Successo per la “Presentazione della guida & della mostra: LUCI E COLORI NEI PAESAGGI DELL’ENTROTERRA”

comunicato stampa –

Presso il Circolo della Stampa, situato in Corso Vittorio Emanuele, 6 (Palazzo della Prefettura) ad Avellino, domenica 28 aprile 2024, si è svolta con successo, alle ore 18.30 la “Presentazione della guida & della mostra <<Luci e colori nei paesaggi dell’entroterra>>” in occasione del bicentenario della nascita del rinomato pittore romantico avellinese Cesare Uva (1824-1886).

L’evento culturale è stato promosso ed organizzato dal Centro di ricerca “Basilio Orga”, dall’Archivio Cesare Uva e dal Circolo Culturale “Francesco Solimena”.

Si trattato di un evento culturale per celebrare il Bicentenario della nascita del pittore Cesare Uva.

La presentazione è stata realizzata in collaborazione con l’Archivio dei pittori irpini del Diciannovesimo secolo, il Comitato per la tutela dei pittori irpini dell’OttocentoIn Arte Libertas e l’Associazione Culturale “ACO”.

Ha condotto l’evento: Gianluca Amatucci (scrittore e giornalista).

Hanno salutato: Don Gerardo Capaldo (presidente del Circolo Culturale “Francesco Solimena”), Sabino Morano (scrittore e saggista), Francesco Iannaccone (economista), Antonio Carpentieri (Pax Christi), Giuseppe D’Amore (cultore), Francesco Roselli (pittore e ceramista) e Gerardo Troncone (presidente del Gruppo archeologico Irpino).

Ha relazionato Angelo Cutolo, cultore di storia locale e coordinatore di In Arte Libertas, che ha trattato “La guida alla mostra” affermando << Questa pubblicazione rappresenta un contributo di grande rilievo nel panorama degli studi artistici, ottenuto grazie a una meticolosa ricerca e a uno studio approfondito che l’autore ha condotto con sincera passione nel corso degli ultimi anni. Edita con cura dalle Edizioni Omicron di Napoli, la guida breve si distingue per la sua autorevolezza e completezza. La presentazione della pubblicazione è stata affidata alla cultrice d’arte professoressa Michela Femina, nonché direttrice artistica della mostra stessa.   Al centro di questa pubblicazione troviamo due contributi di particolare rilievo: “Luci e colori nei paesaggi dell’entroterra”, nel quale il professor Stefano Orga, ideatore, progettista e curatore della mostra, analizza l’importanza dei paesaggi dell’entroterra campani e laziali nella pittura romantica di Cesare Uva; e “Un paesaggio urbano erroneamente attribuito a Cesare Uva”, che offre un’analisi approfondita relativa all’errata attribuzione della piccola tempera “Gran largo dei tribunali”, anche conosciuta con la denominazione “Veduta di Piazza Libertà”. Un altro aspetto di notevole interesse è la “Biografia del pittore avellinese” Cesare Uva, un interessante contributo che delinea la vita e l’opera di questo artista in modo dettagliato e coinvolgente. Il professor Stefano Orga ha anche redatto le schede delle opere presenti nel “Lavori artistici in ostensione”, offrendo così una guida esaustiva alla mostra stessa. Infine, la pubblicazione si conclude con una sezione dedicata alla “Bibliografia”, che offre al lettore una preziosa guida per approfondire ulteriormente gli argomenti trattati.

Il progetto grafico editoriale è stato curato con maestria dallo storico dell’arte professor Francesco Campitelli, mentre la redazione editoriale è stata affidata al professor Fulvio Orga, garantendo così un’edizione di alto livello scientifico ed artistico. Le referenze fotografiche provengono dal Centro di ricerca “Basilio Orga”, che ha contribuito alla pubblicazione con immagini di alta qualità delle opere esposte nel capitolo “Rassegna delle opere in mostra”, arricchendo così l’esperienza di lettura e di fruizione visiva.

In definitiva, questa pubblicazione rappresenta un importante contributo alla comprensione e all’apprezzamento dell’attività di paesaggista dell’entroterra di Cesare Uva, un aspetto spesso trascurato della sua opera, che lo ha reso celebre soprattutto per i suoi dipinti marini nel contesto dell’arte napoletana del Diciannovesimo secolo.

Ha concluso i lavori Stefano Orga, critico d’arte, ideatore e curatore della mostra, che ha presentato “La mostra <<Luci e colori nei paesaggi dell’entroterra>>”, asserendo << Si tratta di una mostra di grande spessore artistico e di interesse non trascurabile, infatti, offre una selezione di opere caratterizzate da una particolare qualità e, soprattutto, da un pregio storico-critico non indifferente. Il grande valore di questa mostra è l’opportunità di poter visionare dal vivo alcuni capolavori poco conosciuti del pittore avellinese. […] Molti lavori in ostensione godono di una straordinaria freschezza, che enfatizza l’importanza del fattore cromatico, luministico e paesaggistico, sottolineando i valori plastici delle composizioni. Certamente il grande merito dell’artista avellinese fu quello di essere riuscito a rinvigorire il linguaggio romantico partenopeo del Diciannovesimo secolo in Campania.

Per questo evento culturale è stato esposto un particolare e singolare dipinto dell’artista avellinese “Avellino: la Valle dei mulini” del 1864, si tratta di una delle tre opere autografe conosciute che raffigurano gli scorci della sua città di Avellino, le altre due raffigurano il Ponte della Ferriera, da due angolazioni differenti. In quanto alla “Veduta di Piazza Libertà” non è un’opera di Cesare Uva!

