Pubblicato in ebook, a cura di Bianca Fasano, (Accademia dei Parmenidei editore), l’autobiografia del pittore Carmine Moriniello “Briciole di vita”

Già pubblicata anni addietro (Tip. G. Calabrò, 1979 – 111 pagine), “Briciole di vita”, l’autobiografia del pittore Carmine Moriniello (1914 – 1987),  è stato solo uno dei libri che parlavano del Maestro, che vantava antenati illustri:  “Principe, titolato in Spagna – Arma della Casta Molinos – repertorio de Blasones de la Comunidad Hispanica – lettera M – pag. 117 A. discendente diretto dei principi regnanti di Granada.”  Non per gli antenati, piuttosto per la sua bravura artistica, hanno parlato di lui i più importanti critici italiani, tra cui: Carlo Barbieril Alfredo Schettini, Pietro Girace, Aldo Lucchetti, Carlo Restagno, Pietro Munnicchi, Salvatore Sicilia, Paolo Ricci, Yosè Albert, Michele Biancale, Luigi Servolini, Paolo Perrone Domenico Petrocelli, Nik Romano, Salvatore di Bartolomeo, G.Oberdan Rizzo, Marina Morani, Carmine Manzi, lvo Senesi, Pietro Piciullo, Chiares Ducan, Domenico Rea, Giliberto Finzi, Nicola Iovino, Aurelio Benetti, Gianna Pagano, Paolino Robiati, Aragona Marco Valsecchi, Ignazio Mormino, Enrico Regazzoni, Luigi Eboli e Raffaelle De Grada. Inoltre sul suo operato artistico è stato pubblicato: “Carmine Moriniello, pittore sociale” a cura di Paolo Perrone; introduzione di Domenico Rea; Napoli ; Milano : Schettini, 1973. Monografia – Testo a stampa; “Carmine Moriniello, un espressionista sociale” / Perrone, Paolo <1941> Milano: Nuove edizioni culturali, 1982; Monografia – Testo a stampa.  Artisti ’74: Campania: Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno : Puglia: Bari, Brindisi, Lecce, Foggia, Taranto. [Milano : A. Mondadori]; [Torino] : Bolaffi, 1974. ed altri.
Questa “ristampa” ha di speciale che, a curarla, sia stata la nipote del maestro: Bianca Fasano Moriniello, anch’essa pittrice, conosciuta, però, soprattutto, in quanto giornalista e scrittrice. Le abbiamo chiesto il perché di questa pubblicazione : – “Confesso di essermi sentita quasi a disagio nel presentare l’autobiografia di mio zio, Carmine Moriniello, in quanto sono stati davvero tanti i critici d’arte di ottima levatura che hanno parlato della sua arte ed io non mi sento di essere sullo stesso livello. Personalmente, però, non ho intenso parlare della pittura di mio zio come potrebbe fare un critico d’arte in quanto non credo molto nella critica e credo, invece, molto, negli artisti stessi. Carmine Moriniello, come uomo, ebbe un grande dolore: innamoratosi a soli quattordici anni di una bella ragazza a nome Anna, che ne aveva soltanto dodici, trasformò in matrimonio quel lungo percorso d’amore e perse la sua donna alla nascita della loro figlioletta Elvira. Poi venne ingoiato dalla guerra, assieme alla sua sofferenza. Ebbe, dopo, il coraggio di vivere e dedicò all’arte tutta la sua vita, chiuso, più avanti, nel suo studio di Via Giacinto Gigante, ore, coi colori e le idee sociali che gli fluttuavano per la testa. Il numero di opere da lui compiute e le occasioni in cui queste vennero mostrate al pubblico sono innumerevoli. Di certo quel suo chiudersi in uno studio, con il balcone serrato e l’immancabile sigaretta tra le labbra, bene non gli fece, giacché morì per un tumore ai polmoni. Ragione, questa, del mio disgusto per le sigarette, che mi fecero abbandonare il fumo da un giorno all’altro a quarant’anni, essendo anche io pittrice ed accusandole di avermi privato di mio zio. Oggi, con le possibilità che concede il Web, il nome di molti raggiunge risonanze astronomiche, se pure non meritate. Mi sono detta che, vissuto in quello che potremmo definire “il cartaceo”, di lui sia restato ben poco. Non mi è sembrato giusto ed ho deciso di rinvigorire il suo ricordo, sia come uomo che come artista, rendendogli giustizia”-
Ci è sembrato legittima questa decisione, anche per ridare voce alle sue opere, disperse nelle tante collezioni, sia pubbliche che private, ridando lustro a quell’Istituto D’Arte Filippo Palizzi, conosciuto  anche, per la piazzetta che lo ospita come “Demetrio Salazar” che lo ebbe come allievo. A seguito della legge 133/2008, che ha modificato la funzione degli istituti professionali, il “Palizzi” è diventato un liceo artistico nell’anno scolastico 2010-2011.
Dall’anno scolastico 2012-2013 è confluito con liceo artistico Umberto Boccioni, di più recente fondazione (1970), sotto un unico ente locale d’istruzione, che ha in ogni caso concesso alle due scuole di conservare le stesse sedi, le prerogative, i titoli e gli stessi organigrammi.
Propone agli studenti come indirizzi di studio: arte dei metalli e dell’oreficeria; arte della ceramica; disegnatori di architettura e arredamento; decorazione pittorica; decorazione plastica; arti della stampa. Negli anni precedenti alla seconda guerra mondiale rappresentava una cassa di risonanza non indifferente per quanti credevano nell’arte, nelle sue varie espressioni e occorre ricordare i Maestri che vi operavano, tra cui il pittore Francesco Galante, che fu insegnante del maestro Moriniello. La pubblicazione della autobiografia “Briciole di vita”, che risalta attraverso il web, potrebbe diventare un’ottima occasione per parlare dell’arte e di quanti la vivono in prima persona con maggiore vigore.