Maria Ronca ricorda il prof. Goffredo Napoletano

Il mondo poetico si ferma per onorare ed omaggiare “il poeta scalzo” che attraversa la quotidianità distratta. La poesia e la filosofia vivono nel centro storico, cadente e dormiente, una voce fuori di campo si eleva e sverza con le parole.
Maestro e poeta arricchiva il mondo della cultura e contribuiva allo sviluppo del borgo antico della città, ponendo al centro politiche di rivitalizzazione. Con il progetto “Le porte di Dedalo” in veste di Cicerone sperimenta la concertazione dal basso, si parla di cultura, territorio e turismo. In un Café, in un negozio si incontrano i cittadini, gli amministratori, gli storici, i giornalisti, gli artisti e i poeti. Si riprendono le mappe antiche, si conosce la storia di Avellino, si riportano all’attenzione i cunicoli Longobardi, si chiamano ingegneri e progettisti, per immaginare la città del futuro.
Le luci si accendono a supporto delle tante riflessioni, ma gli uomini, per natura incostanti, perdono la bussola e solitari, erranti e ottusi, perdono memoria e identità.
L’immagine di una città ostile si contrappone alla poesia e nei versi depositati su una pagina virtuale il nostro “poeta navigatore” ci lascia i suoi pensieri. Sul finire del giorno, giunge il concedo dell’osservatore poeta.
I versi si scioglievano
allo scandire dei giorni
di una città dormiente.
Sedeva sulla panca
sospeso tra cielo e terra.
Immaginava
con la forza del pensiero
d’animare le viuzze
che portano alla torre campanaria
e all’antico cuore del borgo,
silente e ormai deserto.
L’uomo cade.
Il poeta sorride.
L’Associazione “Il Bucaneve” si unisce al cordoglio della famiglia e a tutti coloro che ebbero il piacere e l’onore di conoscerlo e affiancarlo.
Maria Ronca