Intervista al Cavaliere Domenico De Rosa: “Il tempismo sbagliato dell’Europa e l’illusione dell’ottimismo tattico”

Il Cavaliere Domenico De Rosa, CEO di Smet, è noto per la sua visione pragmatica e il suo approccio strategico. Con una vasta esperienza nelle dinamiche economiche globali, è anche un attento osservatore delle politiche internazionali e delle scelte strategiche che influenzano le relazioni commerciali tra le potenze.

Cavaliere De Rosa, recentemente l’Unione Europea ha mostrato ottimismo nel voler negoziare un accordo commerciale “più ambizioso” con gli Stati Uniti. Come interpreta questo ottimismo dell’Europa?

Questo ottimismo arriva troppo tardi. L’Unione Europea sta cercando di negoziare un accordo ambizioso, ma lo fa dopo anni di tensioni mal gestite e lungaggini diplomatiche. In un contesto geopolitico che è cambiato rapidamente, l’UE appare come un attore che cerca di recuperare il terreno perso senza una strategia chiara. Il Regno Unito ha agito con pragmatismo, l’Europa continua a inseguire una visione non più realistica.

Cosa ne pensa del confronto tra il Regno Unito e l’Unione Europea in questa situazione?

Mentre Londra ha chiuso un accordo utile per le proprie esportazioni, l’Unione Europea continua a perseguire una postura insostenibile. C’è un’inerzia che ha caratterizzato la politica europea negli ultimi anni, con una visione ideologica che ha impedito all’UE di considerare i dazi come strumenti legittimi di pressione economica.

Come giudica l’approccio della Commissione Europea negli ultimi anni?

Gli Stati Uniti, con Trump o senza, hanno difeso i loro interessi industriali con determinazione. L’UE, invece, ha continuato a concentrarsi su principi che non hanno protetto gli interessi europei, perdendo la capacità di reagire alle sfide globali in modo efficace.

Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha rifiutato di usare strumenti economici concreti, come i dazi, per proteggere i propri interessi. Oggi, però, sembra voler negoziare con “un grosso bastone”. Come vede questa mossa?

Questa mossa appare ridicola. L’Unione Europea ha evitato per anni di usare strumenti concreti, come i dazi, che altri attori globali hanno invece impiegato per difendere i loro interessi. Ora che l’Europa è in ritardo, cerca di usare una posizione più dura, ma la credibilità strategica è ormai persa.

Trump ha usato i dazi come una leva strategica per proteggere gli interessi industriali degli Stati Uniti. Come ha risposto l’Unione Europea?

Trump ha capito che i dazi non sono un incidente, ma una leva fondamentale nella competizione globale. L’Unione Europea, invece, ha risposto con principi morali e diplomazia, senza ricorrere a leve economiche concrete. Questo ha compromesso la posizione dell’Europa nelle negoziazioni internazionali, facendola sembrare indecisa e incapace di affrontare le sfide con la stessa determinazione degli altri attori globali.

Ora che Londra ha già concluso il suo accordo con gli Stati Uniti e la Cina ha negoziato con forza, come vede la posizione dell’Unione Europea in questo scenario globale?

L’Unione Europea si trova in una posizione difficile. Londra ha già concluso un accordo vantaggioso con gli Stati Uniti, mentre la Cina ha negoziato con forza. Bruxelles sembra rincorrere gli altri con una “strategia” che appare come una reazione tardiva.

Come dovrebbe l’Europa approcciare le negoziazioni internazionali in futuro per evitare di diventare un mercato passivo tra Stati Uniti e Cina?

L’Europa deve imparare a trattare come fanno le potenze vere, con coraggio e pragmatismo. Non può più permettersi di rimanere un mercato passivo tra Stati Uniti e Cina. Deve affrontare le negoziazioni con decisione. Solo così potrà consolidare il suo ruolo nel panorama globale. Se non agisce presto, rischia di essere relegata a una posizione marginale.