AVELLINO – Si conclude questa sera la prima edizione del Festival Nazionale di Cabaret – Città di Avellino “Premio Re di Bronzo”. La finalissima si terrà nel cortile all’aperto della scuola elementare Regina Margherita (Palazzotto), in Piazza Garibaldi ad Avellino, alle ore 21.00.
La rassegna, ideata e diretta da Umberto Valentino, gode del patrocinio del Comune di Avellino ed è legato al Circuito Bravo Grazie di Rai 2. La serata di oggi vedrà esibirsi sul palco del Regina Margherita i sei finalisti decretati da pubblico e giuria nelle serate del 10 e di ieri sera.
I Premi che saranno assegnati oggi sono tre: Premio Re di Bronzo, decretato dal pubblico, Premio Migliori Testi e il Premio Presenza Scenica, assegnato dalla giuria di qualità. A presiedere la Giuria per la finalissima, Claudio Calì responsabile Promoval del circuito Bravo Grazie
Per l’ultima serata, oltre ai finalisti sono previste le partecipazioni di artisti di fama nazionale: Alberto Caiazza e Corrado Taranto che sarà insignito del prestigioso “Premio alla Carriera”. Di seguito una scheda di presentazione dei tre ospiti.
Alberto Caiazza è un autentico “rumore vivente”. Nato a Firenze vive e lavora a Roma, molti lo ricorderanno come il mattatore di numerose puntate del Maurizio Costanzo Show e di apparizioni televisive come La Corrida che vinse nel 1988 alla presenza di Corrado, per poi continuare in Stasera mi butto, Creme Caramel, Sereno Variabile, Domenica In tanto per citarne qualcuna mentre Panariello lo ha chiamato per il film BagnoMaria. A cinque anni, racconta la madre, vedendo films Western si cimentava nell’imitare i rumori degli spari e i movimenti del pistolero. Le sue imitazioni avvenivano in qualsiasi luogo ed in ogni momento della giornata; era affascinato da tutto quello che lo circondava e ripeteva automaticamente qualsiasi rumore avesse avvertito. Ricorda che quando veniva punito dalla madre non piangeva ma aveva un modo suo di sfogarsi: si metteva in un angolo e sbolliva la propria rabbia imitando alcuni rumori. Passavano gli anni; ma Alberto non smetteva, anzi il suo interesse per i rumori cresceva. Ricorda che la madre esasperata e anche preoccupata lo portò da uno psicologo. Il medico consigliò di vietargli, per un certo periodo, di vedere la televisione ne’ di fargli ascoltare la radio. La reazione a questo divieto fu quella di realizzare la sagoma di un apparecchio televisivo attraverso il quale si esibiva riproducendo esattamente le situazioni televisive che più gli erano rimaste impresse. Il suo spettacolo è improntato non solo sulla bravura di rumorista, ma è un insieme di satira, rumori, interpretazioni dei movimenti e gesticolazioni umoristiche. Crea così un cabaret unico nel suo genere, dove il divertimento è assicurato.
Corrado Taranto, figlio di Carlo e nipote di Nino, ha seguito una naturale predisposizione che lo ha portato ad una mirabile carriera di attore ed autore di testi teatrali. Dopo aver cominciato con la grande sceneggiata di Tecla Scarano è stato in compagnia con Nino Taranto, poi con Mariano Rigillo nell’indimenticabile Masaniello, e ancora con Mario Scaccia, Carlo Cecchi, i Fratelli Giuffrè, i fratelli De Filippo, Giacomo Rizzo. Anche dal cinema ha avuto belle soddisfazioni; con Troisi in “Pensavo fosse amore invece era un calesse”, con Mattia Sbragia in “Antonio Gramsci” con Jack Lemmon in “Maccheroni” ha dato vita sul grande schermo a personaggi che si ricordano con particolare simpatia. Nutrita anche la serie di opere che portano la sua firma; “Specie in via d’estinzione” “ Ma in America c’è il Vesuvio?” “Radio Pacchianella Sound” “E comm’è stato?” “Pallottole sul Vomero” “Voi azzuppate?” tanto per citare solo alcune delle esilaranti commedie che lo vedono come autore e regista.