Domenico Russo: “L’Avellino targato D’Agostino ha ridato serietà al movimento calcistico irpino”

Abbiamo raggiunto telefonicamente il giornalista Domenico Russo che commenta la nuova stagione dell’Avellino Calcio.
E’ un Avellino che finalmente dà segnali di stabilità. Dopo il caos “dilettantesco” (non dilettantistico) targato Izzo- Circelli, l’U.S. 1912 targato D’Agostino ha ridato serietà al movimento calcistico irpino. La famiglia di Montefalcione, col pargolo Giovanni
in primis, ha investito tanto non solo economicamente ma soprattutto in termini di ambizione. E ciò è fondamentale, soprattutto nel calcio odierno. Importante la scelta di puntare nuovamente su Salvatore Di Somma che, al di là dell’essere una bandiera, ha dimostrato di essere uno dei migliori dirigenti sportivi nazionali. E sul solco dell’esperienza si poggia pure la strada che ha portato in panchina ad un “volpone” della categoria quale Braglia, specialista ormai in promozioni dalla C. E’ stato un mercato difficile, condizionato dalla crisi covid, ma la proprietà non si è tirata indietra allestendo ex novo un organico di primissima qualità. Solida la difesa con due portieri affidabili (Forte e Pane), marcatori affidabili come Silvestri e Rocchi guidati da capitan Miceli, chiamato a comandare il reparto arretrato. Esterni di valore (Ciancio e soprattutto Tito). L’attacco è completo: Maniero ha colpi da categoria superiore, Santaniello vive il momento migliore della carriera, Fella è la “scheggia impazzita” che può far saltare il banco mentre Bernardotto ha la stoffa per divenire un top della categoria. Chiudiamo con la mediana, che forse non ha nomi altisonanti ma che proprio per questo possiede voglia di stupire. Il modulo sarà il 3-5-2 ma Braglia è intelligente e saprà cambiare qualora ce ne fosse bisogno. Lodevole la scelta precisa tecnica e societaria di non aver puntato su “cavalli di ritorno”: forse solo su Mariano Arini si poteva fare uno strappo, uno come lui in C ancora non si vede.  Ora parola al campo, e speriamo quanto prima voce ai tifosi in campo. Con un Avellino “di battaglia”, che da sempre con “calciatori di categoria” ha detto la sua in Serie C. La terza serie va stretta ad una piazza come quella biancoverde…”.