Curti: la lotta al bullismo comincia a scuola

Nell’ambito della prima giornata campana di “contrasto al bullismo”, la scuola media “Gallozzi-Mameli” di Curti ha realizzato un evento, fortemente voluto anche dal primo cittadino e dall’intera amministrazione comunale, di quelli significativi e importanti per la formazione della comunità scolastica. Le classi della scuola media hanno popolato la palestra del plesso scolastico alle 10 di questa mattina,8Maggio, trovando a salutarli il Sindaco dott. Antonio Raiano, l’Assessore all’Istruzione, dott.ssa Maria Giovanna De Matteo, il delegato del Dirigente Scolastico dell’IC, Prof. Cipulla, l’opinionista Renè  Bonante e i relatori Dott.ssa R. Petriccione della Polizia Postale Caserta e la sempre presente Teresa Manes, autrice del libro, edito da Graus Editore, “Andrea oltre il pantalone rosa” e presidente dell’Associazione Italiana Prevenzione al Bullismo.
Nel saluto di apertura dei lavori il Sindaco Raiano ha affermato di credere fortemente nell’azione della scuola per arginare la piaga del bullismo: <<Una scuola che ignora o sottovaluta tale fenomeno mette in pericolo i suoi alunni e fallisce la sua missione educativa>>. Quelli che lui ha definito i “leoni e le leonesse da tastiera” <<non capiscono che le parole sono come pietre e fanno male>>, ha continuato. <<Ogni buon amministratore deve contribuire alla soluzione dei problemi attraverso il rinnovo del patto educativo tra le istituzioni ma soprattutto tra scuola e famiglia>>, ha concluso.
<<Scuola e famiglia devono stare una accanto all’altra, non di fronte>>, ha affermato l’assessore De Matteo. Nella presentazione degli obiettivi formativi gli interventi dei relatori hanno esplorato le tematiche più attuali e rilevanti da approfondire in maniera multidisciplinare: <<Non bisogna temere di parlare – ha continuato il prof. Cipulla – il bullo “conta” sul silenzio>>. La scuola, dunque, deve mettere in atto una serie di interventi educativi tali da creare e radicare nella quotidianità il senso della solidarietà, combattere l’omertà e stimolare la richiesta di aiuto. In tal senso sono fondamentali gli incontri come quello di oggi, con esperti qualificati della società e delle forze dell’ordine. Tutto ciò aiuta chi è in difficoltà ed è il miglior deterrente contro la nascita di situazioni critiche.
Un insolito silenzio è calato tra i ragazzi presenti quando a prendere il microfono è stata la mamma di Andrea, Teresa. Il suo è stato un racconto doloroso, straziante, commovente ma sempre attento ad ogni sfumatura. Il suo intervento è stato mirato alla speranza che questo suo instancabile fare possa aiutare altri: <<Spesso egli rideva di cuore di quel che si diceva in quel gruppetto, ma si sentiva incapace d’inventare qualcosa di simile. Era come una lingua straniera, ch’egli capiva, ma non sapeva parlare.>>così ha concluso Teresa Manes, con le parole di Stendhal in “Rosso e nero”, uno dei libri prenotati in biblioteca da Andrea, divoratore di pagine, prima di scegliere di morire.
Nell’introduzione specifica del fenomeno trattato, è la dott.ssa Petriccione della Polizia postale di Caserta, attraverso le sue parole e alcuni video, a delineare il percorso che dal bullismo porta al cyberbullismo, due declinazioni di un fenomeno che trova massima e naturale espressione nella scuola e nella vita quotidiana degli studenti: << Dal web non si può tornare più indietro>>, ha affermato. L’uso distorto del web dilaga fino a diventare una piaga sociale, generando una gogna mediatica da cui a volte è difficile uscire. Occorre pertanto saper individuare le situazioni critiche e conoscere gli strumenti a disposizione per intervenire.
Una mattinata intensa e ricca di emozioni in cui sono state fornite, ai docenti, agli alunni stessi e ai genitori, ampie informazioni, conoscenze e risposte alle domande più frequenti e utili ad un’azione diretta alla prevenzione e al riconoscimento dei comportamenti volti a turbare la privacy e la sicurezza dei giovani. Appare, dunque, indispensabile dotare di strumenti i ragazzi e le ragazze, per fare sì che possano agire nelle proprie comunità promuovendo i processi di cambiamento verso il bene.