Cilento. Antonino Scelza, “il presidente” della prima emittente radio televisiva del Cilento, ci ha lasciati

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO –  Penso che ciascuno di noi conservi nella memoria un aspetto particolare di un amico, quando questi lascia il mondo terreno. Antonino Scelza è stato il “mio” presidente, laddove, da giovane giornalista napoletana, trapiantata nel verde Cilento, mi offrì di divenire direttore responsabile della sua emittente, allora Rete 7. Per divenirlo “ruppi” un’altra dirigenza.                                                         Prima di quel momento, dagli anni settanta, aiutata da due giovanissimi “Giorgio e Dino” (i suoi figlioli), avevo collaborato alla “Radio Monte Gelbison”, appunto, una emittente radiofonica. Poi nacque Video Cilento. Piena di entusiasmo, io, pieno di problemi, il Cilento. A pochi sarebbe venuta la “bizzarra idea” di fondare una radio in quel Cilento degli anni settanta. Il concetto di comunicazione nel territorio era ben lontano dall’essere presente. Io (perdonatemi se parlo in prima persona), ero giornalista da poco, divenuta free lance per il Roma, da corrispondente, poi iscritta all’albo (nell’80), come pubblicista, lo ero divenuta proprio perché il Cilento aveva troppi problemi irrisolti. Lui, Antonino Scelza, aveva un carattere non facile, bonariamente ironico, qualche volta sardonico, certamente lungimirante. Un coraggioso che precedeva il digitale. Quella radio dove lavoravo soltanto per passione, mi permise di “farmi le ossa”. Giorgio e Dino, i figlioli, mi aiutavano come collaboratori. Poi Scelza decise che la radio, sarebbe divenuta una emittente televisiva. All’epoca pareva pura follia. Quell’uomo girava per i territori impervi delle montagne per istallare e controllare i trasmettitori. Una guerra contro tutto e tutti, compreso il tempo meteorologico. Anni dopo io dirigevo un’altra emittente locale in Agropoli, sempre con “il cuore” a rete sette. Poi, in una giornata che ricordo con emozione, a Palinuro, assieme ai miei due giovani collaboratori, registrammo una trasmissione per “La sirena di Palinuro”. Era stata una tentazione troppo forte: un mare di ospiti che mi venivano “passati” con poche parole di presentazione da Dino Scelza. Le telecamere vecchio tipo, la necessità di arrangiarci, la voglia di registrare. Complice il film Vacanze d’estate (1985) che raccontava “la divertente vacanza a Palinuro del Commendatore Turati.” Le location furono Palinuro, Caprioli e Pisciotta. e la televisione che intervistò attori ed ospiti della “Sirena”, Rete 7. Antonino Scelza mi “scelse” come direttore responsabile e le “questio” divennero tante. Anche economiche: la televisione faticava a restare a galla. Non era il tempo delle pubblicità che fioccano, i politici locali “usavano” l’emittente, ma difficilmente si rendevano conto di quanto fosse importante una emittente radio televisiva nel Cilento. Antonino, con la sua caratteristica voce roca dovuta a problemi di salute, non si arrendeva mai. Io ero giovane e volevo fare la giornalista, i figlioli erano una spalla forte, Guendalina, la figliola, era giovanissima, Argentina, la moglie, molto paziente. Noi tutti apprendevamo di giorno in giorno a dare il meglio di noi ed anche il meglio di quel poco che come attrezzature potevamo permetterci. Occorre dirlo: eravamo dei coraggiosi. Posso dunque io parlare di Antonino Scelza, del “presidente di Rete Sette”, come se fosse stato un estraneo? Un datore di lavoro qualsiasi?. Aveva il suo caratterino pepato ed una testardaggine unica.  Nessuno all’epoca si rendeva conto del fatto che fosse un “pioniere” dell’editoria in Campania, nessuno che oltre quella emittente che faticava a restare a galla, soltanto Canale 21 parlava campano. Già nel 1973 (al tempo in cui mi tasferi a Casalvelino), Video Cilento e Radio MonteGelbison trasmettevano in tutto il sud d’Italia. Lui, intanto, girava per le montagne, d’inverno e d’estate, alla ricerca di punti dove istallare ripetitori, allo scopo di ampliare il segnale e le frequenze e, se era il caso, litigava anche con Berlusconi. Un giorno molto lontano ebbe un malore (una crisi cardiaca) e trovandosi solo sulle montagne, sempre a caccia di quei ripetitori che “saltavano” (per tante e non sempre pulite ragioni), da solo, alla guida della sua auto, si recò in ospedale, a Vallo della Lucania, dove, debbo aggiungere, noi amici e parenti lo demmo per moribondo. Tanti e tanti anni fa. Vi restò un bel pezzo, in coma,  indeciso se tornare tra noi o andarsene per altra via. Quando un giorno si svegliò un momento, a me che l’osservavo disse:-“Ma questo viaggio non finisce mai?”. Ebbe modo di spiegarmi, poi, che gli sembrava di viaggiare su di un treno che non fermava mai, laddove scorrevano dai finestrini, le immagini della sua vita. Ma ritornò al lavoro e nella mia, di vita, ritornarono a breve le nostre discussioni su chi e come intervistare, su quale programma convenisse fare, sui soldi che mancavano ed i soliti politici locali “distratti”. Oggi cercavo una foto di noi due, assieme, ma, vedi, Antonino? Non ne abbiamo scattate mai. Le ho scattate soltanto nel ricordo. Che dirti, caro Antonino? Non ti dimenticherò. Mi hai fatta crescere nella tua televisione, ho passato tanto tempo anche nella tua casa, con la tua famiglia, dove sono cresciuti un poco anche i miei figli. Mi piaceva immaginarti vivo e vitale, anche se non avevo più l’occasione per lavorare con te. Ci avevamo creduto entrambi in quella “comunicazione”, laddove ben pochi credevano. Oggi “Rete7” è “Set TV” ed io non vi lavoro. Ma esiste ancora, così come resterai nel mio ricordo tu.
Bianca Fasano