Teatro: al Gesualdo risate assicurate con il cenerontolo Biagio Izzo

AVELLINO –  E il Jerry Lewis della comicità italiana. Da Telegaribaldi al Cabaret di Port’Alba, dai grandi successi sul grande schermo con Salemme, De Sica e Boldi alla commedia napoletana, la sua carriera ventennale lo ha fatto conoscere in tutta Italia. Al Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino arriva Biagio Izzo che porterà in scena sabato 22 alle ore 21 e in replica domenica 23 marzo alle ore 18.30 “Come un Cenerentolo”, scritto e diretto a quattro mani con Bruno Tabacchini e la straordinaria partecipazione di Peppe Barra“Come un Cenerentolo” di Biagio Izzo è il quinto appuntamento della rassegna “ReD – Risate e Danza”, il fortunato cartellone organizzato dal Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino con la collaborazione del Teatro Pubblico Campano, dedicato al Teatro brillante, alla Musica e alla Danza. Il nuovo spettacolo del comico napoletano è una rivisitazione in chiave moderna della favola di Cenerentola, ma tutta al maschile. Non solo un doveroso omaggio a quello che fece Jerry Lewis nel film del 1960 “Il Cenerentolo”, ma una trasposizione delle identità di genere dei due ruoli centrali della fiaba, ovvero dell’eroina discriminata, e della fatina buona, portata in scena da Francesco Procopio che cambiano sesso, mentre il ruolo della matrigna del Cenerentolo Biagio è affidata alla grande ars di Peppe Barra. Però, Biagio Izzo in “Come un Cenerentolo” non si limita alla parodia del celebre racconto per bambini di Perrault – cosa che invece realizzò Jerry Lewis nel suo “Il Cenerentolo”, ma va oltre, confezionando una farsa dai toni paradossali che tratta di adozioni e successioni. Infatti, Biagio è il figlio adottivo di una famiglia di albergatori, i Barone, proprietari dell’albergo Contessa, sito in una ridente località di mare. Il suo arrivo crea scompiglio in tutta la famiglia. Sono troppo evidenti le differenze di livello sociale tra i fratelli Barone, cresciuti nel benessere, e l’ultimo arrivato di cui non si conoscono i trascorsi e che da quanto sì desume dai suoi modi rozzi, non deve essere stato, certamente, educato ad Oxford. E così la famiglia lo tiene a distanza anche perché ci sono in ballo questioni di eredità. I Barone sono una famiglia ricca. Per lo spirito di liberalità del padre adottivo, Biagio si ritrova quindi in una posizione invidiabile e vorrebbe godersela. Ma si sa, nelle favole il danaro non è tutto e la favola ci aiuterà a trasformare quel rozzo Cenerentolo in un perfetto gentleman dei nostri giorni.