Lucio Dalla: una prospettiva subacquea

Di Laura Serluca – “ Come è profondo il mare” è un disco nel quale è facile sentirsi respirare dall’odore quasi blu della salsedine e delle reti stese ad asciugare al sole. La quotidianità sparsa si ricompone musicalmente in una varietà di stili e ritmi come per esempio il blues, il rock, il soul, lo stomp e la ballata melodica. E’ un disco accessibile ma caratterizzato da allegorie. Nella title-track il mare raffigura il pensiero che “ dà fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce” ma “ non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare. “ I potenti così si accaniscono sul mare: lo vogliono bruciare, uccidere, umiliare. Lucio Dalla, musicista di formazione jazz, è stato uno dei più innovativi e versatili interpreti della canzone italiana. La sua carriera artistica attraversò quattro fasi : le origini ( tra il 1964 ed il 1972 con il gruppo musicale “gli Idoli” ), il periodo Roversi (tra il 1973 ed il 1976 ) , la maturità artistica ( tra il 1977 ed il 1993 ) e la fase pop degli ultimi anni. Nel 1971 presentò al Festival di Sanremo 4 Marzo 1943, un capolavoro nel quale a fargli da contorno non ci sono né porti né marinai ma la Bologna del dopoguerra che avrà un ruolo determinante nel trainare l’Italia negli anni del boom. Prima di essere ammessa alla manifestazione, questa canzone conobbe i limiti imposti dalla censura, essendo stata intitolata inizialmente Gesùbambino, titolo giudicato irrispettoso considerata anche la storia narrata     ( quella di una ragazza madre, che ha un figlio da un ignoto soldato alleato ) : insieme ad alcune parti del testo, anch’esse considerate inadeguate, il titolo fu cambiato prendendo spunto dalla data di nascita del cantautore, pur non essendo una canzone autobiografica. Il mare assume forme terribilmente terrene in “ Caruso “, una delle canzoni più rappresentative dell’intero panorama musicale italiano. È un cuore trattenuto da uno stupore inesperto a suscitare emozione e ad ispirare l’uomo – artista. In alcune interviste è lui stesso a parlare dell’origine a tratti avventurosa di questa canzone. A causa di un guasto alla sua barca, egli si trovò bloccato a Napoli e fu costretto a prendere una camera in hotel. Lo stesso in cui morì qualche anno prima il tenore Enrico Caruso. Furono gli albergatori a raccontargli dell’amore che quest’uomo provava per una ragazza a cui insegnava canto. Eccentrico ed originale, Dalla crea un universo che si nutre non solo di un’intimità da cui riesce a svestirsi attraverso la poesia ma anche di tematiche che hanno un risvolto politico- sociale interpretando per esempio il disagio e l’emarginazione di un senzatetto in uno dei suoi brani più conosciuti ossia “ Piazza Grande”. Tra le sue stravaganze artistiche diverte la collaborazione con Gianni Morandi nel 1988 e quella con Francesco De Gregori con il quale nel 2010 si esibisce in concerto al Vox Club di Nonantola , a trent’anni di distanza dallo storico tour evento di Banana Republic.” Come fanno i marinai /con questa noia che li uccide / addormentati sopra un ponte / in fondo a malincuore sognano un ritorno/ smaltiscono un liquore affaticati dalla vita piena di zanzare che cosa gliene frega di trovarsi in mezzo al mare / ad un mare che più passa il tempo e più non sa di niente /su questa rotta inconcludente da Genova a New York.”  E’ il mare che diluisce e assolve ancora una volta le conseguenze gassose di stati d’animo isolati in “ Ma come fanno i marinai “, uno dei brani – sintesi del binomio artistico Dalla- De Gregori. Ironica, stralunata e buffa è l’ultima immagine che il cantautore  presenta di sé nell’edizione  2012 del Festival di Sanremo durante la quale si esibisce in qualità di direttore d’orchestra e co- autore di Nanì , brano presentato da Pierdavide Carone.La sua scomparsa è stata improvvisa. Per niente stanca, la poetica musicale sopravvissuta ed itinerante di Dalla sorride sfuggente alle linee troppo corte del tempo. “ ….. è la vita che finisce / ma lui non ci pensò poi tanto, / anzi si sentiva felice / e ricominciò il suo canto ….”