Prospettive ed aspettative per i pizzaioli, trovano successo per il loro futuro

Oltre 400 persone, invitate, hanno affollato il ristorante della piscina alla Mostra d’Oltremare di Napoli, partecipando al “1° Gran Galà del pizzaiuolo”, organizzato da BC Communication Services Srls, della giornalista Brunella Cimadomo, dando vita ad un confronto all’americana fra le varie associazioni di categoria della Pizza e le massime istituzioni, così come auspicato dall’ideatore e realizzatore Attilio Albachiara. Si è parlato e dibattuto del futuro degli artefici del disco di pasta più famoso nel mondo, anche alla luce del recente riconoscimento dell’Arte del pizzaiuolo napoletano, che il Comitato per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco, riunito in sessione sull’isola di Jeju in Corea del Sud, valutando positivamente, e con voto unanime, la candidatura italiana, ha riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità.
Questa ratificazione, che fa raggiungere all’Italia quotazione 58 per i Beni tutelati, dei quali 9 appartengono alla Campania, ha rappresentato il motivo di sprono per i tanti pizzaioli che hanno esportato la pizza nel mondo con la loro unica ed inconfondibile Arte nell’elaborarla e cuocerla. Un’Arte, una tradizione, una passione, un piatto completo della Dieta Mediterranea, altro Patrimonio campano riconosciuto dall’Unesco, della quale la pizza è parte emergente per i tanti prodotti che vengono utilizzati per crearla e farcirla. Quella pizza che essendo prossimi al Festival della canzone italiana di Sanremo, vogliamo ricordare, si esprimeva in musicalità con l’altro importantissimo evento, quello del Festival della Canzone Napoletana, che una volta tra canzoni italiane e napoletane univano il mondo, oltre che per gli incomparabili sapori della Vera Pizza di Napoli, anche musicalmente con la canzone, scritta da Alberto Testa, che dal Festival della Canzone Napoletana del 1966, interpretava l’indimenticabile Aurelio Fierro: «Volevo offrirti, pagandolo anche a rate… nu brillante ‘e quínnece carate… Ma tu vulive ’a pizza, ’a pizza, ’a pizza, cu ’a pummarola ’ncoppa…’a pizza e niente cchiù!». Alla serata hanno aderito tutte le Associazioni campane di settore: la Verace Pizza di Antonio Pace, l’Associazione Pizzaiuoli napoletani di Sergio Miccù, l’Unione Pizzerie Storiche Napoletane – Centenarie presieduta da Antonio Starita e l’Associazione Mani d’Oro di Attilio Albachiara, alle quali si è aggiunta l’adesione dell’Accademia enogastronomica MedEATerranea, guidata da Massimiliano Quintiliani. Hanno inoltre partecipato alla iniziativa anche il Direttore generale dell’ISMEA, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, Raffaele Borriello, ed ancora le istituzioni con i saluti portati per il Presidente della Campania Vincenzo De Luca, da Franco Alfieri Capo della Segreteria Politica, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno Antonio Limone, il senatore Bartolomeo Amidei, per il quale la proposta di legge da lui avanzata per l’istituzione dell’Albo professionale pizzaioli rappresenta “una forma di tutela e garanzia sia per i pizzaioli che per i consumatori”, la Presidente della Mostra d’Oltremare di Napoli Donatella Chiodo, il vicepresidente nazionale CNA Giuseppe Oliviero e Vincenzo Borrelli, vicepresidente sezione Turismo Unione Industriali di Napoli.
L’evento ha avuto il patrocinio delle massime istituzioni: Ismea, Regione Campania, Comune di Napoli, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e Mostra d’Oltremare di Napoli.
Di grande importanza per la kermesse è stata anche la partecipazione del mondo imprenditoriale del settore con Riccardo Agugiaro di Agugiaro & Figna – Farina Le 5 Stagioni, Ferdinando Marana di Marana Forni, Francesco Franzese de La Fiammante, Domenico Raia per Horeca RAIA, Massimo Calafiore di SIRE, Giovanni Marigliano dolciaria Marigliano, Antonio Beneduce Maestri Caseari Fratelli Beneduce, Gennaro Cariulo imprenditore della ristorazione, Paolo Aruta amministratore delegato Fratelli La Bufala, Teresa Iorio in rappresentanza di Franco Manna fondatore e presidente del marchio Sebeto che con i tanti locali di Rossopomodoro sia in Italia che nel mondo ha contribuito alla raccolta firme per il riconoscimento Unesco, Gennaro Galeotafiore de I Sapori di Napoli e Felicia Annarumma titolare di Annarumma Vini, anche con le sue bollicine di Falanghina spumantizzata “Bomba d’Amore”. Oltre agli interventi di tanti giornalisti presenti con in primis Ottavio Lucarelli presidente dell’Ordine campano, Enzo Colimoro fiduciario per la Campania dell’Impgi e Mimmo Falco presidente Corecom, sono intervenute Adriana Viola anche Discepoli di Auguste