Giovedì al Circolo della Stampa di Avellino la presentazione del libro “I ricordi dovuti” di Antonietta Gnerre

AVELLINO – Giovedì 28 maggio ore 18.00 –  presso il Circolo della Stampa di Avellino, Corso Vittorio Emanuele- si terrà la presentazione del libro di Antonietta Gnerre “ I ricordi dovuti”, Progetto Cultura, collezione di quaderni di poesia “Le gemme” dedicata a poeti contemporanei selezionati. Interverranno Cinzia Marulli, curatrice della collana Le Gemme, il poeta Davide Rondoni, il vaticanista di Avvenire Mimmo Muolo, Paolo Saggese del Centro di Documentazione Poesia del Sud. Modererà la serata Cosimo Caputo. Antonietta Gnerre in questa plaquette opera un recupero della memoria sedimentata nel suo animo: sedimentata ma viva e vitale perché, come scrive, “i ricordi ci guardano”, e dunque ci interpellano o meglio ancora, come ella stessa rimarca, ci “pregano”. “Passo in rassegna chi sono” ci dice Antonietta Gnerre nel verso in cui è racchiuso l’intento poetico che percorre le liriche qui raccolte e che fanno parte di un lavoro più ampio. Passare in rassegna chi si è vuol dire, in qualche modo, rivisitare la propria vita attraverso i ricordi, è vegliare: “Sono di sentinella tra i ricordi che danzano”. Vegliare per fare in modo che essi non marciscano, non ci infettino l’anima nelle corsie del rimpianto, della nostalgia, dei rimorsi pungenti. Un vigilare le forme del passato che conferisce sacralità e imperitura grazia al presente, un presente che sa tradurre la memoria in esperienza tangibile e concreta. D’altro canto, i ricordi sono “dovuti”: dovuti innanzitutto a noi stessi, in quanto testimonianza, seppur labile e rielaborata, del nostro vissuto, e costituiscono le fondamenta della nostra identità. I ricordi consci e inconsci. Scrive Davide Rondoni nella prefazione: “La poesia della Gnerre è una voce tra gli alberi. Appartiene a quel livello della natura umana che riguarda il sacro, l’amore fondamentale, la memoria. La sua voce, trasfigurando vicende personali e luoghi precisi a cui si riferisce, rappresenta un punto di vista e di visione sulla vita. E sul destino. Non a caso qui si parla di Custodia, di parti di sé seppellite. E non perché contino risvolti biografici malcelati o censure, ma tutto – le cose visibili e invisibili – è materia vivente…Non a caso si trova qui un omaggio a Maria Luisa Spaziani, poetessa del più alto decoro della recente tradizione nostra. Ma la Gnerre anche quando tende a offrirsi in dizioni così polite, levigate e terse, ha poi un altro movimento, una necessità di essere selva, alberi, un controtempo di selvaggio, di primario”. Preziosa è in questa silloge dal forte valore spirituale, l’epigrafe che l’autrice ha scelto da un’opera di Papa Francesco che recita così: “ C’è sempre dell’altro. / C’è sempre un’altra possibilità./ C’è sempre qualche orizzonte aperto”. A conclusione della presentazione è previsto un reading da parte dell’autrice. Introduce Stefania Marotti, giornalista de “Il Mattino”, sottofondo musicale a cura di Massimo e Francesco Lobresca.