In un mondo in cui si corre sempre di più, nell’era della tecnica dove l’uomo è diventato un funzionario, cos’è la felicita? Se la tecnica è la forma più alta di razionalità mai raggiunta dall’uomo, in cosa consiste questa razionalità? Sono interrogativi che i filosofi e gli psicologi si pongono da tanto tempo, cercando risposte e proponendo soluzioni.
Tra le tante professioni di successo del nuovo millennio, una è sicuramente quella del Mental & Life Coach, un professionista che accompagna la persona nelle varie tappe del suo percorso di crescita, fino al traguardo finale, ossia una vita soddisfacente, equilibrata e in salute, attraverso il miglioramento delle proprie abitudini e la gestione dello stress.
Il Mental Coach si può definire un “allenatore della mente”, che segnatamente contribuisce a trovare le capacità interiori non ancora affiorate, aiutando il cliente a scoprire ed allenare le potenzialità, fornendo gli strumenti per raggiungere obiettivi specifici.
Facilitare il percorso di crescita significa lavorare anche sulle emozioni, agevolando l’individuazione di obiettivi realizzabili e fornendo la motivazione per raggiungerli, partendo dalle domande giuste. Se per essere felici bisogna trovare se stessi, è allora necessario focalizzare le energie nella giusta direzione.
Lo sa bene Diana Kobilica, ventunenne, originaria di Lucca, da poco trasferitasi a Milano. Una passione infinita per la pallamano ed un talento che la porta a giocare orgogliosamente nella nazionale italiana. Dopo alcuni anni di università in ambito moda, Diana sceglie di cambiare percorso, mettendo in discussione le scelte intraprese fino al quel momento, pensando che ciò che stava studiando non era quello che voleva veramente. Un cambio di direzione che la porta a cambiare città, perseguendo obiettivi diversi da quelli prefissati, mettendo ordine nella propria mente ed individuando quei meccanismi di auto-sabotaggio che bloccano la mente.
Un percorso che l’ha portata ad un miglioramento della sua vita, iniziando ad avvicinarsi al mondo del Life & Mental Coaching mediante dei corsi che le hanno permesso di comprendere meglio i suoi punti di forza e le sue debolezze, in un continuo cammino alla ricerca di maggiore sicurezza delle proprie capacità, con determinazione ed entusiasmo. Sono questi gli ingredienti fondamentali per iniziare a capire se stessi e quindi, col tempo, diventare un life coach. Infatti, ad oggi, non esiste in Italia un iter didattico univoco ed ufficiale, ma vi sono molti percorsi formativi erogati da organizzazioni nazionali ed internazionali che consentono una formazione di alto livello.
L’obiettivo di Diana, una volta completato il percorso formativo, sarà quello di aiutare il prossimo a migliorare e a migliorarsi, mediante le competenze acquisite, consentendo a tante persone di conoscersi meglio. Un obiettivo che la giovane lucchese ha ben chiaro oramai da tempo, dopo aver intrapreso una formazione che la sta portando ad inseguire un sogno ben lontano da quello iniziale di lavorare nella moda, ma che la rende felice.
Al giorno d’oggi è quasi scontato perseguire obiettivi volti alla crescita professionale, rincorrendo un titolo, un ruolo nella società o una posizione lavorativa di successo, ma si è davvero felici? Quel ruolo all’interno di un’azienda, rincorso per anni con sacrifici e ben pagato, è il coronamento di un sogno oppure è soltanto una piatta adesione nei confronti delle opinioni e dei gusti di una vasta maggioranza?
Il ruolo del coach, ben diverso da quello dello psicologo o dello psicanalista, aiuta chi inizia questo percorso a cercare il proprio posto nel mondo, con maggiore consapevolezza, in un processo di auto-trasformazione volto a focalizzandosi sulle risorse di cui si dispone.
Diana, con il suo percorso intrapreso, è un esempio di come si possa cambiare direzione in qualunque momento, ponendo come primo obiettivo non tanto l’agiatezza materiale, ma la conquista di nuovi traguardi morali e culturali, verso i quali la portano comunque la sua indole e la sua sensibilità.
Davide Esposito