Escoffier, Assunta Pacifico del ristorante-pizzeria ’A figlia d’’o Marinaro e la pluricampionessa mondiale di pizza STG nel 2015 e fritta nel 2016 Teresa Iorio. Poi ancora in rappresentanza di Sergio Miccù, andato via per evidente stato di malessere influenzale è intervenuto il suo vice, il super campione mondiale Cav. Umberto Fornito, che in questo campo, ha dato e dà lustro all’Italia con le sue tante vittorie, nel proprio continente e nel mondo intero; per APN è intervenuto anche Raffaele Biglietto. Infine, il presidente dell’Upter Alfredo Folliero ed in conclusione Albachiara che insieme a Brunella Cimadomo, titolare di BC Communication, hanno moderato gli interventi dei personaggi che si sono alternati sul palco, nel suo saluto agli ospiti, fra l’atro, ha affermato: “Sono commosso e felice per aver dato modo, con l’unione di tutti i pizzaioli, di interrogarci con assoluta libertà sul nostro futuro, e dato che solo uniti si cresce, auspico ora una cabina di regia per le scelte future”. Molto gradita anche la presenza di Paco Linus e il gruppo “La piccola Napoli”. Una bella comunità, quella dei pizzaioli, che dopo il riconoscimento Unesco, ha voluto discutere con successo di idee e proposte, per un futuro sempre più interessante, che deve vedere la categoria il più possibile unita affinchè i riconoscimenti e le conquiste intascate come STG per la Pizza, l’Arte del pizzaiolo Unesco e la notorietà del prodotto nel mondo, possano essere un unico elemento per individuare chi la pizza la fa come Vera e Verace pizza napoletana con l’Arte centenaria trasmessa da tanti pizzaioli, come quelli di “Le Centenarie” che vantano appunto un locale ed un mestiere che si tramanda da oltre cento anni e che necessita essere sempre più valorizzato, divenendo una professione attraverso la professionalità voluta dal disegno di legge del Senatore Bartolomeo Amidei in discussione al Senato della Repubblica Italiana e vivaddio legge già approvata dal governo siciliano essendo a statuto speciale come voluto dal regio decreto n.455 del 15 maggio 1946, convertito nella legge costituzionale n.2 del 26 febbraio 1948. In pratica l’iniziativa di questo “1° Gran Galà del pizzaiuolo”, voluta e realizzata da Attilio Albachiara è stato un vero successo perché, come si sul dire a Napoli “Voce ‘e popolo, voce ‘e Dio” se prima nessuno o in pochi parlavano di voler conseguire una professionalità nell’Arte del Pizzaiuolo per completare e diffondere sempre più e meglio nel mondo questo prodotto, già nel corso di questa serata, alcuni proponevano di raccogliere firme o altre azioni per sollecitare l’istituzionalizzazione negli istituti alberghieri dell’insegnamento delle tecniche dell’Arte del Pizzaiolo affinchè attraverso un percorso formativo, con il conseguimento di un diploma, il pizzaiolo possa ottenere un grande valore morale che lo fa valutare diversamente nel nostro Bel Paese e nel mondo. E se poi qualcuno è intervenuto specificando che nella lingua italiana la parola pizzaiuolo non esiste, noi rispondiamo che la pizza certamente non è nata a Napoli, ma chi ne ha fatto un’Arte e la ha diffusa nel mondo con successo sono stati i pizzaiuoli napoletani, così come all’epoca identificati, che con la loro Arte ed Artigianalità ne hanno fatto un prodotto unico ed inconfondibile. Ed inoltre che questa parola che ora è anche nel vocabolario dell’Unesco può essere inserita nella Treccani moderna, attraverso l’opera meritoria di Massimo Bray, ex Ministro dei Beni Culturali e del Turismo con il governo Letta, che attualmente la dirige, e che potrebbe inserirla negli aggiornamenti annuali dell’opera richiesti dal mondo per un costantemente aggiornamento voluto dalle nuove terminologie richieste nel mondo per rinnovo e sviluppo.
Questo il sunto di alcuni interventi:
Attilio Albachiara, presidente dell’Associazione Mani d’Oro, ideatore  e promotore del Gran Galà del pizzaiuolo
“Sono commosso e felice – ha detto – di aver visto riuniti tutti insieme, in occasione del Gran Galà del Pizzaiuolo, Antonio Pace, Presidente Associazione Verace Pizza, Sergio Miccù, Associazione Pizzaiuoli Napoletani (rappresentato da Umberto Fornito e Raffaele Biglietto), Antonio Starita, dell’Unione pizzerie storiche – Centenarie.
Ci siamo interrogati con assoluta libertà, grazie all’organizzazione della Bc Communication,  sul nostro futuro.
Per me l’obiettivo è semplice ma difficile al tempo stesso: dare valore alla nostra categoria. Credo sia giunto il momento di discutere delle modalità, di condividere le scelte.  Sarei contento se dal gran Galà della Mostra d’Oltremare derivasse una cabina di regia. Questo metterebbe tutti noi nelle condizioni di lavorare meglio”.
 
