Industria conciaria: il 2017 torna positivo con la produzione +6,1%. La sostenibilità è sempre più al centro delle strategie del settore

Con queste parole il presidente di Unic Gianni Russo ha avviato questa mattina l’Assemblea Generale dell’associazione e ha presentato il rebranding in UNIC – Concerie Italiane. “Un naming – ha spiegato Russo – che rappresenta un sigillo di qualità e testimonia la leadership globale della pelle italiana, che ha chiuso un 2017 positivo. La produzione complessiva è cresciuta del 6,1% in volume (129 milioni di metri quadri di pelli finite; 11 mila tonnellate di cuoio suola) e dell’1,8% in valore, attestandosi sui 5,1 miliardi di euro”.
Numeri, ha affermato il Presidente di Unic, che “confermano ancora una volta solidità e forza” di un settore composto da 1.213 aziende e 17.746 addetti (il 20% dei quali è donna), che, dopo un biennio caratterizzato da lievi decrementi, torna in area positiva e continua a investire in sostenibilità “oltre il 4% del proprio fatturato annuale, cioè più di 200 milioni di euro. Nel 2002 erano la metà.”
La sostenibilità per Unic è ormai da anni una priorità per il settore. “Giocando d’anticipo, – ha dichiarato Russo- abbiamo soddisfatto le richieste dei brand internazionali, grazie all’impegno sinergico tra i diversi anelli della filiera. Assicuriamo alla clientela prodotti trasparenti e tracciabili. La sicurezza chimica e ambientale è un must per le aziende conciarie italiane. Più di metà del fatturato è realizzato da imprese certificate, la ricerca e l’innovazione mirata ci hanno permesso di ridurre notevolmente l’utilizzo di acqua, energia, prodotti chimici. Più di tre quarti dei rifiuti aziendali sono destinati a recupero.”
Il segno complessivamente positivo del 2017 appare legato alla domanda proveniente dalla clientela automotive e dai produttori di pelletteria (entrambe in crescita a doppia cifra). In lievissimo aumento anche la calzatura, che si conferma primo utilizzo dei nostri materiali, seppur con una quota ormai inferiore al 40% del totale.
Le esportazioni di pelli conciate, che l’anno scorso sono state pari a oltre 3,8 miliardi €ur ed hanno raggiunto 120 Paesi, hanno mostrato un aumento dello 0,5% in valore. Tra i principali Paesi esteri di destinazione, si segnala il ritorno al rialzo delle spedizioni italiane (in valore) verso l’area cinese, tornate in territorio positivo (+3%) dopo un biennio difficile. L’andamento delle esportazioni, che interrompe il trend lievemente negativo che aveva caratterizzato il 2015 e il 2016, rappresenta una conferma di quanto il contributo dei mercati esteri risulti da tempo fortemente maggioritario e abbia superato, negli ultimi anni, il 75% del totale della produzione. Nel 1992 la quota era pari al 35%.
La crescita in tutti i più importanti indicatori congiunturali ha portato l’industria conciaria italiana ad incrementare ulteriormente i propri primati internazionali. I conciatori italiani sono infatti primi nella classifica mondiale dei maggiori produttori, con una quota in valore pari al 20% del totale globale (addirittura 65% nell’area UE), e dei maggiori esportatori, dato che il 27% delle pelli finite complessivamente esportate nel mondo ha origine italiana.
Moderata dalla giornalista de Il Corriere della Sera Maria Silvia Sacchi e arricchita da un intervento dell’editorialista Davide Giacalone, l’Assemblea Annuale UNIC – Concerie Italiane si è svolta nel nuovo Spazio Lineapelle di Palazzo Gorani, a Milano, che come ha spiegato il presidente Gianni Russo “diverrà un centro espositivo permanente, dove osservare da vicino come la pelle ispiri e risulti determinante per le scelte creative della moda, del design, dell’automotive. Un vero e proprio hub culturale, ideato per valorizzare il passato, parlare del presente e del futuro della pelle made in Italy. Ospiterà mostre, eventi, incontri, che avranno come comune denominatore la promozione e la diffusione della cultura e del valore della pelle. Un valore da promuovere, raccontare, condividere.”