ed all’analisi dei testi sacri targati Napoli e ci fa trovare di fronte al paradosso di un giovane che, con ormai rara precisione ortografica e versi fluenti in rime sonore, scrive per trasmettere il linguaggio-radice e la cultura-radice, con uno spirito quasi da caminetto da nonno di altri tempi”.
Emblematica è proprio la sezione delle poesie d’amore: i versi di Capone sono in piena sintonia con le più diffuse canzoni del secolo scorso, “sanno di vucchelle, di reginelle, di sere di maggio,” – come ci ricorda ancora Vitolo, che colloquierà con l’autore nel corso dell’ultimo incontro de “I giovedì letterari da Guida” – “di passione appassionata, di “squagliamento” per l’amata e di turmienti d’amore (Aggio perduto ‘a pace che io tenevo ‘ncore e mmanco ‘nu dottore me putarriasanà), di vienemenzuonno, e di tenerezze per una lei che è, secondo tradizione, acqua e sapone, ‘na figliola abbasata e curtese”.
Sono versi senza tempo, perché l’amore è un sentimento senza tempo.
E, a sottolineare, con la musica, i versi del poeta, declamati dall’attore maiorese Tonino Di Bianco, la chitarra e la voce di Pierino Flauto, con il mandolino di Franco D’Amato, cantori, anch’essi, della canzone classica napoletana, per una serata dal sapore “amorevole” e spensierata.