McEwan, Mauvignier, Rolin, Vásquez, Calligarich: 13 e 14 ottobre al Premio Bottari Lattes Grinzane

Con Ian McEwan (vincitore per la sezione La Quercia) e i finalisti Gianfranco Calligarich, Laurent Mauvignier (Francia), Olivier Rolin (Francia) e Juan Gabriel Vásquez (Colombia), in gara per la sezione Il Germoglio, il Premio Bottari Lattes Grinzane entra nel vivo della sua VII edizione. Propone due giornate, tra lectio magistralis, incontri e cerimonia di premiazione, per venerdì 13 e sabato 14 ottobre nelle Langhe patrimonio Unesco, ad Alba, Monforte d’Alba e Grinzane Cavour.
 
Ian McEwan, tra i più famosi scrittori di narrativa contemporanea, capace di raccontare con profondità i turbamenti dell’animo umano e indagare la contemporaneità, autore di romanzi da cui sono stati tratti film, è il vincitore del Premio Bottari Lattes Grinzane 2017 per la sezione La Quercia, intitolata a Mario Lattes (editore, pittore, scrittore, scomparso nel 2001) e dedicata a un autore internazionale che abbia saputo raccogliere nel corso del tempo condivisi apprezzamenti di critica e di pubblico. Venerdì 13 ottobre alle ore 18 al Teatro Sociale Busca di Alba (Piazza Vittorio Veneto 3) terrà una lectio magistralis, su un tema a sua scelta, e riceverà il riconoscimento. L’incontro, a ingresso libero fino a esaurimento posti, è condotto dallo scrittore Alessandro Mari, autore del recente Cronaca di lei (Feltrinelli). Per info e prenotazioni: 0173.789282, eventi@fondazionebottarilattes.it.
 
Doppio appuntamento sabato 14 ottobre per gli autori finalisti della sezione Il Germoglio, dedicata ai migliori libri di narrativa italiana e straniera pubblicati nell’ultimo anno. Alle ore 10.30 alla Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba (via Marconi 16) Gianfranco Calligarich con La malinconia dei Crusich (Bompiani), Laurent Mauvignier con Intorno al mondo (Feltrinelli; traduzione di Yasmina Mélaouah), Olivier Rolin con Il meteorologo (Bompiani; traduzione di Yasmina Mélaouah) e Juan Gabriel Vásquez con La forma delle rovine (Feltrinelli; traduzione di Elena Liverani) raccontano i loro romanzi a studenti e pubblico. L’incontro, a ingresso libero fino a esaurimento posti, è condotto dalla giornalista e critica letteraria Leonetta Bentivoglio.
 
Sempre sabato 14 ottobre alle ore 16.30 al Castello di Grinzane Cavour il Premio entra nel suo momento clou con la cerimonia di premiazione del vincitore, alla presenza degli autori finalisti. Quasi 400 studenti delle giurie scolastiche, che tra aprile e settembre hanno letto e discusso i libri in gara, esprimeranno in diretta il loro voto per proclamare il vincitore 2017.
Ospite d’onore sarà il libraio Rosario Esposito La Rossa, “lo spacciatore di cultura”, come è stato definito, che ha appena aperto la libreria Scugnizzeria a Scampia e Melito (Napoli), dove da oltre quarant’anni mancava uno spazio dedicato ai libri. Da sempre attivo in un territorio segnato da gravi problemi di criminalità e disagio, Esposito La Rossa racconterà i suoi tanti progetti per bambini, giovani e adulti, tra libri, teatro e originali iniziative culturali.
 
Per info e prenotazioni: 0173.789282 | eventi@fondazionebottarilattes.it
 
I romanzi finalisti sono stati designati e annunciati sabato 8 aprile 2017 a Cuneo, alla sede della Fondazione CRC (che collabora e sostiene il Premio), dalla Giuria Tecnica formata da: Gian Luigi Beccaria (presidente), Leonetta Bentivoglio, Valter Boggione, Vittorio Coletti, Giulio Ferroni, Laura Pariani, Enzo Restagno, Alberto Sinigaglia, Marco Vallora.
Sono 384 gli studenti delle 24 Giurie Scolastiche, una a Bruxelles, presso l’Ecole Européenne Bruxelles, e ventitré in Italia. Le giurie italiane sono state scelte in modo da coprire tutto il territorio della Penisola, almeno una per ogni regione: Convitto Umberto I di Torino; Liceo Giolitti-Gandino di Bra (Cuneo); Liceo Classico e Scientifico Pellico-Peano di Cuneo; Liceo Scientifico Galileo Galilei di Alessandria; Liceo Scientifico G. P. Vieusseux di Imperia; Liceo Scientifico e Linguistico E. Bérard di Aosta; Liceo Classico E. Cairoli di Varese; Liceo Statale Celio-Roccati di Rovigo; Istituto Tecnico Economico C. Battisti di Bolzano; Liceo C. Percoto di Udine; Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Geometri F. Niccolini di Volterra (Pisa); Liceo Classico G. B. Morgagni di Forlì; Liceo Classico Turriziani di Frosinone; Liceo Scientifico Orsini di Ascoli Piceno; Liceo Classico G. D’Annunzio di Pescara; Istituto di Istruzione Superiore Mazzatinti di Gubbio (Perugia); Istituto di Istruzione Superiore Marini-Gioia di Amalfi (Salerno); Liceo Scientifico Galilei di Potenza; Istituto di Istruzione Superiore Alfano da Termoli di Termoli (Campobasso); Liceo Classico V. Lanza di Foggia; Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Reggio Calabria; Liceo Scientifico Pacinotti di Cagliari; Istituto di Istruzione Superiore La Farina-Basile di Messina.
 
