“La felicità? Non è un mito”. Lo psicoterapeuta Michele Mezzanotte protagonista della seconda giornata di Giffoni Shock. Ospite anche la linguistica e scrittrice Vera Gheno

Se la felicità non è un mito, come scrive Michele Mezzanotte, psicoterapeuta e divulgatore, è sicuramente uno degli interrogativi che da sempre accompagnano l’essere umano, oltre a fungere da perno per la seconda giornata di Giffoni Shock, l’evento cofinanziato dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo come progetto speciale – annualità 2022.

Non è vero che vogliamo essere felici?” è infatti una delle domande-provocazione del progetto nato per stimolare la creatività e il dibattito. Mezzanotte è stato il primo ospite di una giornata intensa. “Fare cadere le maschere e mostrarci è un buon inizio per essere felici”, ha detto l’esperto alla platea, invitando i ragazzi a raccontare la loro idea di felicità. “Un concetto fondamentale è quello del limite. L’educazione è una costruzione necessaria per proteggerci, ma prima o poi bisogna rompere quel contenitore, altrimenti si rischia di essere soffocatiLa felicità, come che la vediate, non può dipendere da un agente esterno – ha detto lo psicoterapeuta – Dovete trovare la giusta dimensione dentro voi stessi”. Ma come si fa? Una ricetta, purtroppo non esiste. Di certo, buona norma è quella di non rifuggire le emozioni negative, perché tutte vanno vissute e non represse, mai. “Per me la felicità è inafferrabile – ha chiarito Mezzanotte – Ho una figlia di tre anni che si diverte moltissimo quando la inseguo. Ognuno ha la sua strada, tutto sta a scoprirla”. Spesso, quando si è giovani, ma non solo, il rischio è quello di sentirsi sbagliati: “Questo è il nostro punto di forza che dobbiamo provare a usare in modo costruttivo – ha continuato nell’incontro pomeridiano in sala Blu – Quando ci rendiamo conto che qualcosa non va, quando soffriamo, quello è il momento in cui può avere luogo la nostra rinascita. La nostra società non è abituata ad educare al fallimento, eppure l’errore rappresenta una grandissima possibilità”. Mezzanotte ha poi chiesto ai ragazzi quale fosse il loro mito interiore, raccogliendo moltissimi dubbi e paure. “Imparare ad ascoltarsi è il consiglio che posso dare”, ha chiarito Mezzanotte, sposando quella che da sempre è la mission di Giffoni: diventare un punto di riferimento per chi vuole trovare la sua voce.

Altra ospite della giornata Vera Gheno, linguista e scrittrice. “Sì, può renderci infelici – ha detto – ma allo stesso tempo può anche farci felici. Tutti noi esseri umani abbiamo bisogno di una dimensione di futuro, è questa la vera prospettiva di felicità rispetto a un eterno presente. Il futuro è importante perché ci offre un orizzonte. Vi ricordate il periodo della pandemia? Abbiamo dovuto rinunciare al futuro e rispolverare quello che a scuola studiavamo come futuro anteriore. Uno dei motivi di principale disagio era rappresentato dal fatto che eravamo impossibilitati a pensare al futuro così come siamo sempre stati abituati. E in quest’ottica la parola è importante per darci la possibilità di essere felici”. E ancora: Esiste una intrinseca distanza tra il linguaggio dei giovani e quello degli adulti – ha specificato la linguista – La lingua dei giovani si deve formare attraverso un processo di distacco, uccidendo ritualmente il padre. Rispetto al passato, con Internet e la globalizzazione, il nostro gap è maggiore come il giudizio di alterità, ma i giovani hanno un orizzonte cognitivo diverso da noi”. La lingua è anche cambiamento. “I cambiamenti fanno parte della realtà, ma noi siamo tendenzialmente guardinghi perché ci spaventano in quanto minano le nostre certezze. Eppure il lessico non deve essere vissuto come trauma ma come opportunità. Come diceva il mio maestro Tullio De Mauro, la scuola tradizionale insegna come si deve parlare, la scuola democratica come si possono dire le cose ed è su questo che dobbiamo concentrarci, sul mondo delle infinite opportunità. Siamo in una danza della quale non si deve avere paura”.

Intanto cresce l’attesa per CRISTIANO GODANO, musicista, cantautore, scrittore e frontman della band Marlene Kuntz e STEFANO BARTEZZAGHI, scrittore, critico letterario, professore all’Università Iulm Milano e giornalista italiano noto per il suo lavoro nell’ambito dei giochi di parole e degli enigmi linguistici. Sempre oggi spazio a Fondazione Deloitte che presenterà il documentario “Un punto preciso”, una riflessione corale sull’eredità intellettuale della Hack. Al termine della proiezione, a confrontarsi con i ragazzi sarà MARCO MARTINELLI, divulgatore scientifico e tiktoker, ha lanciato il suo primo format scritto e condotto da lui: “Il Piccolo Chimico” in onda su Rai Gulp. Mentre, domani 19 aprile, toccherà a Marianna Mammone, in arte BIGMAMA, rapper talentuosa, da subito si afferma per i suoi testi schietti che sensibilizzano e colpiscono l’ascoltatore con flow e giochi di parole estremi, che vanno sempre dritti al punto. Canta di discriminazioni e omofobia, sempre in maniera personale, tracciando un percorso nuovo dove spicca il coraggio di mettersi a nudo, senza vittimismi, ma con forte personalità, mostrando con audacia quelle cicatrici che l’hanno ispirata e che racconta nelle sue canzoni. E ancora nella stessa giornata spazio a JONATHAN BAZZI, stella abbagliante della narrativa, appassionato di tradizione letteraria femminile e questioni di genere. Chiude MARILENA UMUHOZA DELLI, fotografa, autrice, regista e attivista per i diritti umani, conosciuta per il suo impegno nel promuovere la consapevolezza sulla questione dei rifugiati e sulla necessità di “accoglienza e integrazione.