Lustri, Caravaggio tra Michelangelo e Artemisia

Continuano con la Letteratura gli incontri di LUSTRI Cultura in dies, eventi culturali a Solofra organizzati dal Comune e dall’Accademia Teatro Città di Solofra con Hypokyrtès Teatro Studio e la direzione artistica di Enzo Marangelo. Mercoledì 29 marzo, alle 20, presso la Sala Archi del Complesso monumentale di Santa Chiara, nel centro storico di Solofra, il critico d’arte Vincenzo De Luca, stimolato dal curatore della sezione Letteratura Renato Siniscalchi, terrà una conferenza dal titolo “Caravaggio tra Michelangelo e Artemisia”.
 
Tutto nasce da una suggestione cronologica. Tra la morte di Michelangelo Buonarroti, che chiude il Rinascimento, e la nascita di Michelangelo Merisi da Caravaggio, che inaugura nell’arte l’età moderna, ci sono sette anni (1564-1571). Un lasso di tempo troppo breve per non ipotizzare un’influenza marcata dell’opera e dello stile pittorico del primo sul secondo, quasi un “passaggio di consegne” da un maestro all’altro.
Gli indizi di questo rapporto, quasi un sottilissimo filo rosso che tiene insieme l’opera dei due grandi artisti, non mancano. Alcuni critici sono certi che nella sua “Deposizione di Cristo”, conservata nella Pinacoteca Vaticana, Caravaggio abbia fatto indossare al suo illustre predecessore i panni di Nicodemo. Come se l’artista si fosse voltato per cercare il gradino dove poggiare la propria arte, incontrando Michelangelo. Sarebbe un caso raro, nella sua pittura, di un ritratto dipinto non dal vero. E la mano di Cristo nella “Vocazione di San Matteo” custodito nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma evocherebbe, secondo molti, il dettaglio della Creazione di Adamo sulla volta della Cappella Sistina. D’altronde, sui rapporti stilistici tra i due pittori il critico Bernard Berenson parla di quel Michelangelo che tanto somiglia a Caravaggio nella preferenza esclusiva per la figura sul paesaggio e l’ambiente.
Ora, pensando a un’immaginaria linea del tempo che tiene insieme esperienze pittoriche e artistiche sviluppatesi seguendo un’ipotetica continuità, non solo cronologica, oltrepassato Caravaggio s’incontra Artemisia Gentileschi.
Quando, nell’estate del 1606, Caravaggio scappa da Roma per l’omicidio commesso, Artemisia ha solo 13 anni. Caravaggio ripara a Napoli, e a Napoli – anni dopo – arriva quella che diventerà la più grande pittrice dell’epoca. Da bambina a Roma aveva conosciuto Caravaggio, grazie al pittore Orazio Gentileschi suo padre; tranne un viaggio a Londra (dove raggiunge il padre e collabora artisticamente con lui), vive quasi sempre a Napoli, dove muore nel 1653. A Napoli Artemisia s’imbatte nell’opera cardine della produzione matura di Caravaggio, le Sette Opere di Misericordia, nella chiesa del Pio Monte della Misericordia. Questo “incontro” deve aver rappresentato per lei un’occasione preziosa per costruire un ponte tra l’infanzia e la prima formazione artistica, e la maturità degli anni, dopo aver vissuto e subìto esperienze incancellabili. In primo luogo lo stupro da parte del pittore Agostino Tassi, collaboratore del padre, ma soprattutto l’ostracismo sessista di una parte della società dell’epoca nei suoi confronti, in quanto violentata e pittrice, e quindi ‘diversa’.
 
Vincenzo De Luca conduce una ricerca filologica accuratissima e rigorosa componendo questo strano “triangolo” il cui vertice è rappresentato dal Merisi. E dimostrando come l’arte sia un processo in continuo divenire, in cui ogni singola esperienza, pur unica e irripetibile, è quasi sempre debitrice delle esperienze precedenti, secondo un filo di continuità che non interrompe, né inficia, l’innovazione, ma semmai rappresenta un fattore di arricchimento ulteriore.
Critico e storico dell’arte, docente di Lettere e giornalista, Vincenzo De Luca collabora con alcuni comuni della Regione Marche come relatore in convegni di storia dell’arte, come curatore di spazi museali ed organizzatore di mostre, nonché come direttore artistico di festival di arte e teatro (ad esempio la rassegna dedicata a Vittorio Gassman). Ha realizzato sul dipinto delle Sette Opere di Misericordia un doppio lavoro filmico e tre spettacoli teatrali. Come giornalista si occupa di arte e di recensioni delle “prime” teatrali.