Il Premio Bottari Lattes Grinzane è organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes, con il sostegno di: Mibact, Regione Piemonte, Fondazione CRC (main sponsor per il triennio 2017-2019), Banca d’Alba, Città di Cuneo, Comune di Alba, Comune di Grinzane Cavour, Comune di Monforte d’Alba, Cantina Giacomo Conterno, Cantina Terre del Barolo, Enoteca Regionale Piemontese Cavour, Banor, Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Antico Borgo Monchiero.
 
 
Su Ian McIwan, dalla motivazione di Vittorio Coletti
«Dotato di una proprietà ed eleganza di scrittura oggi non consuete, capace di ricostruire anche stilisticamente le situazioni più diverse, McEwan è narratore di vasta, varia e viva immaginazione, che spazia dall’attualità al recente passato, dalla realtà alla fantasia, dal tragico al comico, e si muove nei più diversi formati: romanzo, racconto, libri per bambini (L’inventore di sogni). In ogni romanzo e racconto McEwan assume una postazione narrativa particolare (sino all’incredibile feto narrante dal linguaggio shakespeariano del recentissimo Nel guscio), o fissa lungamente un dettaglio eccezionale, imprevedibile, drammatico (la mongolfiera che si alza in volo trascinando con sé un bambino e chi cerca di soccorrerlo, un aereo che sembra precipitare…), spesso spaventoso (la bambina che scompare al supermercato, l’incontro con i cani neri) e da questa angolazione speciale costruisce le sue storie, che padroneggia con lucidità e maestria, frutto di accurata documentazione storica e di impeccabile lavorazione stilistica».
 
Sui romanzi finalisti
«In un’annata editoriale – commentano i giurati – caratterizzata da alcune linee prevalenti (i rapporti famigliari, in particolare col padre, l’autobiografia e la biografia, il romanzo di educazione sentimentale soprattutto), la giuria si è orientata verso opere caratterizzate da una dimensione sociale e culturale molto rilevata, legata a realtà spesso marginali, e dal forte impegno etico: l’epos triestino di Calligarich; lo sconquasso in Giappone metafora dello sconquasso interiore nelle storie di Mauvignier; la Russia dei gulag di Rolin; le contraddizioni della storia colombiana in Vásquez».
 
Su La malinconia dei Crusich di Gianfranco Calligarich, dalla motivazione di Leonetta Bentivoglio
«Nell’itinerario il lettore viene tuffato in un flusso caleidoscopico di eventi che mantiene compatto il suo ritmo quasi musicale, evitando stasi nell’azione e paludi psicologistiche. Scorrono passaggi poetici e mai retorici insieme a momenti di dolori e distacchi, viaggi in luoghi avvincenti e misteriosi, lucide e ironiche cronache d’imprese commerciali fortunate o disastrose, incontri di passione descritti con misura».
 
Su Intorno al mondo di Laurent Mauvignier, dalla motivazione di Laura Pariani
«Riesce a collegare l’infinitamente grande dello tsunami, che si scatena subito dopo, con l’infinitamente piccolo della vita quotidiana di personaggi minimi disseminati in varie parte del mondo. La storia procede da una vicenda all’altra seguendo gli angosciosi aggiornamenti della tv, mentre il lettore si fa traghettare alla vicenda successiva tramite una fotografia che inquadra un particolare della nuova ambientazione».
 
Su Il meteorologo di Olivier Rolin, dalla motivazione di Enzo Restagno
«Il male più feroce e implacabile, quello commesso dalle dittature del secolo scorso, è, come ci ha insegnato Hannah Arendt, “banale”. Olivier Rolin lo ha compreso benissimo e il libro è una meditazione su questa terribile verità. Aleksej Fedos’evic è un meteorologo illustre, ma improvvisamente viene arrestato e deportato in un gulag. Rolin ricostruisce la storia di questa nobile vittima, indaga un’infinità di documenti con una pietà che non si trasforma mai in lamento».
 
Su La forma delle rovine di Juan Gabriel Vásquez, dalla motivazione di Giulio Ferroni
«Nell’incontro con personaggi animati da una tragica e ossessiva volontà di capire, in un insistente affacciarsi di illusori tentativi di rompere il velo di quei misteri rimasti insoluti, sembrano come precipitare nel presente le rovine della storia che abbiamo alle spalle: la storia di una città dura e difficile come Bogotà, come quella dell’intero destino dell’occidente e del mondo».