Lustri, domani a teatro c’è “Ferdinando” e domenica “La Cirde di Ulisse”

Doppio appuntamento, nel fine settimana, con Lustri Cultura in Dies, eventi culturali a Solofra, organizzato dal Comune e dall’Accademia Teatro Città di Solofra, con Hypokritès Teatro Studio e la direzione artistica di Enzo Marangelo.
Sabato 18 febbraio, alle 21, la compagnia Teatro Segreto porta sul palcoscenico dell’auditorium del Centro Asi di Solofra un classico del teatro napoletano contemporaneo: “Ferdinando”, il capolavoro del drammaturgo napoletano Annibale Ruccello, scomparso prematuramente nel 1986.
Domenica 19, alle 17.30, invece, nella Sala Archi del Complesso monumentale di Santa Chiara, ritorna l’”Ulisse mentitore”, nell’ambito della sezione “Epica Scienze”.
 
“Ferdinando” è interpretato da Gea Martire, Chiara Baffi, Fulvio Cauteruccio e Francesco Roccasecca. La regia è firmata da Nadia Baldi, salernitana, fondatrice, nel 1996, di Teatro Segreto, nel 2002 della casa di produzioni cinematografiche Visioni Segrete e, nel 2004, della casa editrice Scritture Segrete. I costumi dello spettacolo sono di Carlo Poggioli, la consulenza musicale di Marco Betta. L’aiuto regista è Rossella Pugliese, mentre l’organizzazione è di Elisabetta Nepitelli. Il progetto luci è firmato dalla stessa regista.
 
“Ferdinando” andò in scena per la prima volta a febbraio del 1986, pochi mesi prima che Ruccello morisse in un tragico incidente stradale. Lo spettacolo fu premiato due volte dall’IDI: nel 1985 come migliore testo teatrale e nel 1986 come migliore messinscena.
E’ la storia di una baronessa borbonica, Donna Clotilde, interpretata da Gea Martire, che si è rifugiata in una villa della zona vesuviana, scegliendo l’isolamento come segno di disprezzo per la nuova cultura piccolo borghese che si va affermando dopo l’unificazione d’Italia. È con lei una cugina povera, Gesualda, a cui dà volto, movenze e voce Chiara Baffi, che svolge l’ambiguo ruolo di infermiera/carceriera. I giorni trascorrono uguali, tra pasticche, acque termali, farmaci vari e colloqui con il parroco del paese, Don Catellino (interpretato da Fulvio Cauteruccio), un prete coinvolto in intrallazzi politici. Nulla sembra poter cambiare il corso degli eventi, finché non arriva Ferdinando (interpretato da Francesco Roccasecca), un giovane nipote di Donna Clotilde, dalla bellezza “morbosa e strisciante”. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, a mettere a nudo contraddizioni, a disseppellire scomode verità e a spingere un intreccio apparentemente immutabile verso un inarrestabile degrado.
Scrive Nadia Baldi nelle sue note di regia: “Ferdinando contiene notevoli elementi espressivi per una realizzazione teatrale delle emozioni umane specchiandosi nella tagliente forza di una storia che attraverso il teatro ruoti intorno al disvelamento di una serie di segreti. Ferdinando si concentra su quello che è forse il più insondabile mistero: la mente umana. Nasce così in me l’esigenza di indagare il possibile e impossibile mondo creativo che le donne sanno attuare quando i freni inibitori e culturali non hanno più il loro potere censurante. Tutti i personaggi in una prima fase si presenteranno nel loro quotidiano per poi disvelare geniali strategie e stupefacenti mondi interiori. Lo spettacolo si incentrerà su un’indagine minuziosa, sul cogliere le sottigliezze dei gesti, degli sguardi, dei corpi in agguato. Racconterà la singolare dinamica attraverso la quale gli oggetti divengono padroni dei luoghi, mentre le fantasie interiori dei personaggi diventano padroni della loro esistenza fino a spingerla verso una dimensione surreale, comica, drammatica e imprevedibile: esiste sempre una connessione tra noi e i luoghi, tra noi e gli oggetti, tra noi e la memoria. Le follie e gli incroci amorosi contenuti nella trama emergeranno come elementi contemporanei e modernissimi che da sempre regolano la potenza dei sogni e degli affetti presenti nella storia dell’umanità. Ferdinando mette in luce le connessioni esistenziali fra dramma e malinconia, comicità e solitudine, sottolineando tali contrasti attraverso un uso di una messinscena che mira a svelare gli opposti sentimentali disseminati in tutte le esistenze”.
 
L’appuntamento di domenica con l’Ulisse mentitore sarà incentrato sul tema “Circe e Ade”: una rilettura dei libri X e XI del poema omerico affidata agli attori della compagnia Hypokritès Teatro Studio, con interventi critici di Angelo Meriani, filologo classico dell’Università di Salerno, e Pierluigi Toro, ricercatore chimico-farmaceutico.