Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.

Riceviamo e pubblichiamo:
Il destino dell’Alto Calore SpA è nelle mani del PD perché nell’EIC chi è maggiormente rappresentato è il PD (adesso il Presidente del Distretto Calore Irpinia Sannio è D’Alessio, sindaco di Mercogliano del PD) . Ci sono tre fazioni, entrambe non vogliono realizzare una società consortile pubblica come invece è avvenuto ad Agrigento, dopo la terribile gestione della Girgenti acque della famiglia Campione che faceva pagare in bolletta una depurazione che non veniva effettuata erogando acqua sporca.
Qui in Irpinia, la fazione PD più agguerrita è quella di Del Basso De Caro che vuole fare entrare in ACS SpA GESESA privatizzandola, la più morbida, quella di Cipriano, vuole un’azienda pubblica in house, ma nessuno di loro vuole realmente la vera gestione pubblica che è l’azienda speciale che impedisce a qualsiasi privato di entrare. Come abbiamo detto infinite volte nella SpA può entrare il privato. Non siamo messi bene perché come abbiamo potuto constatare in questi ultimi anni il PD è il più feroce privatizzatore che ha prodotto leggi sia a livello locale che nazionale per privatizzare e con una grande sfacciataggine i politici del PD hanno detto che rispettavano il referendum. Ricordo loro che solo l’azienda speciale rispetta il referendum, tutto il resto significa privatizzazione. Come sappiamo benissimo il secondo quesito referendario votato da 27 milioni di persone dice che non si deve trarre profitto dall’acqua e ACEA vuole trarre profitto, così come qualsiasi altro privato che entra nella SpA. Ci sono cose devono essre fatte solo in un certo modo come a livello nazionale la PDL Daga, che o viene approvata così com’è, oppure non è una legge per ripubblicizzare come da referendum, non può essere emendata
Nel dicembre 2018 lo stesso Ciarcia diceva che bisognava fare entrare GESESA pena il fallimento perché non si poteva fare la ricapitalizzazione perché i comuni non avevano i fondi da impiegare in ACS. Dopo le proteste dei comitati e in special modo del comitato Acqua bene comune aspettando Godot, Ciarcia ed altri importanti personaggi del PD hanno cambiato posizione. Mi piacerebbe credere che si siano fatti un esame di coscienza, ma invece quello che mi viene più facile da pensare è che sia un gioco delle parti, una questione di equilibri dentro al PD. I comitati non appoggiano nessun partito e in special modo il Coordinamento Campano Acqua Pubblica. Noi vorremmo invece i partiti tutti, fuori dalla gestione dell’acqua. Una gestione pubblica senza partiti, con un comitato di cittadini che controlla.
Anche ad Agrigento, dopo lo scempio di Girgenti acque e il commissariamento, i partiti volevano una SpA pubblica in house, ma i cittadini si sono ribellati. Margherita La Rocca Ruvolo, sindaco di Montevago, era in totale disaccordo con la scelta di una nuova SpA perché alimenta forme di clientelismo e perché come espresso dal vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena: “La trasformazione di un ente pubblico che persegue gli interessi di tutti gli italiani, in una S.p.A. (non importa se capitale a pubblico o privato), che persegue solo gli interessi dei soci, è scalabile, prima o poi, da chiunque, e quindi anche da multinazionali straniere”. Questa sindaca sotto la spinta dei comitati di cittadini è riuscita a coinvolgere altri sindaci che hanno scelto il consorzio che non è scalabile.
Ciarcia vuole una gestione in house, parla tanto sui giornali, ma di concreto non vediamo niente, tranne il suo cambio di posizione sull’ingresso di Gesesa. Il sindaco di Avellino Gianluca Festa è muto e non convoca il consiglio monotematico sulla gestione dell’acqua. Lui dice di volere un’azienda speciale, ma questo non è quello che vuole il suo mentore Del Basso De Caro. Chiediamo a Festa di portare avanti con coraggio la sua posizione favorevole all’Azienda speciale pubblica e nel nostro caso un Consorzio pubblico. Noi abbiamo bisogno che lui si esprima con chiarezza e prenda una posizione ben riconoscibile anche perché il Comune di Avellino detiene il 10% delle azioni. Nel PD anche chi dice di volere la gestione pubblica, vuole una spa in house e quindi non vuole la gestione pubblica. Speriamo che il sindaco Festa sia coraggioso e si distacchi dalle posizioni assunte dai suoi colleghi di partito. Speriamo che faccia da guida così come è successo ad Agrigento col sindaco Margherita La Rocca Ruvolo. Chiediamo a Festa di convocare al più presto il consiglio monotematico.
Spero che i sindaci irpini seguano la coscienza, che siano onesti obbedendo alla legge che proviene dall’applicazione del referendum e seguano l’esempio di Agrigento. Loro hanno il dovere di contribuire al benessere dei cittadini e non al benessere del loro partito perché sono i sindaci di tutti i cittadini anche di quelli che non li hanno votati.
 
Giuseppina Buscaino Nebbia ( Referente Provinciale del Coordinamento Campano Acqua Pubblica)