Caserta, a Villa Giaquinto un FabLab nel Parco

Pensate, disegnate e stampate per essere “open”. Si chiamano “fit it” e sono i primi due prototitpi di sedute realizzati dal Dream FabLab di Città della Scienza di Napoli in collaborazione con il progetto “Parco Open Source” promosso dall’Università Roma Tre e la rete FabLab Roma Makers per Villa Giaquinto, un parco pubblico per bambini di oltre 9600 metri quadrati nel pieno centro storico di Caserta. Abbandonato per anni e ridotto ad area degradata e pericolosa il Comune lo ha chiuso nel 2015 ma i cittadini non si sono arresi. Prime solo le domeniche, poi il weekend gli abitanti del quartiere si sono organizzati per prendersi cura del parco, rimetterlo a posto, tenerlo in vita in una inedita gestione collettiva. Due anni dopo averla chiusa, il Comune di Caserta decide così di riaprire ufficialmente Villa Giaquinto nel 2017 e affida le chiavi del parco ai residenti con un atto dell’Ufficio Patrimonio. Per l’occasione il Comune adotta un regolamento per la gestione condivisa dei Beni Comuni che permette ai cittadini che hanno recuperato il parco di assumere la responsabilità della sua “custodia”. Pertanto, oggi il parco è gestito dal Comitato per Villa Giaquinto tramite un Patto di Collaborazione col Comune di Caserta.

Oggi Villa Giaquinto non è solo un luogo pieno di vita ma è anche un luogo di sperimentazione. Grazie alla collaborazione con “Parco Open Source”, Città della Scienza di Napoli e il Dream Fab Lab del polo tecnologico partenopeo, Villa Giaquinto sarà al centro di opere sostenibili disegnate e stampate ad hoc. Il “Parco Open Source” è un progetto di ricerca applicata promosso dal prof. Stefano Converso e nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre con la rete di Fab-Lab “Roma Makers”, sotto la guida di Leonardo Zaccone.  Esso è stato presentato a due diverse edizioni della Fiera Europea dell’Innovazione, la Maker Faire European Edition di Roma, ed è stato sperimentato sul campo per la prima volta presso il parco “Cavallo Pazzo” di Roma, nel quartiere Garbatella.

Il progetto del Parco Open Source è basato sull’idea del “Fab-Lab nel Parco”: spazio animato da progetti “open”, aperti, modificabili e sempre diversi, prodotti localmente con tecniche digitali e materiali sostenibili, e gestiti dal basso.

I primi due prototipi di sedute “fit it” sono già stati installati presso l’area pubblica. Le sedie sono “open” perché l’idea di progetto che le presiede a il sitema Press-Fit, fatto di incastri rigorosamente a secco che rende evidente l’assemblaggio, lo rende “disponibile” allo sguardo e suggerisce inerentemente modifiche potenziali, oltre che facilitare le manutenzioni alle troppo frequenti vandalizzazioni. I pezzi possono essere smontati, anche solo col pensiero, oppure ricostruiti diversi, cambiare parti, disinnescare e aprire il sistema formale, pur mantenendo, nei buoni progetti, una chiarà unitarietà, anche data dal materiale, il legno, estremamente malleabile e sostenibile anche a fine ciclo di vita. Villa Giaquinto diventa un luogo sempre più “Open” anche perché è il progetto delle sedie viene rilasciato con le informazioni di produzione allegate per produzioni locali. In questo modo si da il via anche a fenomeni di “versioning”, tipico del digitale, con progetti che vengono remixati e reimmessi in circolo. I due prototipi realizzati per Villla Giaquinto nel Laboratorio Fab Lab di Città della Scienza sono essi stessi due “remix” di un progetto precedente romano, elaborato da due studentesse, Giulia Castroni e Carlotta Iachella, che ora è “in circolo”, ed è già diverso.

“Su iniziativa di Città della Scienza – annuncia Claudia Giusti, direttore dello Science Center del polo scientifico e tecnologico partenopeo –  a settembre ci saranno dei nuovi laboratori di progettazione partecipata che vedono il coinvolgimento di studenti, artisti e designer”.