Da cittadini che vivono quotidianamente ed abitano il centro storico di Avellino, sappiamo bene quali siano le problematiche in essere.
<<La proposta presentata parte dalla lettura del bene storico della Dogana e delle sue capacità espressive attuali. La facciata resta identica, solo riportata al suo antico splendore. I contenuti, adattati nel rispetto della storia del bene e della contemporaneità. La cultura è apertura, non chiusura, il mezzo con cui viene realizzato è “chiuso” – il project financing -, ma l’unico che garantirebbe una nuova vita alla Dogana. A patto che il Comune non abbia la forza economica per risollevarlo dalla polvere e le capacità manageriali per non farlo ritornare ai pallori del tempo>>.
Avellino è un città che ha perso la sua identità ed ogni giorno che passa, ad ogni pioggia, ad ogni morsa del gelo, ne perde un po’, e peggio di tutto è la perdita sensibile, ovvero della sua memoria quello che deve preoccupare maggiormente. La città ha bisogno di rivivere rinascendo, trovando nuova linfa, attraendo investitori e forze economiche capaci di portarci al passo con i tempi e porci in modo competitivo con le altre Province per attrarre sempre più economia e sviluppo. Quello che accade da tempo con la Dogana è lo specchio di ciò che avviene in città da anni, che la sta spegnendo giorno dopo giorno, partendo dai suoi giovani, dal loro esodo e che mai come in questo momento li vede così lontani.
Ancora una volta vorremmo che si riflettesse sullo stato delle cose. I giovani partono sempre meno entusiasti di ottenere un pezzo di carta fuori dalle mura della città e saranno via per anni. A che serve mantenere un economia agonizzante allo stato attuale delle cose se non ci sarà più nessuno a spendere?
Non avendo la forza qui, la soluzione è uscire dal “sistema” cittadino creando il terreno fertile per attrarre l’interesse di forze esterne. Con la Dogana si potrebbe raggiungere il duplice scopo: recuperare il bene e creare lavoro.
Cosa di rilevanza non secondaria è la presenza di associazioni attente alla memoria ed al rispetto della Dogana su cui l’Ente di Governo deve e può contare, ma l’unico margine di movimento dell’Amministrazione, alla luce delle sue forze attuali, è aprirsi verso l’esterno redigendo un bando di concorso di progettazione mirato ad includere un elenco di investitori compatibili, impuntandosi con loro sul rispetto del suo valore.
Come Associazione ci teniamo a ricordare che: <<la nostra proposta resta una proposta volta a porre l’accento, far sorgere un dibattito, sollevare domande. E vista la risonanza che ha abbiamo ottenuto, siamo sulla strada giusta>>.
Ci battiamo per il recupero della memoria ed il decoro della città attraverso iniziative partenti da basso, dalla partecipazione dei cittadini, per raccogliere “la memoria dell’identità collettiva” e promuovendo l’unico Strumento valido per raggiungere obiettivi concreti: il concorso di progettazione. Solo cosi i risultati attesi possono divenire naturale prosecuzione della memoria di un luogo riadattata ai tempi.
Pertanto, sopra ogni cosa, ci dissociamo da qualsiasi forma di autoreferenzialità e crediamo fermamente di portare nulla più che una nostra verità, ma essendo un bene di valore storico, in quanto tecnici e non solo cittadini di Avellino rispettosi della sua memoria, sentiamo il dovere di agire e proporre meritoriamente soluzioni fattibili ed aderenti alla realtà, nonché escludere il ripescaggio di progetti obsoleti in possesso dell’Amministrazione Comunale.