Brunella Cimadomo, che ha curato l’evento organizzato dalla Bc Communication
“Il Galà del pizzaiuolo è servito – ha dichiarato – a tracciare una linea di confine tra il pre e il post Unesco. Siamo soddisfatti di aver potuto offrire un’occasione di confronto ai principali attori del mondo pizza finalizzata alla crescita della consapevolezza della forza di un comparto. Un ringraziamento sentito ai tantissimi pizzaiolo presenti, a tutte le Associazioni, alle istituzioni e agli imprenditori che hanno partecipato”
 
Antonio Pace, presidente Associazione Verace Pizza Napoletana
“Fare la pizza è sempre stata un’arte. Era un mestiere, oggi professione. Un riconoscimento maggiore di quello dell’Unesco non si sarebbe potuto ottenere. Ora non si devono vanificare gli sforzi compiuti. Quando nel 1989 abbiamo scritto il disciplinare della pizza lo abbiamo fatto con i docenti dell’Università Federico II. Oggi serve non un certificato di crescita ma di operatività. Non dobbiamo, però, montarci la testa. Dobbiamo aumentare la professionalità dei singoli e valorizzare le produzioni di eccellenza. Quello che conta non è che un pizzaiuolo sia napoletano di nascita ma che usi il “metodo napoletano” per fare la pizza”.
 
Antonio Starita, Unione Pizzerie Storiche – Le Centenarie
“Il pizzaiuolo deve restare pizzaiuolo. Io vedo in giro molti giovani pizzaioli che si fanno fare tante foto con le loro pizze e le mandano in giro. Il segreto del pizzaiuolo è di saper fare pizze in modo veloce e preciso. Il valore di questo mestiere è nella rapidità. Se la pizza deve migliorare ciò deve accadere fuori Napoli dove devono imparare a lavorare in modo tale da poter offrire alle famiglie la possibilità di mangiare, e bene, la pizza anche 2 o 3 volte la settimana”.
 
In rappresentanza di Sergio Miccù, presidente Associazione PIzzaiuoli Napoletani, sono intervenuti il suo vice, Umberto Fornito, e Raffaele Biglietto
 
Umberto Fornito: “L’arte del pizzaiuolo deve essere insegnata nelle scuole. Lo Stato, con il ministero dell’Istruzione deve riconoscere il ruolo del pizzaiuolo. E può farlo inserendo nei corsi delle scuole alberghiere la qualifica di diploma di ’addetto ai servizi di pizzeria’. Non ci si può più inventare pizzaioli. Servono serietà e professionalità. Parallelamente bisogna far sostenere un esame a chi già esercita la professione”.
 
Raffaele Biglietto:
“Qualche settimana fa, su iniziativa di Sergio Miccù, abbiamo avanzato una segnalazione all’Accademia della Crusca per annoverare nella lingua italiana la parola ’pizzaiuolo” e non quella finora considerata di ’pizzaiolo’. Una decisione presa proprio dopo il riconoscimento dell’Unesco”.
 
Ernesto Quintiliani, Accademia Medeaterrranea
“La pizza è un elemento significativo della Dieta Mediterranea. In Accademia ne curiamo la formazione a cominciare dalle giovani generazioni”.
 
 
Istituzioni
 
Luigi de Magistris, sindaco di Napoli
“Sono orgoglioso. Questa è una vittoria per le associazioni, i cittadini, e non solo per quanti apprezzano l’arte della pizza ma per Napoli. E’ un traguardo che denota un senso di appartenenza perché, grazie a noi napoletani, si parla di tante ricchezze, di competenza, di qualità. Viva Napoli, viva la pizza”.
 
 
 
Franco Alfieri, Capo Segreteria Politica del presidente Vincenzo De Luca
“La Regione Campania è la prima in Italia per numero di prodotti alimentari tipici protetti: un dato quantomai significativo in questo 2018 che è l’anno del cibo italiano nel mondo. Oltre 500 tra Dop, Igp, Stg. Il nostro obiettivo è di farli conoscere sempre di più agli altri, diffonderli per l’elevato livello di qualità. La Regione riconosce, in questo, il ruolo importantissimo degli imprenditori della ristoratorazione in genere e delle pizzerie”.
 
