Costruzioni: Pelazzi (Argenta SOA): “le imprese lanciano l’allarme: all’orizzonte si prefigura un rapido peggioramento del contesto economico che può mettere a rischio la realizzazione dei lavori del PNRR, la tenuta delle imprese e dell’occupazione nel settore. Il Governo deve ascoltare questo grido di dolore e intervenire prima che sia troppo tardi”

“L’aumento dei costi delle materie prime, la scarsità di materiali e la carenza di personale qualificato rischiano di bloccare la ripartenza del mondo dell’edilizia. I dati elaborati dal nostro Osservatorio evidenziano i rischi all’orizzonte del settore. Questo stato di cose pesa in maniera significativa sulle prospettive di crescita del settore e del Paese”.

Lo dichiara Giovanni Pelazzi presidente del Centro Studi sugli Appalti Pubblici di Argenta SOA  (http://www.argentasoa.it), una delle principali società organismo di attestazione che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche, nel presentare l’analisi realizzata sui dati Istat e sui risultati della survey condotta negli ultimi dieci giorni dal Centro Studi della società.
“Tre quarti degli imprenditori segnalano la necessità di avere una compensazione non solo di una parte dei costi delle materie prime ma anche degli aumenti di prezzo delle componenti (apparecchiature meccaniche, materiali impiantistici) che rappresentano una voce di costo importante per le imprese”.Questo uno dati che emerge dalle elaborazioni su un campione di imprese con attestazione SOA prodotte dal Centro Studi di Argenta SOA, osservatorio  nato all’interno della società per monitorare l’andamento del mercato degli appalti pubblici e dei settori produttivi coinvolti, con particolare riferimento al comparto delle costruzioni.
Le preoccupazioni maggiori delle imprese intervistate dal Centro Studi di Argenta SOA si focalizzano prevalentemente su tre aspetti: il principale (60% dei rispondenti) è l’aumento dei costi delle materie prime, seguito da scarsità di materiali e carenza di personale qualificato (20% ciascuno); le attese sulla tendenza del settore delle costruzioni nei prossimi tre mesi sono di un netto peggioramento (per la quasi la totalità dei rispondenti). Rispetto agli interventi predisposti dal Governo, le risposte dei partecipanti allo studio si dividono tra coloro che ritengono insufficienti le misure governative a tutela del settore e delle imprese (60%), anche a causa della lentezza degli interventi rispetto all’aumento dei prezzi, e coloro che non sono molto soddisfatti (40%). I giudizi sulla possibilità di realizzare le opere del PNRR dipende, secondo l’80% dei rispondenti, dall’implementazione di modifiche “sostanziali” al codice degli appalti e da un abbassamento dei costi di materie prime, intervenendo lungo la filiera per scoraggiare i fenomeni di speculazione che hanno contribuito al rialzo dei prezzi negli ultimi mesi.

“Quasi tre quarti degli imprenditori (74% delle risposte),- spiega Pelazzi- ritiene indispensabile implementare alcuni interventi finalizzati a compensare non solo una parte dei costi delle materie prime ma anche gli aumenti di prezzo delle componenti (apparecchiature meccaniche, materiali impiantistici) che rappresentano una voce di costo importante per le imprese e hanno ricadute significative sulla realizzazione degli interventi. Inoltre, viene sollecitata (90% dei rispondenti) la richiesta di riconoscere l’attestazione SOA anche per le imprese che realizzano lavori incentivati dallo Stato (che, quindi, ricadono in parte sul bilancio pubblico) anche se realizzati dai privati o, comunque, anche per i lavori sopra soglia (150mila euro), come avviene per gli appalti pubblici. Un altro aspetto interessante, infine, riguarda il tema della formazione del personale della PA che è ritenuto, in molti casi, inadeguato a programmare progetti qualitativamente validi e provvedimenti adeguati.”

“Questa survey – dichiara Pelazzi – lancia un monito chiaro e netto: se si va avanti di questo passo, anche se al momento la situazione del settore è buona, rischiamo di non cogliere appieno le opportunità offerte dal PNRR e di perdere un’occasione unica per modernizzare il Paese e sostenere la ripresa. Il Governo, che già ha fatto molto per il settore, deve continuare ad ascoltare la voce degli imprenditori e intervenire per prevenire, fino a quando è possibile, il peggioramento che già si intravede all’orizzonte. Ritardare significherebbe mettere a rischio l’esistenza di molte imprese e, quindi, la tenuta dell’occupazione in un settore che è cruciale in questa fase storica particolarmente delicata”.

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