 

LUCI E COLORI NEI PAESAGGI DELL’ENTROTERRA

Mostra d’arte

La mostra Luci e colori nei paesaggi dell’entroterra esplorerà l’affascinante mondo artistico di Cesare Uva (1824-1886) attraverso i paesaggi del retroterra, che mostrano la sua adesione alla pittura romantica dell’Ottocento napoletano.

L’evento espositivo offrirà al pubblico un’opportunità unica di immergersi nell’arte di questo straordinario pittore avellinese.

Fra i lavori esibiti in questa prestigiosa mostra, spiccano per la loro eccezionale rarità e rilevanza opere di inestimabile valore artistico-culturale.

Tra queste, troviamo esposte:

·         “Dal Promontorio di Posillipo” (1857), che cattura la suggestiva bellezza dei paesaggi campani con maestria senza pari;

·         “Paesaggio sorrentino” (1860), un’opera che trasporta lo spettatore in una dimensione di serenità e contemplazione grazie alla sua magistrale resa dell’entroterra della costa sorrentina;

·         “Avellino la Valle dei mulini” (1864), che raffigura con vivida intensità il fascino rustico della campagna avellinese e la sua atmosfera fiabesca, si tratta di una delle tre opere autografe conosciute che raffigurano gli scorci della sua città di Avellino, le altre due raffigurano il Ponte della Ferriera, da due angolazioni differenti, in quanto alla “Veduta di Piazza Libertà” non è un’opera di Cesare Uva!;

·         “Ritorno dalla festa al tramonto” (1883), un dipinto intriso di luce e calore che evoca emozioni profonde e malinconiche in un’ambientazione laziale;

·         “Ricordi di Baviera” (1886), un’opera che rivela la sensibilità dell’artista nel catturare gli scorci più suggestivi di questa terra lontana;

·         “Ritorno dal lavoro“, che testimonia con sincerità la dignità del lavoro quotidiano;

·         e infine “Pastorella“, un dipinto che celebra la semplicità e la bellezza della vita rurale con un tocco di poesia e grazia.

Ognuna di queste opere rappresenta un tesoro artistico prezioso, capace di incantare e ispirare gli spettatori con la sua straordinaria bellezza e profondità emotiva.

Si invita il pubblico ad approfittare di questa straordinaria opportunità per esplorare l’eredità artistica di Cesare Uva, possono prenotare la visita mandando una mail a centrodiricerca.b.orga@gmail.com .

Dettagli della mostra:

Titolo: Luci e colori nei paesaggi dell’entroterra

Bicentenario della nascita del pittore Cesare Uva

Date: 03-04-05 maggio 2024

Orario: 10:00-13:00 e 17:00-20:00

Luogo: Circolo della StampaCorso Vittorio Emanuele, 6 (Palazzo della Prefettura), Avellino

Ideatore e Curatore: Stefano Orga

Direttore Artistico: Michela Femina

Progetto dell’Allestimento: Fulvio Orga

Biografia di Cesare Uva:

Cesare Uva, nacque ad Avellino l’undici novembre 1824 da Lucia D’Argenio (1800-1877) e Mariano (1794-1860), un pittore decoratore, che lo spronò ad interessarsi all’arte pittorica. La famiglia era di condizioni economiche modeste.

Esordì a livello locale presso la Mostra delle arte e manifatture del 1848, che si tenne ad Avellino, ove propose il dipinto Ramo di albero invecchiato (1848).

Ad Avellino il nostro pittore entrò in contatto con Enrico Capozzi (1820-1890), suo lontano parente paterno, che successivamente divenne un suo principale mecenate.

All’età di circa ventisei anni si trasferì a Napoli ove poté frequentare il Real Istituto di Belle Arti di Napoli, qui seguì le lezioni, prima di Costanzo Angelini (1760-1853), dal 1853 quelle di Giuseppe Mancinelli (1813-1875), ed in fine studiò con Gabriele Smargiassi (1798-1882), che lo influenzò notevolmente verso la Pittura romantica, tanto che Cesare Uva fondò la Scuola romantica avellinese nella sua bottega, impartendo lezioni di disegno e di pittura.

Fu invitato alla “Biennale Borbonica di Belle Arti” del 1855, presso il Museo, ove presentò il dipinto ad olio Veduta di Avellino con ponte.

Dopo gli studi partenopei ad Avellino aggiornò la bottega paterna verso le istanze della Pittura romantica, tanto da fondare la Scuola Romantica Avellinese.

Dal 1858 le sue opere furono molto apprezzate dall’aristocrazia napoletana, in quanto i suoi lavori furono molto graditi da Ferdinando II di Borbone (1810-1859).

La sua famiglia nei primi mesi del 1859 si trasferì definitivamente a Napoli. Qui si sposò con Antonietta Andreani.

Partecipò anche alle esposizioni d’arte della “Promotrice di Belle Arti Salvator Rosa” di Napoli dal 1862 al 1877.

Nel 1877 restaurò il Teatro comunale di Avellino.

Nel 1879 aprì una bottega d’arte con il pittore avellinese Giovanni Battista (1858-1925) in Via Riviera di Chiaia al n° 266.

Negli anni ottanta del Diciannovesimo secolo ottenne la Croce di cavaliere della Santa Sede da Papa Leone XIII (1810-1903), per meriti artistici, grazie alla segnalazione dell’Abate di Montevergine Dom Guglielmo De Cesare (1812-1884).

All’“Esposizione Nazionale di Belle Arti” di Roma del 1883 inviò le tempere Foresta in primavera e Ritorno dalla festa al tramonto (esposto in mostra).

Si spense a Napoli, sua città adottiva il 16 febbraio 1886.