Dopo il successo riscosso al Teatro Marconi, torna a grande richiesta “Il cervello complice”, uno spettacolo che unisce teatro e divulgazione scientifica, regalando al pubblico un’esperienza intensa e originale. Dal 15 al 17 maggio, il palcoscenico del Teatro Tor Bella Monaca ospiterà questa coinvolgente rappresentazione, nata da un’idea di Silvia Mazzotta con la regia di Giuseppe Gandini, che racconta il viaggio interiore di una donna alla scoperta delle sorprendenti dinamiche del proprio cervello. In scena Silvia Mazzotta, Valentina Bruscoli, Marta Iacopini, Francesca D’Urso e Uma Salusti. Sara è una giornalista scientifica ultraquarantenne che scrive per una importante Rivista. Vive a Roma, ha un marito e 2 figli di 12 e 8 anni. É stata inviata dal direttore della rivista a Milano per seguire un importante Convegno della neuro-anatomista americana Jill Bolte Taylor, la quale presenta le sue recenti scoperte sulla struttura del cervello, diviso in 4 caratteri. Nella stanza d’albergo dove si svolge l’azione vediamo Sara accudita e contornata da questi 4 caratteri in carne ed ossa. Dapprima lei non ha coscienza della presenza dei caratteri intorno a sé perché non li può conoscere, ma quando torna dal Convegno, piano piano come per magia, i 4 caratteri le appaiono e, dopo un attimo di smarrimento, Sara ci si relaziona; capisce così che essi non sono altro che parti del suo stesso cervello, che governano la sua razionalità, la sua ansia, il suo essere stata bambina e il suo rapporto con l’Assoluto e con l’Universo. Partecipa con loro all’ “Assemblea cerebrale”, “istituita” dal suo stesso cervello per abbassare il livello dell’ansia e della paura quando questi raggiungono punte troppo alte, che divengono ingestibili. Diventa in qualche modo ‘amica’ delle parti del suo cervello tanto che a ciascuna affida un nome che le rappresenta. La conoscenza dei suoi 4 caratteri la trasformerà e le permetterà sia di scrivere l’articolo più importante della sua carriera a proposito della rivoluzionaria scoperta della scienziata che – al tempo stesso – di tornare a casa con una nuova coscienza di sé, affrontando con rinnovata energia e forza il marito, al quale chiederà in maniera perentoria maggiore attenzione e rispetto per il suo lavoro di giornalista, lavoro che è la grande passione della sua vita e che la realizza oltre la vita familiare.