Ariano Irpino, si conclude la prima fase di “Non me la racconti giusta”

La prima fase di “Non me la racconti giusta”, il progetto di arte pubblica all’interno della Casa circondariale di Ariano Irpino è arrivata alla sua conclusione. Dal 7 all’11 novembre 2016 i due artisti Collettivo Fx e Nemo’s hanno lavorato all’interno dell’istituto penitenziario in collaborazione con un gruppo di 7 detenuti con i quali hanno dato vita a un ritratto di Ulisse e il tutto è stato documentato dal fotografo e videomaker Antonio Sena. La scelta di Ulisse non è casuale, infatti, il personaggio epico ha intrapreso un lungo viaggio durante il quale ha sfidato numerose avversità, traendo la forza necessaria a superarle dal pensiero di tornare presto a casa. Anche i detenuti stanno vivendo un percorso, che si può considerare una personale odissea e in tal senso possono identificarsi nel personaggio mitologico. La barba di Ulisse è composta da decine di disegni realizzati dagli stessi detenuti che hanno avuto la possibilità di essere parte attiva e integrante e non meri fruitori del progetto. Infatti, la scelta di strutturare il disegno in questo modo ha permesso a tutti di avere un ruolo e di dare il proprio apporto. L’austero volto, completato dalla folta ed estesa barba, rappresenta un messaggio positivo che si spera abbia arricchito l’ambiente carcerario in cui è stato realizzato. Dal 21 al 25 novembre prende il via la seconda fase, durante la quale il progetto si sposterà nella Casa di reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi dove Nemo’s e Collettivo Fx guideranno un nuovo gruppo con cui lavoreranno nel passeggio principale del carcere. Questo istituto è conosciuto in tutta Italia per l’aspetto avanguardistico della struttura, dove vengono svolte numerose attività lavorative, infatti, all’interno si trovano una tipografia, una carrozzeria e una sartoria, mentre all’esterno la struttura si avvale di un orto, un uliveto, un frutteto, un vigneto e un alveare. L’obiettivo principale del progetto è di far parlare di nuovo di carcere, in una società in cui viene visto come un luogo punitivo e non si considera l’importanza che riveste il reinserimento e la rieducazione dei detenuti. Dall’altra parte, vogliamo sottolineare l’importanza delle attività ricreative e di come possano rappresentare un piccolo tassello in una realtà molto complessa. Ancora una volta il rapporto con gli altri, la natura, il lavoro e la cultura saranno i temi principali sui quali sviluppare un discorso collettivo e permettere a ognuno di esprimere le proprie idee. Questo secondo appuntamento, inoltre, si arricchisce con la preziosa collaborazione con Airlite, un’azienda italiana che produce una tecnologia che si applica come una pittura e che è 100% naturale. Il grande merito dei prodotti Airlite è quello di attaccare gli agenti inquinanti, grazie ad 2 un processo che sfrutta la potenza della luce per liberare molecole, che trasformano gli inquinanti in sali minerali innocui neutralizzandoli. Questo significa che utilizzare Airlite permette sia di non inquinare, essendo un prodotto completamente naturale ma anche di assorbire l’inquinamento e restituire aria pulita. In seguito, gli interventi saranno accompagnati da un’opera all’esterno, a simboleggiare il detenuto fuori e dentro la dimensione carceraria, e mirata a ricordare che si commettono errori ma che il pregiudizio non da nessun apporto positivo alla risoluzione dei problemi che riguardano la nostra società. Lavoro manuale, coinvolgimento in un’iniziativa culturale e la creazione di un progetto continuativo sono le basi sulle quali si fonda questa iniziativa.