Conservatorio Domenico Cimarosa: Vernicefresca Teatro mette in scena “Qualcosa non ha funzionato”

In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne, che ricorre il 25 novembre, la compagnia teatrale Vernicefresca Teatro ha scelto di mettere in scena presso l’Auditorium del Conservatorio Domenico Cimarosa lo SPETTACOLO di TEATRO CIVILE  – QUALCOSA NON HA FUNZIONATO
per indagare e riconoscere la violenza nascosta, a volte, anche nei gesti apparentemente “normali”.
Qualcosa non ha funzionato” sarà rappresentato
il 21 NOVEMBRE in 3 REPLICHE:
DUE REPLICHE la MATTINA alle 9.30 e alle 11.30
ESCLUSIVAMENTE per gli STUDENTI delle SCUOLE SECONDARIE e i loro insegnanti;
la TERZA REPLICA la SERA alle 20.30
aperta ad un PUBBLICO più ampio di ADULTI
Parlare di violenza  in una realtà come quella attuale, dove la rapidità nella diffusione delle notizie e la spettacolarizzazione degli eventi sembra cancellarne l’impatto emotivo, diventa ancora più urgente e pressante.
Se, da un lato, l’assuefazione mediatica è un anestetico locale che annulla la reazione emotiva, dall’altro la macro-diffusione di fenomeni a sfondo violento non può non coinvolgere percentuali sempre più alte di potenziali spettatori.
Partendo da questa consapevolezza abbiamo costruito uno spettacolo facilmente accessibile anche agli adolescenti, che in esso possono ritrovarsi ed identificarsi.
Il linguaggio scenico richiama situazioni interiori, quotidiane e familiari, ma anche notizie di cronaca diversamente collocabili sia geograficamente che storicamente.
Le storie  raccontate come in una successione di video, affrontano temi rilevanti a cominciare dalla ricerca di una propria identità attraverso l’omologazione e la prevaricazione,  le dinamiche di gruppo, il confine labile tra “gioco” e violenza.
Questo spettacolo è il risultato di una lunga ricerca, “ricerca orizzontale” verso l’esterno, fuori e intorno a noi, nelle storie di uomini e donne comuni, ma anche una “ricerca verticale” dentro di noi, cosa succede quando entriamo in contatto e in relazione con l’altro.
Lo scopo è quello di sensibilizzare i ragazzi e non solo ad un maggiore e migliore ascolto delle proprie emozioni e, contemporaneamente, ad una più attenta analisi della società.
Indagare e riconoscere la violenza nelle nostre vite, imparare ad identificarla in gesti e situazioni apparentemente “normali”, sarà il punto di partenza che offriremo per un dibattito costruttivo tra studenti ed insegnanti, tra genitori e figli, tra uomini e donne del nostro tempo.
Testo: JayBlue
Regia: Massimiliano Foà
Attori: Nicola Mariconda, Rossella Massari, Antonio Melissa, Arianna Ricciardi
Scenografia: Fabio Santucci
Disegno Luci: Maurizio Iannino
Foto: di Luigi Cuomo Pasquale Foggia
Responsabile Promozione Spettacoli: Ester Iovino
Per info, costi e prenotazioni:
tel +39 328 3766363 
e-mail:info@vernicefrescateatro.it
 
evento Fb / www.facebook.com/events/305743193487223/?active_tab=about
Nel corso della Conferenza Stampa sono intervenuti:
Il regista Massimiliano Foà, due tra gli attori protagonisti Nicola Mariconda e Rossella Massari, Presidente dell’Associazione Vernicefresca.
Anna Montuori de la- Casa rifugio “Antonella RussoGiusi Pamela Valcalcer e Caterina Sasso de La Goccia Cooperativa che operano rispettivamente nel Centro Antiviolenza dell’Ambito A02 e in quello di Avellino “Alice e il Bianconiglio” Rita Nicastro del Coordinamento Irpino  di “Ni una menos”.
 
Di seguito stralci degli interventi di ciascuno fra gli intervenuti:
Anna Montuori – psicologa – de la- Casa rifugio “Antonella Russo
Nella nostra struttura arrivano donne di tutte le età, donne che scappano dalla loro casa, spesso senza portare nulla con sè. La nostra struttura si occupa in una prima fase di accoglienza delle donne maltrattate, spesso insieme ai bambini vittime di violenza assistita. Le accompagniamo poi nell’iter legale e sociale e lavorativo. Quando parliamo di violenza di genere non facciamo riferimento solo a quella fisica o sessuale, ma c’è tutto un mondo di violenza economica e sociale.
Auspichiamo di poter lavorare in rete con enti portando avanti linea della prevenzione e sensibilizzazione.
 
