Montoro, la Grotta dell’Angelo torna accessibile ai fedeli

La Grotta dell’Angelo a Montoro può essere di nuovo visitata il prossimo lunedì in Albis,
ovvero il 22 aprile, giornata in cui è generalmente frequentata. La riapertura della cavità
naturale al pubblico è avvenuta con la celebrazione della messa serale nella giornata della
Domenica delle Palme, la quale tradizionalmente segna l’apertura dei festeggiamenti in
onore di San Michele Arcangelo alla frazione Preturo.
Sfortunatamente, lo scorso anno non si è potuta rispettare la longeva consuetudine, per
via di massi pericolanti attorno alla grotta, così rendendo assolutamente pericoloso
percorrerla per tre volte nonché suonarne la campana, per ottenere la protezione di San
Michele contro i problemi di parto e le malattie viscerali, usanza tramandata nei secoli da
padre in figlio.
Data l’apertura ai fedeli, chiunque è accorso e accorrerà a venerare il santo potrà
osservare con i propri occhi le tecniche adottate per mettere in sicurezza il luogo.
Dopo interventi sostanziali nelle zone circostanti, quale il rifacimento del manto stradale
relativo alle vie di accesso, la messa in sicurezza ha riguardato diverse fasi piuttosto
impegnative per gli operai impegnati nei lavori, come ha attentamente sottolineato il
parroco locale Don Enrico Giarletta. Per questo motivo, il prelato e il comitato festa hanno
sentitamente ringraziato l’amministrazione comunale, in particolare il primo cittadino
Bianchino, per l’attenzione riservata a quanto ruota attorno alla venerazione di San
Michele. Di conseguenza, il comitato festa ha sentito la necessità di preparare una targa in
omaggio degli organi istituzionali.
La soddisfazione generale, però, non è solo dovuta alla riapertura al pubblico del sito, ma
anche alla complessità dei lavoratori eseguiti, per far sì che tali bellezze fossero di nuovo
ammirabili dai montoresi e non solo. Nella fattispecie, si è proceduto nella pulizia
preliminare del costone roccioso, in prima battuta, dunque abbattendo piccoli volumi
rocciosi in stato precario in maniera controllata. Tale operazione, però, non ha portato ad
alcun impatto ambientale sostanziale relativo allo stato dei luoghi.
Le parti oggetto dei lavori sono state consolidate, in seconda battuta, attraverso la posa di
reti a doppia torsione armata, rinforzate poi da reticoli a rombo in forma di cavi d’acciaio.
Anche questa fase non ha condotto ad alcun impatto negativo per l’ambiente come quella
precedente, data la visibilità delle reti soltanto a distanza ravvicinata. In più, è stato
favorito il consolidamento superficiale della pendice, poiché grazie al reticolo di funi è stata
decisamente migliorata la capacità di trattenuta, propria delle reti.