Il Mdao ricorda Francesco Saverio Altamura

AVELLINO – L’Ottocento di Francesco Saverio Altamura. Questo il titolo del seminario organizzato, al Palazzo Vescovile di Avellino, da ”Gli amici del Mdao” con il patrocinio delle associazioni ” Aco”  e ”Nel segno dell’arte”.

Nonostante la pioggia, un pubblico attento e sensibile ha apprezzato moltissimo l’interessante dibattito su uno dei protagonisti dell’arte dell’800, nato a Foggia ma  vissuto per otto mesi anche ad Avellino in Largo dei Tribunali oggi Piazza della Liberta’. Moderatore dell’incontro il giornalista, Dott. Franco Iannaccone  .

Presenza fissa di questi appuntamenti, il Prof. Don Gerardo Capaldo, direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Avellino, che ha definito l’arte come strumento “per superare questi  tempi difficili e per avvicinarci a un mondo piu’ vicino ai valori veri”.

Il medico   neurologo e cultore d’arte, Dott. Giuseppe D’Amore , ha invece sottolineato la validita’ e la qualita’ dei seminari del Mdao  e riconosciuto la  cultura “come antitodo alla tristezza e allo sconforto della societa’ ” rievocando il legame dell’artista con Avellino e uno degli uomini piu’ illustri della citta’, Francesco De Sanctis, immortalato in un’opera,  custodita al Museo San Martino di Napoli.

Presente anche l‘archeo-artista Francesco Roselli che ha ricordato i luoghi piu’ importanti in cui ha operato Francesco Saverio Altamura, quasi tutte capitali, come Napoli , Firenze e Parigi, e ha colto alcune somiglianze tra  il maestro foggiano e il pittore spagnolo Francisco José Goya.

Il Dott. Generoso Vella, presidente dell’associazione ”Nel segno dell’arte”, ha invece affermato che “educare all’informazione e alla conoscenza  vuol dire costruire una società di persone consapevoli e ricche dentro e che la  cultura condivisa può  aiutare a   migliorare l’essere umano e la propria visione del mondo”.

Il seminario entra nel vivo con la relazione del Dott. Luca Nacca, farmacista e cultore d’arte, sulla vita del maestro, nato a Foggia nel 1822 e vissuto prima a Salerno e poi ad Avellino. Tra le tappe fondamentali della sua vita: l’iscrizione alla scuola di nudo del Regio Istituto di Belle Arti di Napoli, l’incontro con Domenico Morelli, l’attivita’ di patriota, il carcere e l’incontro con Garibaldi di cui diventa amico e, a seguire, l’esperienza come consigliere comunale e la partecipazione a tutte le maggiori manifestazioni d’arte italiane.

Chiude i lavori il critico d’arte, prof. Stefano Orga, con un’analisi dettagliata sull’arte del maestro e l’analisi dell’opera ” Ritratto di scolaretta a Capri” ( 1893 ): “La pittura di Francesco Altamura – ha affermato Orga –  si caratterizza da un disegno netto e molto accademico. Nella prima parte della sua carriera realizza opere mitologiche, bibliografiche e di carattere storico con un’allusione libertaria. Dopo aver dipinto dal vero nella campagna senese, studia la pittura francese di Eugène Delacroix e della scuola di Barbizon. In Toscana frequenta il Caffe’ Michelangelo e conobbe i macchiaioli che influenzano da quel momento la sua arte.  Giunto a Napoli la sua pittura si accosta a un verismo romantico di matrice morelliana senza superare il formalismo della sua educazione accademica e avvicinandosi solo in rari casi a un senso luministico moderno”.

Il ritratto in esposizione, è uno dei pochi a matita realizzati dall’artista.  Orga lo ha presentato come ” un lavoro di estrema naturalezza e grande realismo. Disegnato in maniera egregia e con un chiaroscuro , che evidenzia l’elasticita’ dell’opera. I capelli sono ben descritti e dotati di un certo lirismo e la figura risulta molto proporzionata”.  L’opera esposta è un classico disegno realistico dell’800 napoletano: la scolara con il tipico grembiule dell’epoca e un caratteristico colletto.  La fanciulla è ritratta con il volto verso il disegnatore. Indiscutibile una particolare attenzione per i dettagli, particolarmente marcati risultano infatti i  denti della scolaretta.

Prossimo appuntamento con l’arte, sabato 25 marzo alle ore 17, con un incontro dedicato a Salvatore Petruoro a 160 anni dalla nascita.