Massimiliano Foà – regista dello Spettacolo “Qualcosa non ha funzionato”
Lo scopo ultimo dello spettacolo è far riflettere su quei piccoli gesti che sembrano normali, ma che in realtà nascondono segnali di discriminazione, partendo da quelli che sono gli stereotipi di genere.
La dimostrazione di essere contrari alla violenza parte dai piccoli gesti quotidiani, essere più attenti a come si dicono le cose, cercare e trovare il modo meno ostile .. Oggi il pretesto per presentare lo spettacolo vuole provare a riaccendere l’attenzione su in argomento ancora fortemente presente ma spesso non percepito in modo adeguato. Con questa presentazione vorremmo dare vita ad una sorta di onda che non si ferma oggi
Le scene da cui nasce lo spettacolo, sono il risultato di esercizi di improvvisazione teatrale, che prendono spunto da uno studio, una conoscenza approfondita , un ascolto attento di storie ed esperienze reali con cui nel tempo siamo entrati in contatto, anche per la realizzazione del Laboratorio di “Donne che corrono con i lupi” nato in collaborazione con la Casa Rifugio “Antonella Russo”
Nel corso dello spettacolo, rappresenteremo come talvolta anche da una carezza fatta in un certo modo c’è già il segnale di un controllo.
Per realizzare la scenografia dello spettacolo, abbiamo raccolto i nomi delle donne uccise negli ultimi anni con la loro età, e ci siamo resi conto che l’età delle vittime è terribilmente varia. Vittime anche giovanissime, ci fa specie 20-25-40 anni, ma ci fa specie vedere anche 93 anni, e pensare che in realtà una donna anziana che viene uccisa da un uomo, da quanti anni era già morta?
È una perversione infinita.
 
Rossella Massari – attrice in scena e Presidente dell’Associazione Vernicefresca
Abbiamo scelto di affrontare nello spettacolo la violenza declinata nelle sue diverse forme, sviluppando una serie di situazioni incastrate tra loro che prendono spunto da storie vere o verosimili, quasi a voler guardare la violenza metaforicamente da “quattro finestre” diverse: la massima violenza, quella più estrema e che fa più notizia, la violenza all’interno della vita tranquilla, tra le pareti delle mura domestiche, la violenza che si scatena nelle situazioni in cui l’eccessiva cura dell’altro nasconde in realtà il desiderio di esercitare il controllo sull’altro, la violenza che nasce e cresce in dinamiche relazionali immature e superficiali.
Indagare la violenza nascosta, quel piccolo seme di violenza che è dentro ognuno di noi, perché nessuno fra noi si può ritenere immune da questo rischio: siamo tutti colpevoli, nella misura in cui siamo tutti spettatori di ciò che accade intorno a noi.
 
Nicola Mariconda – attore in scena
E’ stato complesso interpretare un ruolo così forte: far propria la violenza del personaggio che interpreto e manifestarla al pubblico, sentire e interpretare qualcosa di completamente altro da se stessi è la grande potenza del teatro, ma al tempo stesso lasica la tempo storditi.
 
Rita Nicastro – Coordinamento provinciale di “Ni una Menos”
La sfida è quella di tutelare sempre il corpo della donna, la sua libertà di scelta di vita, di lavoro. Come coordinamento stiamo cercando, in collaborazioni con altre associazioni che operano sul territorio, di portare avanti iniziative contro le discriminazioni di genere, a favore della piena applicazione della legge 194.
 
Giusi Pamela Valcalcer e   Caterina Sasso de la Cooperativa La Goccia  che operano rispettivamente nel Centro Antiviolenza dell’Ambito A02 e in quello di Avellino “Alice e il Bianconiglio”
 
Giusi Pamela Valcalcer – Coordinatrice del Centro Anti Violenza (CAV) dell’Ambito Sociale A02
“Qualcosa non ha funzionato è davvero il caso di dirlo, perché c’è ancora confusione anche tra chi dovrebbe farsi carico di indirizzare e curare le donne che subiscono violenza. Per questo motivo, il nostro impegno è innanzitutto quello di costruire un protocollo comune in modo che tutti adottino uno stesso linguaggio, per aiutare e indirizzare in maniera chiara chi ha bisogno di aiuto.
Nel corso di quest’anno già 30 donne di diverse fasce d’età e ceti sociali sono prese in carico presso il CAV di Mercogliano, ed è solo una parte di chi si è rivolto a noi.
Autodeterminarsi senza dipendere, è su questo aspetto che cerchiamo di insistere con le donne vittime di violenza perché riteniamo che sia il solo strumento in grado di offrire un vero riscatto sociale e umano.”
 
Caterina Sasso – Coordinatrice del Centro Anti Violenza di Avellino “Alice e il Bianconiglio”:
Nel 2018 ad oggi sono 66 le richieste accolte presso il nostro centro, e tante altre ancora esistono ma non hanno la forza di contattarci per denunciare o anche solo per chiedere aiuto.
Stiamo lavorando per fare rete sul territorio anche attraverso il progetto Be help is, con il quale abbiamo aggiunto altri servizi come orientamento nel mondo del lavoro, incrementando la collaborazione sul territorio con altri servizi sociali che già esiste ma che va integrata e sostenuta.