“Zolfo” è il grido silenzioso dei Dancalia contro l’indifferenza

Immagina un cielo rosso, trafitto da lampi che non annunciano tempesta ma detonazioni. Immagina un ragazzo che corre a piedi nudi tra le ombre e la polvere, schivando detriti e con le speranze sbriciolate. Ha tredici anni, ma ne porta addosso cento. Ha negli occhi il riflesso delle fiamme, nel petto il nome di sua madre, sulla pelle l’odore acre della perdita. Quel ragazzo è Miran, ma potrebbe chiamarsi in mille altri modi. Potrebbe essere chiunque, ovunque.

È lui il cuore pulsante di “Zolfo”, il nuovo brano dei Dancalia.

In uscita il 18 luglio in radio e su tutte le piattaforme digitali, “Zolfo” è un titolo fortemente fortemente simbolico: evoca odore di bruciatoesplosioniinferno, ma anche purificazione attraverso il fuoco.

Il brano è la fotografia di un momento tragico, ma non raccontato con distacco giornalistico: è vissuto in prima persona, con crudezza emotiva e immagini violente ma vere. La canzone ci fa camminare tra le macerie reali ed emotive di chi non ha più niente da perdere.

Il testo è scritto con una forza asciutta e viscerale, come fosse un frammento di diario raccolto nel mezzo di una guerra. Ogni parola è una scheggia, ogni verso una corsa in mezzo al nulla.

“Ora chiedo un po’ di pace, voglio respirare zolfo in modo da bruciare per sentirmi bene.”

Questa frase è il cuore del brano. Un paradosso che spiazza: bruciare per sentire qualcosa, perché a volte il dolore fisico è più sopportabile del vuoto che lascia dentro la perdita. Il protagonista non chiede vendetta, solo un po’ di pace. Ma anche quella, sembra, è andata in fumo.

Il messaggio di Zolfo è feroce e necessario: la guerra non lascia superstiti dentro, anche chi sopravvive fuori, spesso, è già cenere dentro. Il brano non offre risposte, ma una testimonianza fortissima che ci ricorda cosa accade quando il mondo crolla e il dolore diventa l’unico compagno di viaggio.

Musicalmente, “Zolfo” è un intreccio magnetico di elettronica e umanità, dove i sintetizzatori creano una tensione palpabile, i riff della chitarra distorta graffiano l’atmosfera e i ritmi serrati spingono il cuore a battere più in fretta. La voce di Costantino Pulina è intensa, scura, ma mai gridata: si insinua nella mente come un pensiero che non riesci a scrollarti di dosso. L’arrangiamento, curato nei minimi dettagli, oscilla tra pause sospese e improvvise accelerazioni, con richiami alla new wave e all’indietronica .

Per la band di Sassari “Zolfo” rappresenta una nuova tappa intensa e necessaria, capace di parlare dell’oggi con onestà e profondità, restituendo alla musica quella capacità rara: emozionare, davvero.

Chi sono i Dancalia?

Dancalia è una band indie elettropop dal sound iper contemporaneo, che unisce ritmi ballabili e testi visionari a una fusione raffinata di synthchitarre new wave e post-punk e influenze indietroniche. Il progetto nasce dall’incontro tra la visione elettronica di Giuseppe Cappio Borlino (già in Roland Against the MachineShelf), i riff eleganti di Mattia Schintu (Skima) e la voce evocativa di Costantino Pulina (Iridiø / Albert nello Spazio).

La band si ispira a sonorità internazionali come Rufus du SolPhoenixMac De MarcoRoosevelt e Alex Metric, ma anche a riferimenti italiani come CosmoGhemonVerdena e Uochi Toki. Il risultato è una proposta musicale ibrida, contemporanea e ricercata, che sfida le convenzioni del pop mainstream.

Nel 2024 pubblicano i singoli Resistenza ed Ernst Mach ha imparato a volare, prodotti e mixati da Alfredo Puglia insieme a Cappio Borlino. A dicembre esce il remix di Resistenza firmato da Henry Beard, mentre a maggio arriva il primo brano in inglese, Take My Love.

Il 18 luglio 2025 tornano con Zolfo, un brano intenso e crudo, che segna una nuova evoluzione del loro linguaggio musicale.