Al teatro d’Europa si replica con “Gli Imbianchini” non hanno ricordi, Domenica 20 alle 19,30

CESINALI – Comicità, gestualità clownesca,gusto per la battuta anche surreale, richiami all’attualità sparsi qua e là, questo testo costituisce un primo esempio del personalissimo linguaggio di Dario Fo.
Nel caso de “Gli imbianchini” il gioco farsesco trae spunto da alcune situazioni del primo decennio post bellico (che molto cinema degli anni ‘50 ha trattato) con due improbabili imbianchini alla ricerca di un lavoro qualunque, con una ve……dova che sfrutta la novità di alcune leggi (di una legge in particolare), con un surreale manichino e con una scala….
Due personaggi femminili e quattro maschili, un tavolino,alcune sedie,una poltrona; tutto si svolge nel salotto di un appartamento di uno studioso defunto. L’elemento visivo,espresso in gags che fisicizzano le battute, ne surrealizzano il senso o traggono semplicemente spunto dai ritmi dell’azione, tradotto in movimenti corali esasperati e meccanici.
Sono generalmente vecchi lazzi della commedia dell’arte, recuperi del repertorio popolare, adattati a modifiche e attualità.
Questi giochi scenici si innestano in precise situazioni che trovano antecedenti nel grande teatro comico, da Plauto in poi, a cominciare dal classico esempio del camuffamento o della confusione sull’identità dei personaggi sfruttato in ogni possibile gamma, dal travestimento, allo scambio di persona.
Questo è ciò che gli attori Ramona Barbieri,Raffaele Bianco, Giovanni Esposito ,Daniele Giorgione, Eduardo Graziuso, Elena Spiniello compiono in scena grazie alla regia di Gianni Di nardo e Maurizio Picariello. (testo-la ballata degli imbianchini di Elda Martino).