Il ricercatore irpino Marco Di Donato scopre tre “Nodi di Salomone” nella hiesa di Casaluce (CE)

Il ricercatore e scrittore irpino Marco Di Donato noto per i suoi studi sulle simbologie medievali e templari presenti all’abbazia del Goleto e per le simbologie massoniche di Palazzo Marchesale-Caracciolo a Cervinara, ha di recente scoperto alcuni particolari simboli incisi tra gli affreschi della Chiesa di Casaluce (Ce). “La scoperta – ci dice Di Donato, che di recente ha ricevuto il Premio Internazionale Sublimitas per la sua opera di ricerca e divulgazione storica – è stata possibile grazie alla collaborazione di don Michele Verolla, parroco di Casaluce il quale mi ha dato la possibilità di vedere questi luoghi bellissimi luoghi.”
 
La Chiesa, sorta nel XIII secolo, si trova all’interno del castello normanno di Casaluce che a sua volta fu il primo castello normanno costruito in Italia. All’interno la Chiesa custodisce le due idrie che secondo la tradizione furono le giare ove Gesù Cristo compì il miracolo delle nozze di Cana.
 
Tra le pareti di questa Chiesa, Marco Di Donato ha rinvenuto tre “Nodi di Salomone”, un particolare simbolo dei Celestiniani (ossia di Papa Celestino V) inciso alla rovescia, alcuni pentagrammi a stella con la punta rivolta verso l’alto, una griglia, varie lettere e frasi ancora al vaglio dello studioso irpino.
 
Quel che più colpisce è però la scoperta dell’antico simbolo del “Nodo di Salomone” o “Nodo Cruciforme” che rappresenta l’unione tra il modo terrestre (dato dalle linee orizzontali) con quello celeste (dato dalle linee verticali) e quindi l’unione del divino con l’umano. Nell’alto Medioevo questo simbolo fu utilizzato anche dai Cavalieri Templari – il cui nome deriva dal fatto che nel 1118 stabilirono la sede del proprio Ordine nel luogo ove sorgevano i resti del Tempio di Salomone a Gerusalemme.
 
La Chiesa di Casaluce si trova lungo la Francigena del Sud, la strada che percorrevano i pellegrini quando si recavano in Terrasanta. Questa strada veniva percorsa anche dai monaci-guerrieri i quali, oltre ad offrire servizi di ospitalità, la pattugliavano per difendere i pellegrini dall’aggressione dei briganti.
 
Parlare però di presenza templare a Casaluce solo per il fatto di aver rinvenuto tali simboli appare un po’ troppo azzardato, e per tale motivo il condizionale è d’obbligo. Di fatto -come ci riferisce lo stesso Di Donato – non vi sono documenti o altre fonti che attestano la presenza templare in loco né tantomeno si può affermare che tale simbolo fu ad uso esclusivo dell’ordine. Resta comunque il fatto che tale scoperta apre nuovi scenari finora mai studiati su questa importante Chiesa, ma che l’irpino Marco Di Donato riuscirà a svelare attraverso i suoi studi e ricerche.