Psr, Campania aderisce a piattaforma multregionale di garanzia

Una Piattaforma di garanzia gestita dal FEI, il Fondo Europeo per gli Investimenti, che consentirà alla Campania di allargare la gamma di strumenti per soddisfare la richiesta di finanziamenti provenienti dalle imprese agricole ed agroalimentari. La firma del protocollo d’intesa, che coinvolge la BEI, la Banca europea per gli Investimenti, il FEI, la Cassa depositi e prestiti, Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare e otto regioni italiane tra cui la Campania è avvenuta a Verona lo scorso venerdì 8 aprile nell’ambito di Vinitaly.
Per la prima voltaspiega Mario Grasso, direttore generale di Cia Campaniail fondo di garanzia dell’ Unione Europea viene utilizzato in modo sperimentale in abbinamento ai finanziamenti previsti dal Piano di Sviluppo Rurale. Questo significa che sui prossimi bandi regionali del Psr le imprese che risulteranno aggiudicatarie di finanziamento potranno coprire la quota di cofinanziamento grazie ad accessi facilitati al credito bancario. Queste imprese potranno infatti utilizzare come garante il fondo della Piattaforma multi regionale di garanzia tramite l’intermediazione di una società creditizia”. “Ci auguriamo – conclude Grasso – che i prossimi bandi Psr riguardino in modo prioritario le misure relative al cambio generazionale e tutti gli strumenti per favorire il lavoro dei giovani nell’imprenditoria agricola”.
L’impegno previsto dalla Piattaforma multiregionale di garanzia è di oltre 400 milioni da parte di Fei, Cdp e Bei ai quali si aggiungono 20 milioni dell’Ismea per contribuire alla copertura della “tranche mezzanina”. Grazie alla costruzione di un “portafoglio multiregionale” di garanzie in caso di inadempimenti le prime perdite saranno coperte dalle risorse regionali (Feasr), successivamente scatterà la quota garantita dal budget dell’Ismea e infine entreranno in campo Fei, Bei e Cdp. Le regioni coinvolte sono: Piemonte, Toscana, Umbria, Campania, Puglia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Calabria. Si tratta delle regioni che hanno modificato il loro Piano di sviluppo rurale per accedere a questa formula.