Il mito di Eleonora Duse in scena al Teatro “Carlo Gesualdo”

Il mito di Eleonora Duse in scena al Teatro “Carlo Gesualdo”. Lunedì 16 febbraio (alle 21.00), per il ciclo “Teatro civile”, sul palcoscenico del Comunale sarà rappresentato lo spettacolo “Eleonora, ultima notte a Pittsburg”, interpretato da Annamaria Guarnieri, con la regia di Maurizio Scaparro.
 
Il monologo porta la firma del drammaturgo e critico Ghigo De Chiara, una delle presenze più autorevoli del teatro italiano, scomparso nel 1995, che nel testo ha immaginato il delirio febbricitante di Eleonora Duse, ripercorrendone per salti, incubi, squarci emotivi, la vita artistica .
Scaparro ha affidato stati d’ animo e parole ad Anna Maria Guarnieri, protagonista da decenni di pièces teatrali di grande successo e prima donna di numerosi sceneggiati televisivi negli anni sessanta e settanta.
 
Lo spettacolo, presentato in anteprima al Festival di Spoleto, dopo il tour tra i principali palcoscenici italiani, sarà allestito a New York, nello storico teatro off di Broadway, “La Mama”.
 
“Eleonora, l’ultima notte a Pittsburgh” è uno spettacolo sobrio, senza trucchi ed effetti speciali, con una scena dominata da veli bianchi, completamente basato sulla parola, sulla straordinaria recitazione della protagonista e sui richiami alla vita della Duse: dalla sofferta maternità, agli amori –  con Arrigo Boito e Gabriele D’Annunzio, ma anche le passioni femminili – al tormentato rapporto con i testi e gli autori.
 
La storia di un’attrice che ha recitato in tutto il mondo in italiano e che nel suo Paese natio oggi è stata quasi dimenticata. Non è neanche immaginabile l’ emozione che questa artista è stata capace di suscitare nel corso di una vita intensa e tormentata. In Italia, ma soprattutto all’ estero, rappresentando una delle poche icone della cultura nazionale oltre i confini. E, proprio durante la sua ultima tournée negli Stati Uniti, a Pittsburgh, sarebbe morta il 21 aprile 1924.
 
Nello spettacolo di Scaparro emergono l’intensità di una esistenza e la forza di  carattere di una donna, che in scena ha saputo portare e trasmettere passioni e tormenti, mossa continuamente dalla volontà di praticare e sperimentare nuove strade. Un viaggio, giorno dopo giorno, tra le prove artistiche e le mille vicissitudini della vita.
 
Nasce a Vigevano, in una camera d’albergo e muore a Pittsburgh, in una camera d’albergo. È l’inizio e la fine del lungo percorso, la lunga tournée, intorno al mondo di Eleonora Duse, figlia d’arte. Ma l’arte sua, quella costruita con la gioia e la fatica di vivere, con la curiosità e l’ansia di conoscere, era destinata a resistere nel tempo ed a diventare mito, forse perché era un grido o un canto splendidamente e tragicamente umano, come sa essere talvolta l’arte teatrale.
 
 
Anna Maria Guarnieri ha debuttato in teatro a soli 19 anni. Già nel 1953 è entrata a far parte della Compagnia dei Giovani formata anche da Romolo Valli, Giorgio De Lullo e Rossella Falk; con loro collaborerà fino al 1962 interpretando con successo ruoli sia drammatici sia leggeri. Lasciata la Compagnia, lavora con grandi registi come Zeffirelli, Missiroli, Ronconi. Per la televisione interpreta gli sceneggiati “La cittadella”, “E le stelle stanno a guardare” di Cronin e “David Copperfield” di Dickens, diretti da Anton Giulio Majano. Negli anni Novanta interpreta soprattutto grandi ruoli tragici del teatro di Euripide e di Pirandello. Tra i lavori più recenti “La tempesta” di Shakespeare per la regia di Antonio Latella (2003), “Coefore” di Eschilo, diretto da Monica Corti e presentato alla Biennale di Venezia nel 2005, “Le troiane” di Eschilo per la regia di Pero Maccarinelli (2005) e “Les Bonnes” di Jean Genet per la regia di Giuseppe Marini (2006).