Raffaele Borriello, direttore generale Ismea
“Questa vittoria è frutto di un gioco di squadra ottenuto a tutti i livelli: istituzionale, associazionistico, di categoria. Una conquista che dimostra l’enorme potenziale di sviluppo che il mondo che ruota intorno alla pizza consente di ottenere. La sfida del 2018, allora, sarà quella di portare a Napoli, a mangiare la vera pizza, il maggior numero di persone da ogni parte del mondo”.
 
Antonio Limone, direttore Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno
“La pizza è il nostro cibo identitario, la nostra migliore prelibatezza. Questo risultato è stato raggiunto con grande fatica. Le potenzialità del settore sono enormi soprattutto se si saprà puntare su un’adeguata formazione, su una conoscenza seria del prodotto e delle tecniche di realizzazione”.
 
Donatella Chiodo, presidente della Mostra d’Oltremare di Napoli
“La Mostra d’Oltremare è una location di eccellenza per prodotti di eccellenza. Noi vogliamo lavorare sulle filiere. Proponiamo una lettura trasversale che, quindi, considera importante la formazione. Anche rispetto all’ospitalità di eventi fieristici, noi daremo sempre spazio a eventi che esaltino questa professione”.
 
Giuseppe Oliviero, vice presidente nazionale Cna
“Ci impegneremo ancora di più perché si riconosca al pizzaiuolo la qualifica di maestro artigiano e non di semplice somministratore di cibo. Quello della pizza e dei pizzaiuoli è un comparto che già oggi vanta livelli di fatturato notevoli e, di conseguenza, potenzialità per lo sviluppo dell’occupazione. Siamo disponibili a lavorare con la Regione Campania perché l’aspetto artigianale della pizza non ci venga scippato da altri territori”.
 
Bartolomeo Amidei, senatore primo firmatario proposta di legge per l’istituzione dell’albo professionale dei pizzaioli
“Il riconoscimento Unesco ci mette davanti a una scommessa, quella che spinge moltissime persone a recarsi nei luoghi che hanno meritato l’imprimatur di patrimonio dell’umanità. In questo caso in luoghi dove il cibo eccelle. La vera pizza si mangia solo a Napoli”.
 
Per le istituzioni, presente anche Flavia Sorrentino, delegata del Sindaco De Magistris all’Autonomia della città
 
Imprenditori
Riccardo Agugiaro, Agugiaro & Figna – Farina 5 stagioni
“Il riconoscimento Unesco è una gratificazione immensa per i pizzaiuoli napoletani. Se la meritano. Ora bisogna puntare su qualcosa che vada oltre. Bisogna insistere per il riconoscimento da parte del governo italiano dei diritti e doveri del pizzaiuolo. Bisogna che vengano definiti in modo formale, vengano codificati perché sia data loro una effettiva dignità. Per far questo servirà un’unità a livello nazionale che vada ben oltre i confini campani. Un’unità che cominci da quella delle associazioni di pizzaiuoli che li rappresentano e di tutto il mondo industriale da sempre impegnato per sostenere le loro attività e che sostiene la loro causa”.
 
 
Ferdinando Marana, Marana Forni
“A gennaio 2016 abbiamo lanciato una tipologia di forno realizzato ad hoc per i pizzaiuoli napoletani, su richiesta di Attilio Albachiara. Si tratta di Napulé, un forno fisso, alimentato a legna o a gas, la cui caratteristica primaria è nella capacità produttiva in costanza di cottura. Sono felice di aver partecipato a questo Galà”.
 
Francesco Franzese, La Fiammante
“La nostra azienda, nata negli anni ’50, ha recuperato quelle coltivazioni che rischiavano di andare perdute: quella del piennolo, del pomodoro Sanmarzano. Negli anni siamo riusciti a esportare le eccellenze del territorio in 54 paesi. Negli ultimi 5 anni siamo passati dal 7 al 35% in termini di esportazione”.
 
 
Domenico Raia, Raia Horeca
“La nostra azienda, specializzata nel beverage, è in grado di distribuire prodotti necessari all’attività dei pizzaiuoli 24 ore su 24. La nostra filosofia aziendale è quella di puntare sull’informazione al consumatore”.
 
Vincenzo Borrelli – amministratore SIRE
“Il riconoscimento dell’Unesco ci spinge a tutelare un’arte, e un mestiere, che devono diventare una vera disciplina professionale attraverso l’alta formazione che sia riconosciuta dagli Enti e dai Ministeri. Questo riconoscimento deve essere un punto di partenza e non di arrivo. Nel futuro dei pizzaioli vedo l’opportunità di mettere insieme associazioni e categorie in modo tale che si possa organizzare un tavolo di coordinamento da cui vengano fuori le linee guida per l’alta formazione”.