Successo di pubblico con oltre 5.000 visitatori per la mostra d’arte “De Chirico: segno e mistero”

La Mostra d’arte “DE CHIRICO: SEGNO E MISTERO” è stata organizzata in occasione dei 40 anni dalla scomparsa del maggiore pittore del Novecento italiano Giorgio de Chirico (1888-1978). È stata realizzata dagli Amici del MdAO e dal MdAO – Museo d’Arte con la collaborazione dell’Associazione Culturale ACO. Ha ottenuto un notevole successo di pubblico nei cinque giorni di apertura, con oltre cinquemila visiatori, di cui più della matà provenienti dalle altre province campane, oltre che dal Lazio, dalla Toscana e dall’Emilia Romagna. La giornata di sabato 24 ha visto la presenza di oltre 2.500 visitatori, con vari bus organizatti provenienti dal Frosinone, Napoli e Ottoviano.

La mostra è stata ideata e curata dal critico d’arte Stefano Orga con la direzione artistica di Michela Femina, curatrice anche dell’allestimento, che è stato molto apprezzato dai numerosi visitatori.

L’evento culturale, di rilevanza internazionale, ha presentato al pubblicio opere originali del grande maestro del Novecento Giorgio de Chirico, illustrando i decenni della sua attività artistica, dagli anni Venti agli anni Settanta del Novecento. Le opere in espozione provenivano da collezioni private della Campania e hanno mostrato la produzione grafica: disegni, incisioni e litografie originali del grande protagonista dell’arte occidentale.

La Mostra d’arte DE CHIRICO: SEGNO E MISTERO si è tienuta da mercoledì 21 novembre a domenica 25 novembre 2018, al Circolo della Stampa, presso la Prefettura, in Corso Vittorio Emanuele, 6 ad Avellino.

La mostra si è aperta con un Vernissage e una presentazione dell’esposizione il 20 novembre vedendo la partecipazione degli invitati e dei collezionisti prestatori. Durante la mostra si è tenuto il Seminario di Storia dell’Arte “Giorgio de Chirico e la Pittura Metafisica” il 24 novembre, con una vasta partecipazione, e si è conclusa con la presentazione del catalogo e della guida della mostra “De Chirico Segno e Mistero” il 25 novembre 2018, con una folta presenza di persone.

Il catalogo è stato pubblicato dalle Edizioni Omicron di Napoli, contiene delle ottime illustrazioni delle opere esposte con schede esaustive, il testo propone tre contributi di presentazione, due saggi critici e una ricca appendice con Biogafia, un saggio relativo alla Pittura Matafisica e la bibliografia.

Oltre al catalogo è stata realizzata la guida alla mostra contenente un contributo di presentazione tre saggi ciritici oltre a biografia e bibliografia sempre delle Edizioni Omicron. Sono disponibili presso il “Re di Bronzo” ad Avellino in Piazzetta Solimena – Via Trinità.

Il curatore Stefano Orga ha scritto sull’interessante catalogo: “il segno rivela qualcosa nelle arti visive, ed è essenzialmente un “prodotto” intellettuale per la realizzazione di unìidea. Per cui, il segno costituisce il momento propedeutico di passaggio dall’idea alla sua realizzazione. Il disegno si “affida” al segno, proprio dell’artista, che materializza l’idea. Per de Chirico il segno è l’azione del disegnare: il tracciare cioè le linee visibili di ciò che emerge dall’immaginazione dell’artista. Nelle sue opere il Maestro ricerca la natura intima delle cose che per l’appunto è un mistero. Egli, però non sempre riesce a coglierne la radice, affacciandosi alla soglia del mistero che emerge dall’infinito, de Chirico ne percepiosce l’azione e la manifestazione. Dal 1940 de Chirico si avvicina al Cristianesimo illustrando sapientemente l’Apocalisse di San Giovanni. In quest’opera esprime figurativamente la sua adesione alla Rivelazione Cristiana.”

Il direttore artistico Michela Femina ha scritto sull’elegante catalogo: “La sua personalità è «certamente poderosa»: una qualsiasi sua singola opera, anche grafica, infatti, non può lasciarci mai indifferenti in quanto riesce a stupirci e a stimolare il nostro sentire. La mostra DE CHIRICO: SEGNO E MISTERO vuole essere un’occasione di contatto e di confronto emotivo con l’arte di Giorgio de Chirico, così da avere la possibilità di comprendere la sua opera grafica nella più significativa essenza.”