“Popolo e Territorio” e “Tuteliamo i nostri figli – SI DAD”: lettera aperta al Governatore Vincenzo De Luca

Riceviamo e pubblichiamo: Pregiatissimo Presidente, con la presente, le orgogliose genti dell’Alta Irpinia, anche per il tramite dell’Associazione politico-culturale “Popolo e Territorio” e del Coordinamento regionale Campania “Tuteliamo i nostri figli – SI DAD”, intendono comunicarLe l’esigenza di un confronto concreto, pragmatico e serrato sulle criticità, ma anche e soprattutto in merito alla centralità delle comunità qui interessate. 
Aprire, in tal senso, un dialogo costruttivo e proficuo, su temi di preminente rilevanza quali, ora qui, alcuni, evidenziati e proposti. Partendo dalle difficoltà politiche, mai poche, delle nostre comunità e, in concomitanza, auspicando il loro effettivo rilancio; non meno soffermandoci, anche, su questioni come quella della sicurezza delle scuole ove si ritiene, allo stato, legittimamente congruo prevedere la libera scelta della modalità didattica, garantendo, dunque, ed istituendo, sin da subito e finché perduri l’emergenza sanitaria, la facoltà di poter optare tra quella in presenza e quella a distanza per ogni ordine e grado.
Gentilissimo Governatore è importante, seppur superfluo, ma non certo banale, rammentare che Lei con la Sua coalizione, nelle scorse elezioni regionali, ha raggiunto un consenso “oltre che bulgaro”. Una vera e propria legittimazione del consenso, storicamente ineguagliata. Un suffragio quasi unanime. Non possono, quindi, esserci obiezioni, ma soluzioni! Risposte certe e necessarie attenzioni!
Al riguardo vi è stata, infatti, conferita, una delega “piena”, non solo per la bontà della proposta offerta ma, altrettanto, per la mancanza delle controparti politiche, pressoché assenti e, dunque, per l’evidenza anch’essa tangibile della mancanza di pertinenti nonché validi “dati politici” locali. Mancanza ravvisabile, giustappunto, quanto nella rimpinguata maggioranza, tanto nelle sparute minoranze. Un vuoto, quello provinciale, quasi assoluto che, permanendo, sta assumendo caratteri endemici; ove, sarcasticamente, “se si fa un fischio a Cairano si sente a Monteforte!”
Questo documento non vuole, ovviamente, raccontarLe storie già dette e, per lo più, risapute, concernenti, tuttora, tale triste realtà politica ove, semmai e visto il momento, essa è anche più desolante e complessa; ma sollecitare in Lei l’idea di una nuova “travolgente” centralità dei nostri borghi appenninici, della cosiddetta “terra dell’osso“, del fu citato “cratere dell’80”, ovvero delle spesso decantate “zone interne” della nostra regione. Centralità che, in effetti, può divenire strategica nelle prossime dinamiche d’attualità e, prioritariamente, d’attuazione del famigeratoRecovery Plan.” Occasione storica, anzi, irripetibile!
Strategie non solo in chiave socio-demografica, con il riequilibrio della densità abitativa tra le grandi città costiere e i capoluoghi, ossia, lo “spostamento” di abitanti che deve, però, saper essere attrattivo ovvero motivabile come, ad esempio, dalla “conurbazione” attinente la metropoli partenopea verso i piccoli paesi; ma anche in riferimento, con la dovuta pertinenza, ai servizi che si andranno a rimodernare con la rivoluzione digitale tanto sponsorizzata, in un vessillo così splendente, della “Next Generation EU.”
Cambiando, soprattutto, le prospettive, economicamente parlando, si potrà dare seguito, senza dubbio e con maggior prasseologia, alla rivalorizzazione delle comunità “abbarbicate alla dorsale appenninica”, e non solo meridionale. Lo smartworking, la migliore connessione di dati, mezzi e, soprattutto, trasporti con una più efficace e veloce mobilità delle persone, lavoratori, studenti, manager, politici, potrà far riemergere, fortemente, la domanda di “venir a vivere qui!” Già solo pensando all’utilità di gestione di crisi come quella attuale, ove la pandemia dimostra la fallibilità e la “esasperazione” dei modelli abitativi, dove la densità supera livelli normali; e come nella nostra Regione assume anche contorni eccessivi e, spesso, imponderabili.
