Riparte la stagione teatrale al Carmen di Mirabella

Mercoledì 16 gennaio, con lo spettacolo comico “Ce penza mammà” di Gaetano di Maio e con la regia di Antonino Miele, prenderà il via la stagione teatrale 2013 al Teatro Carmen di Mirabella.
La storia del primo spettacolo è un inno a uno dei più nobili sentimenti del popolo meridionale, il culto dei defunti che, a casa della famiglia Ruotolo, si acutizza fino a raggiungere i toni del paradosso. Una madre, pur essendo morta anni prima, continua a mantenere un contatto con Margherita, una delle sue figlie, costringendola a sacrificare la propria esistenza pur di assicurare la serenità agli altri tre fratelli: Geppino, Cristina e Bernardino.
Il cartellone teatrale prevede per questo anno 5 produzioni, da “Grazia, Graziella e Graziò” di Matteo Bonfitto con la regia di Carlo Bonfitto, a “Ditegli sempre di si” commedia di Eduardo De Filippo, con la regia di Amedeo Pagani passando per “Il settimo si Riposò”, di Sami Faid, dove con ironia vengono messi in evidenza difetti e manie di tutti: l’invidia, l’amore non corrisposto, il desiderio di una vita tranquilla.
Ma l’evento più atteso sarà quello del prossimo 23 gennaio quando al Teatro Carmen Sergio Assise sarà di scena con “L’amico ritrovato” tratto dall’omonimo romanzo di Fred Uhlman. La storia narra l’amicizia, nata sui banchi di scuola, tra due ragazzi completamente diversi per estrazione sociale e carattere:
Hans, che ha origini ebree, e Konradin che proviene da una nobile famiglia tedesca. Il romanzo, così come la piece teatrale, sono ambientati a Stoccarda, durante gli anni dell’ascesa del Nazismo e tra i due ragazzi nasce un’amicizia profonda, sincera, e a legarli inizialmente sono due passioni: la lettura e la collezione di monete greche.  Quello che sembra essere un legame saldo, duraturo, infrangibile, viene però messo a dura prova dalla Storia. Hitler, infatti, sale al potere e Konradin, che proviene da una famiglia filo nazista, si schiera dalla parte del potere appoggiando le scelte del Dittatore, considerato da lui l’unico capace di salvare la Germania. Il ragazzo, messo alle strette dalle pressioni, si trova costretto a scegliere e per non mettersi in cattiva luce decide di non frequentare più l’amico ebreo. Hans, nel frattempo, emigra da parenti americani, mentre i genitori restano a combattere nella loro terra, contro il nazismo, per difendere a tutti i costi la loro patria e i loro diritti. L’ebreo rimarrà presto orfano perdendo i genitori che, pur di sottrarsi alle persecuzioni dei nazisti, decidono di suicidarsi. Quando tutto sembra perduto, però, ecco che avviene la svolta o per lo meno un accenno al cambiamento, un segnale che fa comprendere ciò che a volte sembra nascondersi, quello che non è sempre così evidente e chiaro. Dopo molti anni dalla fine della guerra ad Hans arriva una lettera proveniente dal liceo che aveva frequentato, in cui c’è la richiesta di un contributo economico per la costruzione di un monumento agli studenti caduti durante la Seconda Guerra Mondiale. Ed è a quel punto che Hans legge, tra i vari nomi, quello del suo vecchio compagno di scuola Konradin, quello che inizialmente sembrava averlo rinnegato. Accanto al suo nome c’era scritto che era stato giustiziato per essere implicato nella congiura per uccidere Hitler. Proprio leggendo la lettera del suo liceo, Hans si rende conto di aver ritrovato un amico. L’amicizia, l’amarezza per una giovinezza tradita e il ritrovarsi nonostante il razzismo, saranno i temi principali dello spettacolo.