I nostri luoghicosì ameni e molto salubri che, certamente, presentano un miglior grado di vivibilità rispetto alle città e, comunque, una sufficiente fruibilità di beni e servizi e, anche, una maggiore compenetrazione e persistenza della legalità rispetto ad altre zone pur limitrofe, ove persistono, infatti, buone amministrazioni comunali, con una più fattibile trasparenza negli atti e decisionipossono diventare un concreto approdo, uno sbocco naturale e strutturale, una nuova e vera prospettiva di futuro. 
Da questo, poi, va da sé il riconsiderare la questione delle scuole, degli ospedali, dei tribunali, degli uffici e, a seguire, la promozione di investimenti qualificati nel settore privato produttivo e, non per ultimo l’intraprendere politiche più coraggiose e qualificate, con la definitiva determinazione, per lo sviluppo di tematiche ambientalistiche con la piena adesione, strutturale, all’eolico, al solare, al ciclo industriale dei rifiuti. 
Presidente noi vorremmo poter crederci!
Al momento, però, non ce ne voglia per questo, ci riteniamo, purtroppo, delusi; o se si vuole meglio definire i contorni, siamo nello stato di coloro che “disincantati” attendono ancora, ma ancora per quanto? E come?
Siamo, infatti, certi e convinti che le idee come le rivoluzioni camminano sulle gambe di donne e uomini coraggiosi e volenterosi, fieri ed onesti; che i cambiamenti fioriscono dalla freschezza e prontezza dei giovani, ai quali va data un’opportunità anche qui, nella loro terra, non per forza chissà dove; che i progetti futuri si costruiscono per i bambini di oggi e di domani, favorendo la loro crescita umana, sociale e culturale in ambienti accoglienti e premurosi, in paesi a dimensione familiare, in scuole sicure, stimolanti, moderne. 
La politica, di questo, dovrebbe saper essere autentica interprete, contro qualsiasi motivo che favorisca regressioni a vantaggio del potere di pochi; dello “status de quo” di soggetti antichi, dei soliti “malarnesi” che abbondano nelle “stanze dei bottoni”, come nella nostra provincia, dove si intravedono ancora taluni residuati, come ingombranti “pascià”!
Sulle scuole è d’obbligo, infine, un richiamo sulla carenza, anche nella nostra provincia e nei nostri comuni, di strutture adeguate, spazi sufficienti, aule congrue, protocolli pertinenti e procedure adeguate. 
L’insufficienza, non meno, palese di Dirigenti scolastici che, nella gestione eccezionale di questo periodo, hanno manifestato non poche difficoltà con “balbettamenti” inaccettabili. Questo nelle mura scolastiche. Perché qui da noi, infatti, la didattica a distanza ha ben funzionato, meglio della scuola in presenza, dove, tuttora, non sono garantite tutte le sicurezze che, lo stato attuale di cose, invece impongono. 
Diversamente, per la didattica digitale integrata, le connessioni sono risultate ottime e, comunque, dappertutto buone; presenza assidua e quasi sempre plenaria; tutti i bimbi e i ragazzi con dispositivi propri; insegnanti ben motivati ed attivi; programmi svolti sufficientemente. Senza dubbio, da casa si è garantita la salute e non si è sminuita l’istruzione, contemperando bene le esigenze e, soprattutto, le priorità.
Presidente non bene si comprende, quindi, la Sua scelta di abdicare totalmente alla ultima “scelleratezza romana” vista, finora, la Sua più che attenta posizione in merito; e meno si accoglie la Sua, davvero, inaspettata mancanza di prevedere, almeno, quale pur giusto e corretto rimedio, la libera scelta delegata a genitori e studenti, così come fatto, tra l’altro, dal Governatore pugliese Michele Emiliano.
Le chiediamo quindi, qui, giusta considerazione al riguardo e la repentina istituzione in Regione Campania della DIDATTICA A DISTANZA FACOLTATIVA, SEMPRE GARANTITA, PER OGNI ORDINE E GRADO; fino a quando permangono situazioni poco rassicuranti e, comunque, condizioni non perfettamente compatibili con la normale modalità in presenza che tutti, ovviamente, auspichiamo.
La scuola sì, ma in sicurezza!
Associazione “Popolo e Territorio” e Coordinamento nazionale e regionale “Tuteliamo i nostri figli”